17 luglio 2008
Festa di accoglienza dei giovani: la cronaca minuto per minuto del Sir. Le parole del Santo Padre
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BENEDETTO XVI: GMG – BARANGAROO, “IL MESSAGGIO” DA PORTARE “AL MONDO”
Per Benedetto XVI “il nostro mondo si è stancato dell’avidità, dello sfruttamento e della divisione, del tedio di falsi idoli e di risposte parziali, e della pena di false promesse”. “Il nostro cuore e la nostra mente – ha sottolineato - anelano ad una visione della vita dove regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio significato nella verità, e dove l’identità sia trovata in una comunione rispettosa. Questa è opera dello Spirito Santo! Questa è la speranza offerta dal Vangelo di Gesù Cristo!”. Di qui l’auspicio conclusivo: “Sia questo il messaggio che voi portate da Sydney al mondo!”.
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BENEDETTO XVI: GMG – BARANGAROO, “DIGNITA’ INVIOLABILE DELLA VITA UMANA”
“Sappiamo riconoscere che l’innata dignità di ogni individuo poggia sulla sua più profonda identità, quale immagine del Creatore, e che perciò i diritti umani sono universali, basati sulla legge naturale, e non qualcosa dipendente da negoziati o da condiscendenza, men che meno da compromesso?”: questo l’interrogativo posto da Benedetto XVI ai giovani, invitati a “riflettere su quale posto hanno nelle nostre società i poveri, i vecchi, gli immigranti, i privi di voce. Come può essere che la violenza domestica tormenti tante madri e bambini? Come può essere che lo spazio umano più mirabile e sacro, il grembo materno, sia diventato luogo di violenza indicibile?”. “Cari amici – ha proseguito il Pontefice -, la creazione di Dio è unica ed è buona. Le preoccupazioni per la non violenza, lo sviluppo sostenibile, la giustizia e la pace, la cura del nostro ambiente sono di vitale importanza per l’umanità. Tutto ciò – ha avvertito - non può però essere compreso a prescindere da una profonda riflessione sull’innata dignità di ogni vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, una dignità che è conferita da Dio stesso e perciò inviolabile”.
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BENEDETTO XVI: GMG – BARANGAROO, DIO NON PUO’ ESSERE LASCIATO “IN PANCHINA”
“Il compito di testimone non è facile. Vi sono molti, oggi, i quali pretendono che Dio debba essere lasciato ‘in panchina’ e che la religione e la fede, per quanto accettabili sul piano individuale, debbano essere o escluse dalla vita pubblica o utilizzate solo per perseguire limitati scopi pragmatici” ha osservato ancora il Pontefice. “Questa visione secolarizzata tenta di spiegare la vita umana e di plasmare la società con pochi riferimenti o con nessun riferimento al Creatore. Si presenta come una forza neutrale, imparziale e rispettosa di ciascuno” ma “in realtà, come ogni ideologia, il secolarismo impone una visione globale. Se Dio è irrilevante nella vita pubblica, allora la società potrà essere plasmata secondo un’immagine priva di Dio, e il dibattito e la politica riguardanti il bene comune saranno condotti più alla luce delle conseguenze che dei principi radicati nella verità”. “Tuttavia – ha ammonito il Papa - l’esperienza mostra che” quando “Dio viene eclissato, la nostra capacità di riconoscere l’ordine naturale, lo scopo e il ‘bene’ comincia a svanire” e “ciò che ostentatamente è stato promosso come umana ingegnosità si è ben presto manifestato come follia, avidità e sfruttamento egoistico”.
