17 luglio 2008
IL PAPA: CORAGGIOSE LE SCUSE AUSTRALIANE AD ABORIGENI
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GMG/ PAPA: CORAGGIOSE LE SCUSE AUSTRALIANE AD ABORIGENI
Australia modello da seguire in tutto il mondo
Sydney, 17 lug. (Apcom)
Il Papa apprezza la "coraggiosa decisione del Governo australiano di riconoscere le ingiustizie commesse nel passato contro i popoli indigeni" e riconosce che "si stanno ora facendo passi concreti al fine di raggiungere una riconciliazione basata sul rispetto reciproco". Nel corso della cerimonia di benvenuto alla Government House di Sydney, nella sua prima giornata di incontri istituzionali, Benedetto XVI non può mancare di citare la questione aborigena, motivo di divisioni e contrasti tra il popolo australiano. E indica l'Australia come modello da seguire "in tutto il mondo" per "quei popoli che anelano a vedere affermati i loro diritti e riconosciuto e promosso il loro contributo alla società".
"Giustamente - sottolinea il Papa rivolgendosi al primo ministro Kevin Rudd e all'intero governo australiano - voi state cercando di colmare il divario fra australiani indigeni e non indigeni circa le aspettative di vita, i traguardi educativi e le opportunità economiche. Questo esempio di riconciliazione - prosegue - offre speranza in tutto il mondo a quei popoli che anelano a vedere affermati i loro diritti e riconosciuto e promosso il loro contributo alla società".
Proprio pochi mesi fa, a febbraio scorso, il premier Rudd ha presentato per la prima volta nella storia le scuse ufficiali del governo di Canberra alla popolazione indigena per "l'oltraggio e il degrado" causati dalla politica colonizzatrice degli europei in Australia. E il Papa 'benedice' il gesto.
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BENEDETTO XVI: GMG – CERIMONIA DI BENVENUTO, IL “RETAGGIO” DEGLI ABORIGENI E MARY MCKILLOP
La Chiesa australiana, “oltre ad essere la più giovane tra le Chiese dei vari continenti, è anche una delle più cosmopolite”, visto che “fin dal primo insediamento europeo questo Paese è divenuto la dimora non solo di generazioni di emigranti dall’Europa, ma anche di persone di ogni parte del mondo”. Durante la cerimonia di benvenuto alla Government House di Sydney, il Papa ha definito l’Australia “una nazione giovane”, ma ha anche ricordato che “già per migliaia di anni prima dell’arrivo degli emigranti occidentali, i soli abitanti di questo suolo erano persone originarie del Paese, aborigeni e isolani dello Stretto di Torres”. “Il loro antico retaggio forma parte essenziale del panorama culturale dell’Australia moderna”, ha proseguito Benedetto XVI, definendo “coraggiosa” la decisione del governo australiano di “riconoscere le ingiustizie commesse nel passato contro i popoli indigeni”, grazie alla quale “si stanno ora facendo passi concreti al fine di raggiungere una riconciliazione basata sul rispetto reciproco”.
“Questo esempio di riconciliazione offre speranza in tutto il mondo a quei popoli che anelano a vedere affermati i loro diritti e riconosciuto e promosso il loro contributo alla società”, ha affermato il Papa, lodando anche l’opera dei coloni europei – tra i quali “una porzione significativa di cattolici” – per la “costruzione della nazione, particolarmente nei campi dell’educazione e della sanità”. “Una delle figure eminenti della storia” dell’Australia è inoltre la Beata Mary McKillop, “sulla cui tomba pregherò più tardi oggi stesso”, ha detto il Papa, secondo il quale “i suoi interventi a difesa di quanti erano trattati ingiustamente e l’esempio pratico di santità sono divenuti sorgente di ispirazione per tutti gli australiani”. E proprio traendo “ispirazione” dalla prima Beata australiana, ha concluso Benedetto XVI, “nell’odierno contesto più secolarizzato, la comunità cattolica continua ad offrire un contributo importante alla vita nazionale, non soltanto attraverso l’educazione e la sanità, ma specialmente indicando la dimensione spirituale delle questioni che sono maggiormente in evidenza nel dibattito contemporaneo”.
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