23 luglio 2008
Sydney, generazione d’amore nel «deserto spirituale» d’oggi (Mazza)
Vedi anche:
Appunti prima del viaggio a Sydney. Baget Bozzo scrive al card. Bertone: era necessario portare il Papa fino in Australia? (Tempi)
IL PAPA A CAGLIARI: LE ULTIME NOVITA' (dal blog "La Vigna del Signore")
Gmg 2008, Card. Bagnasco: "Una grande presenza, con l’intelligenza e con il cuore" (Muolo)
Qualche riflessione sul "trattamento" riservato a Papa Benedetto dai mass media in occasione della Gmg (ma non solo...)
Sydney, memorabile evento ecclesiale globale, passa il testimone a Madrid 2011 (Avvenire)
Benedetto XVI nella sua residenza estiva fino a lunedì 28, poi a Bressanone per due settimane di riposo (Osservatore Romano)
Benedetto XVI: bilancio del viaggio in Australia (Alberto Giannino)
Il comune di Bressanone conferirà al Papa la cittadinanza onoraria
Il Papa e la pedofilia del clero. Gli articoli di domenica 20 luglio e le polemiche sull'udienza alle vittime con conseguente zappa sui piedi...
Abusi sessuali dei preti: il Papa accoglie le vittime (Mazza)
Dai giornali italiani un'informazione parziale e incompleta sulla GMG (Sir). Il blog sottoscrive in pieno (con delle eccezioni). Un plauso alla rete!
Parla la corrispondente del «Sydney Morning Herald», Paola Totaro: "L'incontro del Papa con le vittime dei pedofili? Un atto dal valore fortissimo"
La testimonianza di chi ha accompagnato le vittime di abusi dal Papa: «Il Pontefice ha stretto le loro mani. Si sono sentiti compresi e accolti» (Liut)
Il Papa e Sydney: «Esperienza meravigliosa». La stampa australiana (!!!) entusiasta del Papa
Conclusa la GMG di Sydney: le tappe (Osservatore Romano). La gentilezza del Papa nei confronti della stampa...ripagata come sappiamo!
Bellissima intervista a Sandro Magister: "Un Papa che incanta i giovani portandoli all’essenza del fatto cristiano" (Sussidiario)
DISCORSI, OMELIE E MESSAGGI DEL SANTO PADRE A SYDNEY
IL PAPA IN AUSTRALIA: TUTTI I VIDEO
GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU' SYDNEY 2008: LO SPECIALE DEL BLOG
Sydney, generazione d’amore nel «deserto spirituale» d’oggi
Non cedete al «cieco conformismo» dei tempi, ha chiesto il Pontefice ai «Gmg boys». Ad ascoltare le sue parole – durante la celebrazione finale – anche tanti abitanti della metropoli australiana che, giorno dopo giorno, ha deposto la sua diffidenza verso l’evento e i suoi protagonisti
DAL NOSTRO INVIATO A SYDNEY
SALVATORE MAZZA
Guardavi domenica la distesa dell’ippodromo di Randwick e pensavi alle parole del Papa.
Guardavi i giovani cantare e danzare sulla spianata, e pensavi alla speranza. L’antidoto all’«indifferenza» e alla «stanchezza spirituale» c’è, allora. C’è qualcosa, qualcuno, che non vuol cedere al «cieco conformismo, allo spirito di questo tempo», capace di reagire al «deserto spirituale» di queste società moderne la cui «prosperità materiale» nasconde una povertà, una miseria dell’anima che sembra senza fine.
A Sydney, metropoli secolare nell’emisfero australe, non s’è celebrato un ricorrente rito di massa. A Sydney s’è confermato, una volta di più, come i giovani di una generazione perennemente raccontata come smarrita, sbandata, indifferente, apatica, siano profondamente diversi. E sanno dimostrarlo, esserlo, se solo si voglia, e si sia capaci, di credere in loro, di dar loro fiducia. Il Papa ci crede, e a questi ragazzi radunati a Randwick per la Messa conclusiva della Giornata mondiale della gioventù ha chiesto di essere «profeti », la spina dorsale di una «nuova generazione di cristiani » per costruire un mondo migliore, un mondo di rispetto e di pace, un mondo in cui «la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta».
Sydney, come ha detto il cardinale George Pell nel suo saluto finale al Pontefice, ha dimostrato che «le Giornate mondiali non sono di un Papa, ma un punto di riferimento nella storia della Chiesa attuale».