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BENEDETTO XVI: GMG – BARANGAROO, “LIBERTA’ E TOLLERANZA” UNITE ALLA VERITA’
Dopo aver rievocato “quei pionieri – sacerdoti, suore e frati” anche giovanissimi, giunti “a questi lidi” dall’Europa, che con la loro testimonianza di vita hanno costruito “gran parte dell’eredità sociale e spirituale” di oggi e hanno ispirato “un’altra generazione”, Benedetto XVI ha rivolto un pensiero alla beata Mary MacKillop e al beato Peter To Rot. Il Pontefice si è quindi soffermato sulle “ferite” della terra: “l’erosione, la deforestazione, lo sperpero delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo”, e ha sottolineato “le ferite” della società. Oggi, ha detto, “un veleno” minaccia di “corrodere ciò che è buono, riplasmare ciò che siamo e distorcere lo scopo per il quale siamo stati creati”. Citando “l’abuso di alcool e di droghe, l’esaltazione della violenza e il degrado sessuale”, ha aggiunto: “Vi è anche qualcosa di sinistro che sgorga dal fatto che libertà e tolleranza sono così spesso separate dalla verità”, nella convinzione che “non vi sia una verità assoluta a guidare le nostre vite”. “Il relativismo, dando valore in pratica indiscriminatamente a tutto, ha reso l’’esperienza’ importante più di tutto”, ma “le esperienze, staccate da ogni considerazione di ciò che è buono o vero, possono condurre” a “confusione morale”, “indebolimento dei principi”, “perdita dell’autostima e persino alla disperazione”.
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BENEDETTO XVI: GMG – BARANGAROO, “NON LASCIATEVI INGANNARE”
“Cari amici, la vita non è governata dalla sorte”. “La vostra personale esistenza è stata voluta da Dio, benedetta da lui e ad essa è stato dato uno scopo! La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze”, ma “una ricerca del vero, del bene e del bello”. Lo ha detto oggi il Papa, nel discorso tenuto in occasione della Festa di accoglienza dei giovani sul molo di Barangaroo a Sydney. “Proprio per tale fine – ha aggiunto Benedetto XVI - compiamo le nostre scelte, esercitiamo la nostra libertà” e “nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità e gioia”. Di qui l’esortazione ai giovani: “Non lasciatevi ingannare” da chi vede “in voi semplicemente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate, dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda come bellezza, l’esperienza soggettiva soppianta la verità. Cristo offre di più! Anzi, offre tutto!” poiché è “la Verità”, “la Via e pertanto anche la Vita”. Al suo arrivo a Barangaroo, il Papa è stato accolto da un gruppo di giovani aborigeni australiani e da alcuni giovani dell’area del Pacifico che hanno intonato canti indigeni e cantato “Tu es Petrus”. “Di fronte a me vedo un’immagine vibrante della Chiesa universale” ha esordito il Pontefice dando il benvenuto anche ai “non cattolici o non cristiani” perché “nessuno è obbligato a rimanere all’esterno” della Chiesa.
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GMG SYDNEY: L’ARRIVO DEL PAPA TRA I GIOVANI A BARANGAROO
(Dai nostri inviati a Sydney)
Il vecchio porto è stipato di giovani. Vengono da ogni parte del mondo, e le bandiere che sventolano sotto al sole di Sydney lo dimostrano. Dal Messico alla Croazia, dall’Italia al Cile, dalla Cina al Libano, dallo Zimbawe al Vietnam. Li unisce una sola fede, e l’affetto per Benedetto XVI, che stanno dimostrando con cori, applausi e grida. Portano qui, agli estremi confini del mondo, una fede giovane, talora già provata e vissuta in contesti di minoranza, di conflitto, d’intolleranza. Provengono da parrocchie, movimenti, associazioni: dall’Azione cattolica ai neocatecumenali, dal Movimento Schoenstatt alla Comunità Emmanuel. Li unisce l’appartenenza alla medesima Chiesa, e la volontà di gridarlo al mondo. Grida che oggi si fanno testimonianza.
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GMG SYDNEY: I MOMENTI PRINCIPALI DELLA CERIMONIA DI ACCOGLIENZA
(Dai nostri inviati a Sydney)
Ci sono 530 persone a bordo della nave che sta portando il Papa e che sta per approdare a Barangaroo dove si svolge la cerimonia di accoglienza a Benedetto XVI. 60 sono i vescovi australiani cui si uniscono i rappresentanti del Pontificio Consiglio per i laici, l’entourage del papa. Presenza significativa è quella di 10 indigeni insieme a 168 pellegrini internazionali, 32 dall’Oceania e 20 australiani. 16 giovani, poi, incontreranno Benedetto XVI di questi 4 sono australiani e i restanti dai cinque continenti. Gli europei provengono da Spagna e Germnania. Al suo arrivo a Barangaroo Benedetto XVI passerà in rassegna la guardia d’onore degli anziani aborigeni di Torres Strait. Questi saluteranno il Papa in lingua nativa, Gadigal, dell’area di Sydney, verrà poi intonato il ‘Tu es petrus’ in latino e gadigal insieme ad altri canti tipici della tradizione aborigena accompagnati dal suono del didgeridoo. Nel contempo si uniranno anche altri aborigeni di altre località australiane. Le danze segneranno il momento più alto di unità tra i popoli nativi ed i pellegrini accolti non come invasori ma come fratelli. I saluti del card. Pell, arcivescovo di Sydney e del presidente dei vescovi australiani, mons. Philip Wilson saranno preceduti dal canto del coro indigeno Gondwana e da quello di Sydney.
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GMG SYDNEY: CARD. PELL AL PAPA, “LEI E’ TRA AMICI“
(Dai nostri inviati a Sydney)
“La accogliamo tra di noi come uomo di fede e di preghiera, avido di cultura e insegnante illustre, che per decenni è entrato in dialogo con gli altri rappresentanti delle nostre democrazie pluraliste”. Così l’arcivescovo di Sydney, card. George Pell, ha salutato poco fa Benedetto XVI, appena giunto a Barangaroo, accolto da una folla giovane e festante. “Le diamo il benvenuto – ha proseguito il card. Pell – come sacerdote e come vescovo. Ma ancor di più la accogliamo come successore di Pietro, la pietra su cui Gesù ha fondato la sua Chiesa. In lealtà e preghiera le diamo il benvenuto come Papa e vescovo di Roma”. “Nella nostra breve storia generalmente i cattolici australiani sono stati forti sostenitori del Papa. Questo ci allieta”, ha poi aggiunto il porporato, ricordando “con grande amore e ammirazione” il predecessore di Benedetto XVI, “Giovanni Paolo II il Grande, il quale fondò la tradizione della Giornata mondiale della gioventù e venne a trovarci due volte in Australia”. “Sua santità – ha infine concluso – lei è tra amici. E non solo tra figli, fratelli e sorelle di fede cattolica, ma anche tra amici provenienti da tutti gli angoli del Paese e soprattutto da altre comunità cristiane”.
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GMG SYDNEY: CERIMONIA BENEVENUTO, IL SALUTO DI MONS. WILSON (VESCOVI AUSTRALIA)
(Dai nostri inviati a Sydney) - “Un giorno storico”: così il presidente dei vescovi australiani, l’arcivescovo mons. Philip Wilson ha salutato Benedetto XVI al suo arrivo all’area di Barangaroo dove si sta svolgendo la cerimonia di accoglienza del Papa. Questa quarta visita di un pontefice in Australia, ha affermato mons.Wilson “è molto significativa e alla sua presenza rinnoviamo il nostro impegno verso Cristo e verso la Chiesa. La sua presenza qui in mezzo a noi in questi giorni rinforza la nostra speranza di incontrare Cristo nei modi più veri e profondi. Guardando questi meravigliosi giovani del mondo, uniti da fede ed amore, siamo riempiti di speranza. Il tema da lei scelto per questa Gmg – ha aggiunto – ci ricorda che non siamo soli negli sforzi di centrare la nostra vita in Cristo”. “Preghiamo – ha concluso – affinché questa Gmg possa portare frutti abbondanti e benedizioni a tutti specialmente ai giovani che sono qui e nel mondo”.
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