14 luglio 2008

Secondo Politi sono troppe 21 ore di volo per il Papa. Sarebbero troppe anche per me...poi però ammette la meticolosità di Benedetto XVI...


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GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU' SYDNEY 2008: LO SPECIALE DEL BLOG

Il Pontefice è giunto in Australia. Va subito in ritiro nella quiete dei Monti Blu

Si cura con Mozart. Provato dalla preparazione dei viaggi, che il suo fisico mal sopporta

Papa, troppe 21 ore di volo tre giorni di riposo a Sydney

dal nostro inviato MARCO POLITI

SYDNEY - Nella quiete dei Monti Blu Benedetto XVI cerca il riposo. Per tre giorni, fino al 17 luglio, il centro di ritiri dell'Opus Dei lo proteggerà da ogni intrusione per permettergli di ricaricarsi. Ci sono i boschi per passeggiare e il silenzio per meditare. Gli hanno portato anche un pianoforte per suonare i suoi autori preferiti. Mozart, Schubert, Liszt. Ottantun'anni sono tanti per sopportare ventun ore di volo, un brusco e totale cambiamento di fuso orario, un passaggio rapido dai calori dell'estate ad un tempo novembrino. Ma non è solo questo.

La verità è che la fatica del pontificato pesa enormemente sulle spalle di Joseph Ratzinger. L'uomo che non anelava a diventare papa, sognava già quindici anni fa di ritirarsi sereno a studiare, scrivere e pensare senza più responsabilità di governo.

Era il 1994, proprio di questi giorni, quando il cardinale Ratzinger annunciò ad un giornale della sua Baviera, la Mittelbayerische Zeitung, che entro due anni contava di lasciare. Tre anni dopo - aveva appena compiuto settant'anni - a chi gli chiedeva se sarebbe rimasto prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede per un altro quinquennio, rispondeva: "Forse anche meno". E quando gli è stato fatto notare che Giovanni Paolo II teneva molto alla sua preziosa collaborazione, replicò: "Ma ci sono i limiti delle forze".

Non è un segreto in Vaticano che, solo grazie all'inflessibile seppur affettuosa richiesta di papa Wojtyla, Ratzinger non ha deposto la sua carica al Sant'Uffizio. Di fronte ad un pontefice, che sopportava eroicamente la tortura di un corpo che si disfaceva, non era possibile a nessuno opporre ragioni di salute per abbandonare il campo. Ma non è nemmeno un segreto che Bendetto XVI fa grande fatica ad adattarsi alla mole di impegni che gli spetta come guida suprema di un miliardo e duecento milioni di cattolici.

Un Papa è solo al vertice della Chiesa cattolica. Per quanto possa avere collaboratori di fiducia, alla fine la parola decisiva spetta a lui. Ratzinger, poi, è una persona meticolosa nello studio dei dossier. Non gli basta il riassunto fornito dai cardinali competenti. Vuole leggere, verificare, ponderare di persona.

Benché abbia deciso di mantenere, nei limiti del possibile, il vecchio stile di vita che aveva come prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede e che comprendeva un buon riposo al pomeriggio dopo il pranzo, le tensioni della carica papale sono ben altra cosa rispetto alla routine tranquilla al Sant'Uffizio. Lo stancano il susseguirsi di incontri, i colloqui con le personalità che vengono da tutto il mondo - ognuna con la propria agenda di problemi - lo stancano la preparazione dei viaggi che il suo fisico tendenzialmente mal sopporta. E poi c'è lo spazio che vuole ritagliarsi per scrivere. Scrivere il secondo libro su Gesù, elaborare l'enciclica sociale che gli sta prendendo più tempo del previsto, stendere personalmente i discorsi più importanti.

"Il Santo Padre ha ottantun anni, non dobbiamo dimenticarlo, dobbiamo evitare che il peso di questo viaggio non diventi eccessivo", ha confidato prima della partenza il segretario papale don Georg Gaenswein. Il mistero di Ratzinger sta nel suo grande senso del dovere. La sua missione, come l'avverte nel suo intimo, è lo sforzo di contrastare la grande crisi della fede dell'Occidente - a cui ha accennato anche parlando con i giornalisti durante il volo - ridando senso nella società secolarizzata al vivere cristiano. Non sono le regole che gli interessano, è il vissuto. Ma l'impresa è titanica. "Non si può contestare - commentò già negli anni Novanta - che vi sia una profonda insicurezza riguardo al credo cristiano. Ormai non esiste più quella lingua di base, secondo la quale si sapeva cosa sono la grazia e il peccato".