E c’è, in questa sintesi felice, tutto il senso di un evento ecclesiale divenuto pienamente e indiscutibilmente maturo, né kermesse né happening, che è riuscito a far passare gli abitanti di questa città dalla preoccupata diffidenza dell’attesa alla curiosità, alla simpatia, alla solidarietà concreta verso i ragazzi infreddoliti. Fino a farsi travolgere nella stessa corrente d’entusiasmo, e a incamminarsi in centomila, domenica mattina, verso Randwick, a «rinforzare» le file dell’impressionante folla raccolta sotto il palco papale. «Il più grande evento nella storia dell’Australia», ha detto Morris Iemma il premier del New South Wales (lo Stato di cui Sydney è capitale). E non si riferiva solo ai numeri, superiori a quelli delle Olimpiadi del 2000.
The Holy Sea, l’ha raccontato un giornale australiano giocando con le parole See, Sede ( Holy See in inglese significa «Santa Sede») e Sea, mare. Il Santo Mare.
Al quale Benedetto XVI ha scelto di affidare un messaggio «forte, puntando molto sui contenuti più che sull’effetto di entusiasmi che possono essere facili da suscitare, ma anche effimeri», come ha osservato il direttore della Sala stampa vaticana padre Federico Lombardi tirando un po’ le somme di questi giorni australiani.
Messaggio «tutto in positivo, senza mai ricorrere a toni polemici o aggressivi», ha aggiunto lo stesso Lombardi, ribadendo come «il Papa ha voluto che il to- no dei contenuti fosse teologico e spirituale, non emozionale », confidando che stimolino «la voglia di approfondire ». E così a Randwick Benedetto XVI ha opposto alla «disperata ricerca di senso» in cui si dibattono gli uomini e le donne di oggi la chiamata all’impegno per un «rinnovamento» profondo. «In molte nostre società – ha detto – accanto alla prosperità materiale si sta allargando il deserto spirituale: un vuoto interiore, una paura indefinibile, un nascosto senso di disperazione. Quanti nostri contemporanei sono come cisterne screpolate e vuote, in una disperata ricerca di significato, di quell’ultimo significato che solo l’amore può dare?». Il mondo, e col mondo anche la Chiesa, ha allora «bisogno dei giovani, della vostra fede, del vostro idealismo e della vostra generosità, così da poter essere sempre giovani nello Spirito». Di qui l’invito a dare vita a una «nuova era» di «amore non avido ed egoista, ma puro, fedele e sinceramente libero, aperto agli altri, rispettoso della loro dignità», una «nuova era – ha insistito – nella quale la speranza ci liberi dalla superficialità, dall’apatia e dalla chiusura che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani».
Un invito ribadito all’Angelus, nel ricordo di come «nel messaggio dell’angelo» Dio avanzò attraverso Maria «una proposta di matrimonio con l’umanità». «A nome nostro, Maria disse di sì», ha spiegato il Papa.
«Nelle fiabe – ha aggiunto subito dopo – i racconti terminano qui, e tutti 'da quel momento vivono contenti e felici'. Nella vita reale non è così facile. Molte furono le difficoltà con cui Maria dovette cimentarsi nell’affrontare le conseguenze di quel 'sì' detto al Signore... Attraverso le varie prove ella rimase sempre fedele alla sua promessa, sostenuta dallo Spirito di fortezza.
E ne fu ricompensata con la gloria». È questo, alla fine, il mandato esigente che Benedetto XVI ha affidato ai giovani qui in Australia, e che i giovani hanno raccolto. «La Gmg – disse due sabati fa, durante il volo verso Sydney – non è semplicemente un avvenimento di questo momento... Questi giorni sono soltanto il momento culminante di un lungo cammino precedente. Tutto è frutto di un cammino, di un essere insieme in cammino verso Cristo. La Gmg, almeno per il prossimo nostro futuro, è una formula valida che ci prepara a capire che da diversi punti di vista e da diverse parti della terra andiamo avanti verso Cristo e verso la comunione. Impariamo così un nuovo andare insieme. In questo senso, spero sia anche una formula per il futuro». Sydney lo ha dimostrato. E già si guarda a Madrid, dove il Papa salutando i giovani ha dato appuntamento per la Gmg 2011.
© Copyright Avvenire, 22 luglio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento