22 luglio 2008

Parla la corrispondente del «Sydney Morning Herald», Paola Totaro: "L'incontro del Papa con le vittime dei pedofili? Un atto dal valore fortissimo"


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Le ferite dell'uomo: la lezione australiana di Papa Benedetto (Bobbio)

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IL PAPA IN AUSTRALIA: TUTTI I VIDEO

GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU' SYDNEY 2008: LO SPECIALE DEL BLOG

Parla la corrispondente del «Sydney Morning Herald»: molto importante l’incontro con chi ha subito abusi.

La giornalista Totaro: un atto dal valore fortissimo

Ma tutta la Gmg è stata splendida

Salvatore Mazza

DAL NOSTRO INVIATO A SYDNEY

«Conquistata » dal cuore dei giovani. E anche « dal messaggio del Papa » , del quale « qualco­sa è sicuramente rimasto per tutti».

Paola Totaro, corrispon­dente di The Sydney Mor­ning Herald, fa a caldo con Avvenire un primo bi­lancio di questa settima­na australiana del Papa. Che è « positivo » perfino « oltre le attese » più otti­mistiche.

Il Papa ha detto di aver vissuto qui a Sydney un’esperienza splendida. Lo è stata anche per Sydney?

Sì, senza dubbio. Prima c’era molto scetticismo a proposito di questo even­to, ma adesso mi sembra che tutti siano stati molto favorevolmente impres­sionati da questi giorni. Stiamo parlando di una città fortemente secola­rizzata, una città dove la religiosità non è certo molto presente a livello pubblico: ma questi giovani co­sì educati, così allegri, hanno si­curamente rappresentato una bella sorpresa. Basta leggere il tono degli editoriali, o le lettere inviate ai giornali, per rendersene conto.

Ti sembra che sia stato colto anche l’aspetto più strettamente religioso di questo evento?

Credo di sì. Forse in ma­niera non approfondita da un punto di vista teo­logico, per così dire, però questa presenza dei gio­vani non solo come « mas­sa » , ma come preghiera è un fatto che ha molto col­pito. La gente ha visto la Messa più grande mai ce­lebrata in Australia, la via Crucis per le strade, ha se­guito come mai una lun­ga serie di eventi religiosi attraverso giornali e tele­visioni. Qualcosa del mes­saggio del Papa è rimasto in questo modo per tutti.

Morris Iemma, il premier del Nuovo Galles del Sud, ha parlato di questa set­timana come del più grande evento nella sto­ria dell’Australia. Un’esa­gerazione politica o c’è, a tuo parere, l’espressione di un sentimento comu­ne?

Iemma è cattolico, ed è di origine italiana, e sicura­mente le sue sono state parole nate dal cuore. Se dobbiamo riferirci alle di­mensioni, ossia ai nume­ri o alle problematiche or­ganizzative, forse le Olim­piadi sono state un even­to più impegnativo. Ma se consideriamo l’aspetto religioso, e anche cultura­le, forse definire in quel modo la Gmg non è un’e­sagerazione.

L’Australia attendeva una parola e un gesto del Pa­pa sulla questione degli abusi sessuali. L’una e l’altro sono arrivati. Co­me sono stati vissuti?

A parte il discorso di sa­bato, credo che con l’in­contro finale con le quat­tro vittime di abusi il Pa­pa abbia lasciato un mes­saggio davvero forte. Un fatto molto importante per la Chiesa di Sydney, della quale va detto che forse, in precedenza, non era stata ineccepibile nel­l’affrontare questa emer­genza. Magari qualcuno non si dirà ancora piena­mente soddisfatto, ma il significato simbolico di quello che il Papa ha fat­to è stato fortissimo.

© Copyright Avvenire, 22 luglio 2008

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