Ieri arrivando alla base militare di Richmond, salutato dal premier australiano Rudd, Benedetto XVI ha rifiutato l'elicottero per recarsi al suo ritiro. Basta volare dopo ventun ore. Ha preferito fare in macchina gli ultimi quaranta chilometri prima del riposo. Il primo dono che ha ricevuto è stata un copia della "Madonna degli Aborigeni", l'immagine venerata dai fedeli originari dell'Australia. "Molti non hanno ancora ascoltato la Buona Novella di Gesù - è stato il suo primo messaggio ai giovani australiani - e molti altri non hanno riconosciuto in questa Buona Novella la verità salvatrice che sola può soddisfare le attese più profonde dei loro cuori". Avidità umana, povertà, ingiustizie, ha spiegato, si combattono facendo affidamento su Cristo. Non tutti hanno forse compreso che questo è il programma di lavoro che gli da la forza di andare avanti.

© Copyright Repubblica, 14 luglio 2008 consultabile online anche qui.

Quale sara' l'intento di Politi? Dimostrare che Benedetto XVI non e' adatto a fare il Papa? E chi lo sarebbe?
Altri vaticanisti ieri hanno tranquillamente ammesso (vedi l'ottimo Paci) che Joseph Ratzinger sopporta benissimo la fatica fisica.
E non servono testimonianze: lo abbiamo visto in Brasile e negli Usa!
21 ore di volo sarebbero troppe per tutti, me compresa, che probabilmente non avrei sceso le scale dell'aereo con la velocita' del Papa :-)
Non so quale sia l'intento di Politi, pero' mi piace che abbia ammesso una grande verita', che nessuno puo' e potra' mai negare, ne' ora ne' in futuro.
Riporto i passaggi:


"Per quanto possa avere collaboratori di fiducia, alla fine la parola decisiva spetta a lui. Ratzinger, poi, è una persona meticolosa nello studio dei dossier. Non gli basta il riassunto fornito dai cardinali competenti. Vuole leggere, verificare, ponderare di persona".

E ancora:

"E poi c'è lo spazio che vuole ritagliarsi per scrivere. Scrivere il secondo libro su Gesù, elaborare l'enciclica sociale che gli sta prendendo più tempo del previsto, stendere personalmente i discorsi più importanti".

Sarebbe tutto piu' semplice e certamente meno faticoso se Benedetto facesse scrivere dai suoi collaboratori i discorsi, ma non lo fara' mai.
Ormai abbiamo imparato a comprendere dove la mano e la mente del Papa si posano su questo o quel passaggio dei suoi interventi e delle sue omelie. Per non parlare di quando va "a braccio".
E sono proprio le parti che egli sente di piu' che, guarda caso, restano scolpite nella mente di chi ascolta.
Sono proprio quelle che diventano i titoli dei post del blog sul Magistero.
Si', il Papa potrebbe riposarsi di piu', ma sa che non puo' farlo. Davanti a se' ha effettivamente un'impresa titanica che egli assolve come nessun altro potrebbe fare in questo specifico momento storico.
Forse e' questa impresa ciclopica che infastidisce tanto, forse e' per questo che si susseguono episodi vergognosi come la censura della Sapienza e le offese di Piazza Navona, ma io penso, sinceramente, che tali sgradevoli episodi non scalfiscano di una virgola la tempra fisica e morale del Santo Padre.
Grazie, quindi, a Politi per avere ricordato punti importanti: strenua resistenza del Pontefice e discorsi, omelie, encicliche ed interventi scritti di suo pugno
.
R.

18 commenti:

euge ha detto...

Cara Raffaella questa storia della stanchezza fa quasi ridere.... 21 ore di volo sarebbero tante per tutti a prescindere! Avrei voluto vedere i giornalisti del volo papale come erano ridotti all'arrivo...... sarebbe stato divertente fare un confronto soprattutto considerando la differenza di età!
Le immagini hanno fatto vedere chiaramente un Papa sereno, tranquillo e felice di essere in Australia i commenti di certi Gufi li lascerei a chi ama i pettegolezzi ed il gossip fuori luogo.
il solito immancabile eormai reciclato Politi!

mariateresa ha detto...

L'articolo, visto l'autore, è sorprendentemente positivo, senza l'asfissiante filtro della militanza politica. Comunque è vero, 21 ore di volo sono pese per tutti. Anche mio marito in casi del genere si presenta rimbischerito assai.
La parte dell'articolo che parla del suo senso del dovere mi è piaciuta molto : questo senso del dovere si avverte molto bene e anche la sua forza d'animo. .Per un quarto di secolo GPII ha potuto contare su di lui come su se stesso. E sembra uno scherzo del destino che quando l'agognato riposo poteva finalmente arrivare, lo Spirito Santo ha deciso diversamente.
E ancora una volta il nostro Benedetto ha detto di sì.

Anonimo ha detto...

Io trovo il pezzo di Politi decisamente suggestivo, l'unico "diverso" dai molti altri articoli che ho letto, che si sono fermati (non c'è nessun desiderio di polemica, sia chiaro) a fare cronaca. Politi cerca (e ci riesce molto bene, secondo me) di far apprezzare la tempra morale e spirituale che anima quest'uomo, che nè le 22 ore tra voli e scalo, nè le gigantesche sfide che attendono la Chiesa oggi potrà fiaccare. Del resto non è il "dolce Cristo in terra?". Anzi è forse nel contrasto tra fatica esteriore (che peraltro nessuno ha notato guardando il Papa quasi saltellare scendendo dall'aereo) e rigoroso vigore interiore che si nota la dimensione "trascendente" di quest'uomo! Appena avrò modo di vedere il giornalista qui nella sala stampa dell'International media centre di Sydney, gli farò i miei complimenti. Salutoni a tutti voi, grazie per la preziosa, costante, capillare presenza! Il Signore vi benedica!

Francesco Campanella

Raffaella ha detto...

Grazie del preziosissimo contributo, caro Francesco :-)

Anonimo ha detto...

Sì, in effetti è strano da parte di Politi un articolo che riconosca la mostruosa responsabilità e fatica di essere il Papa: mi è sembrato piuttosto benigno e privo di quel fiele che di solito avvelena i suoi articoli.
Però..! Politi quando s'impegna gliela fà!

mariateresa ha detto...

cari amici, se Politi lascia chiuso nel comodino, prima di uscire di casa, la sua militanza politica, tutti ne deriviamo profondo godimento. perchè, a parte tutto, sa scrivere.

Anonimo ha detto...

buongiorno a tutti. I complimenti a Politi li lascio a voi, a me ha fatto imbufalire a sufficienza il paragone fra un Wojtyla che resisteva al proprio corpo in sfacelo e un Ratzinger che opponeva ragioni di salute per "abbandonare il campo". Dopo che ha trascorso oltre vent'anni al servizio e nella vicinanza costante e discreta al Papa polacco, dopo che come prefetto della congregazione per la dottrina della Fede si è assunto in prima persona la responsabilità di atti "ingrati" al mondo come la Dominus Iesus, nonostante nel governo della Santa Sede un cardinale agisca sempre e inevitabilmente con l'approvazione del Pontefice, dopo che ha accettato in silenzio che sul suo nome venisse scaricato tutto ciò che ai media non è piaciuto del precedente pontificato, parlare di abbandono del campo mi basta per qualificare tutto l'articolo come una prova di cattivo gusto, anche se, certamente, dopo quello che abbiamo udito nei giorni scosri, le parole di Politi suonano come carezze.

Anonimo ha detto...

....mi scuso per l'errore grammaticale (potrà fiaccare è in realtà : POTRANNO fiaccare), ma esso è dipeso dalla fretta, dall'euforia e dalla gioia che ormai si respirano ovunque qui a Sydney!!! Grazie ancora!!!

Francesco Campanella

Anonimo ha detto...

....mi scuso per l'errore grammaticale (potrà fiaccare è in realtà : POTRANNO fiaccare), ma esso è dipeso dalla fretta, dall'euforia e dalla gioia che ormai si respirano ovunque qui a Sydney!!! Grazie ancora!!!

Francesco Campanella

P.S: avete per caso un elenco di tutti i vaticanisti italiani in attività , o un elenco a cui fare riferimento? Grazie ancora!!!!

Raffaella ha detto...

Ciao Francesco, non so se esista un elenco di giornalisti vaticanisti.

Azzecca ha colto una delle insidie dell'articolo di Politi: il confronto fra le righe.
In effetti dimentica che lo stesso Giovanni Paolo II ringrazio' Dio per la presenza e l'aiuto del cardinale Ratzinger, un "amico fidato".
Mai egli avrebbe lasciato solo il Papa proprio in virtu' di quel senso del dovere che ben conosciamo.
Inoltre non possiamo sottovalutare la grande amicizia personale che li legava e che, ancora oggi, spinge il Papa a ricordare con affetto il suo predecessore, omaggio forse unico nella storia del Papato.
Detto questo, una domanda sorge spontanea: oggi esiste il "Ratzinger di Ratzinger?".
Non credo...
R.

Anonimo ha detto...

che intendi per ratzinger di ratzinger?

Raffaella ha detto...

Intendo una persona che si comporti come l'allora cardinale Ratzinger, capace di assumersi in pieno e personalmente le proprie responsabilita' e anche di caricarsi del peso di decisioni scomode.
Politi scrive che le decisioni finali spettano al Papa. Verissimo! E allora come mai sulla punta della freccia, in passato, finiva sempre e solo il cardinale Ratzinger, bersaglio preferito dei media?
Il "Ratzinger di Ratzinger" dovrebbe essere qualcuno capace di fare fronte comune con il Papa di fronte al mondo ed anche ai media, disposto anche a prendersi sonori schiaffoni dalla stampa pur di supportare il lavoro del Pontefice.
Attualmente, come in passato, gli "schiaffoni", il piu' delle volte, arrivano direttamente a Benedetto XVI.
La politica dei due pesi e due misure e' fin troppo evidente...

euge ha detto...

Anch'io concordo con azzeccagarbugli....... in fin dei conti in ogni articolo di Politi, se letto con attenzione, nonostante una apparente facciata ( come in questo caso ) pro Benedetto, c'è sempre nascosto un confronto strisciante con il predecesssore. Ricordate sempre che il " Lupo perde il pelo ma non il vizio"

Lapis ha detto...

è proprio come dici tu, Raffaella, il "Ratzinger di Ratzinger" dovrebbe essere un cardinale su cui il Papa oggi potesse contare come su se stesso, come ha detto Mariateresa per Giovanni Paolo II, il quale, infatti, ha sempre riservato un pensiero di particolare gratitudine e affetto per il suo fidato collaboratore. Spiace vedere che i media, la maggior parte delle volte, non rendono giustizia all'amicizia che vi è stata fra questi due grandi.

Anonimo ha detto...

boh,sul fatto che ratzinger abbia dimostrato un amicizia non comune con karol wojtyla non v'è dubbio.
ma il contrario è vero?
voi avreste permesso che un vostro amico si prendesse tutte le colpe mentre voi vi prendavate tutto il merito?
rifletteteci.

Anonimo ha detto...

Secondo me per quando riguarda il Ratzinger di Ratzinger, mi sempra che come collaboratori fidati il Papa ne abbia a partire da Bertone, Bagnasco e dal segretario Mons. Georg Geanswein. Per quando rigurada invece l' articolo di Politi mi sembra abbastanza ambivalente, perchè a una prima lettura uò sembrare che stia davvero dalla parte di B16, ma poi si rivela leggermente velenoso ( meno del solito bisogna dargli atto almeno di questo) perchè quando fa quel confronto tra Wotilja e Ratzinger fa apparire quest' ultimo leggermente se non vile almeno non della stessa tempra del primo. Invece lo stiamo vedendo proprio in questi giorni il nostro ha un energia e una tempra davvero notevoli e da far invidia a uomini molto più giovani.
Che Padre Lombardi si riferisse a questo articolo quando parla nella sua intervista che chi si preoccupa della salute del Papa può rassicurarsi che sta bene?

Anonimo ha detto...

Era un pò che non si risentiva Politi ed è sempre il solito,tenendo conto che come dici tu Raffaella,B16 non può contare su Ratzinger ,che il peso del papato è enorme,che parte della Chiesa gli rema contro(non parliamo della stampa e i soliti spocchiosi falsi intellettuali)all'arrivo a Sidney a me è sembrato quello che stava meglio di tutti contento,sereno e scattante e fra un paio di giorni verrà sommerso dall'abbraccio dei giovani di tutto il mondo,che hanno affrontato sacrifici di tutti i generi pur di essere là,per ascoltarlo,per vederlo almeno una volta nella vita,anche a rischio della propria incolumità ,come i ragazzi cinesi(8)che rischiano ritorsioni in patria,perchè loro lo sanno lo sperimentano che solo dal Papa vengono parole di vita,e che questo Papa li ama infitamente

Anonimo ha detto...

Mmmmh... un Ratzinger di Ratzinger non c'è proprio, a meno che non stia già lavorando nel segreto e non venga fuori prima o poi. Io non mi stupirei di un Ladaria, nuovo segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, un abbastanza giovane e brillante teologo che ha dato un contributo determinante alla stesura della Dominus Jesus. E poi Wojtyla ha provvidenzialmente avuto bisogno di un Ratzinger per affrontare ben 26 e passa anni di pontificato. Speriamo allora in un Ratzinger di Ratzinger al più presto. E lunghissima vita a Benedetto XVI!