18 luglio 2008
Il Papa: "La riconciliazione con gli aborigeni un esempio per tutti i popoli" (Osservatore Romano)
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La riconciliazione con gli aborigeni un esempio per tutti i popoli
dal nostro inviato Gianluca Biccini
Benedetto XVI plaude alla "coraggiosa" decisione del Governo australiano di riconoscere le ingiustizie commesse nel passato contro gli aborigeni per una "riconciliazione basata sul rispetto reciproco" che colmi il divario fra questi e gli altri australiani in materia di aspettative di vita, educazione e opportunità economiche.
Nel primo discorso pronunciato a Sydney, giovedì mattina, il Papa ha sottolineato come questo gesto offra "speranza in tutto il mondo a quei popoli che anelano a vedere affermati i loro diritti e riconosciuto e promosso il loro contributo alla società". Lo ha detto durante la cerimonia di benvenuto alla Government House, dove il Pontefice, accompagnato dal segretario di Stato, è stato accolto dal Governatore generale Michael Jeffery e dal primo Ministro Kevin Rudd, con le relative consorti.
Alla presenza del seguito papale l'avvenimento ha avuto luogo nel parco dell'elegante complesso che ospita gli appartamenti normalmente utilizzati dai governatori, dai membri della famiglia reale britannica e dai capi di Stato in visita ufficiale.
Le parole del Papa sugli aborigeni hanno avuto un'eco immediata nel Paese. Gratitudine è stata espressa, in particolare, dall'Aborigenal catholic ministry dell'arcidiocesi di Sydney.
"L'affermazione dei diritti del popolo aborigeno - si legge in una dichiarazione diffusa subito dopo la cerimonia - è per noi motivo di grande gioia. Le parole del Papa sono di una grandissima importanza per tutti e specialmente per i più giovani". La Chiesa - assicura l'organismo che si occupa della pastorale degli aborigeni e promuove un'opera di riconciliazione nell'ambito della Chiesa locale - "è al fianco del popolo aborigeno grazie ai missionari fin dall'inizio della storia di questo Paese. Ciò che ha detto il Papa e ciò che dirà ancora su questo tema non potrà fare altro che favorire il rispetto dei diritti degli aborigeni e la riconciliazione nel Paese".
Ventuno colpi di cannone e l'esecuzione degli inni hanno fatto da sfondo al primo incontro ufficiale del Pontefice in terra australiana, svoltosi in un clima di grande cordialità. Dopo il saluto rivoltogli dal primo Ministro Rudd, il Papa ha pronunciato un discorso in cui ha toccato varie questioni specifiche della realtà australiana, sottolineando i meriti del grande Paese nella protezione dell'ambiente naturale, attraverso un'amministrazione responsabile, e dell'ambiente umano, con il sostegno a operazioni internazionali di pace soprattutto nella regione dell'Asia e del Pacifico. Ricordando le molte tradizioni religiose presenti in Australia, che la rendono un terreno particolarmente fertile per il dialogo ecumenico e interreligioso, il Pontefice si è detto fiero del contributo offerto dai cattolici alla costruzione della nazione, soprattutto nei campi educativo e sanitario.
E proprio parlando del ruolo dei cattolici Benedetto XVI ha voluto in qualche modo rispondere a quanti si domandano quali ragioni abbiano spinto tanti giovani ad affrontare un viaggio così lungo, impegnativo e dispendioso per partecipare a questa edizione della Gmg: è l'opportunità di ritrovarsi insieme per approfondire la fede in Cristo - ha spiegato - e di condividere un'esperienza gioiosa di comunione nella Chiesa. Quella australiana, del resto, oltre a essere la più giovane tra le Chiese dei vari continenti, è anche la più cosmopolita: e questa diversità della popolazione conferisce un vigore particolare a tutta la Nazione. Il Papa lo ha potuto constatare di persona durante questi primi giorni di permanenza. "Prego - ha detto riferendosi al tema della Gmg 2008 - perché lo Spirito Santo rechi un rinnovamento spirituale a questo Paese, al popolo australiano, alla Chiesa in Oceania e fino all'estremità della terra". Un rinnovamento che appare sempre più necessario vista l'impressionante varietà di scelte di vita che oggi i giovani hanno di fronte, con la conseguente difficoltà a veicolare il loro idealismo e la loro energia. Del resto il Pontefice è venuto a Sydney con un messaggio chiaro: invitare uomini e donne di ogni terra e di ogni generazione a diventare santi.
Le tematiche ambientali hanno caratterizzato anche i colloqui che Benedetto XVI ha avuto in tarda mattinata all'Admiralty House, residenza ufficiale del Governatore generale, durante la visita di cortesia a quest'ultimo e il successivo incontro con il primo Ministro. Nella Drawing Room dell'antico edificio il Papa si è intrattenuto per mezz'ora con il generale Jeffery, la consorte e alcuni collaboratori. Erano presenti anche i cardinali Bertone e Pell e gli arcivescovi Filoni e Lazzarotto. Il Governatore dell'Australia - che ha donato al Pontefice un prezioso raccoglitore ligneo di documenti - ha individuato in cibo, acqua ed energia i tre elementi fondamentali di cui occorre essere responsabili se si vogliono combattere con successo la siccità e le sue devastanti conseguenze sull'ambiente australiano. Il Pontefice - che gli ha offerto un mosaico di San Pietro - da parte sua ha parlato dell'"energia dello spirito" che è importante quanto quella "fisica" per il progresso dell'umanità.
Un'altra parte del colloquio è stata dedicata ai giovani, con riferimenti all'Anzac day, giornata commemorativa delle forze armate australiane molto sentita nel Paese, all'assistenza spirituale degli studenti e al dialogo interreligioso. E la promozione del dialogo tra le grandi religioni, di cui il governo australiano si sta facendo promotore attraverso iniziative che coinvolgono altri Paesi della regione come l'Indonesia a maggioranza musulmana, è stata anche al centro dell'incontro del Pontefice con il primo Ministro e la sua famiglia. Anche nel corso di questa conversazione, svoltasi nella medesima sala e durata mezz'ora, i due interlocutori si sono soffermati sui valori condivisi, come il servizio alla pace che l'Australia svolge nell'area del Pacifico e partecipando alle forze multinazionali in varie zone del mondo. Al primo ministro, che è un profondo conoscitore di Dietrich Bonhoeffer e ha mostrato di conoscere bene anche la figura di san Massimiliano Kolbe, il Papa ha donato un'antica stampa della Città del Vaticano.
(©L'Osservatore Romano - 18 luglio 2008)
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