29 agosto 2008

India. Benedetto XVI condanna le violenze interreligiose e gli attacchi contro i cristiani nell'Orissa (Marroni)


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VIOLENZE ANTI-CRISTIANE IN INDIA: RACCOLTA DI ARTICOLI

India. Benedetto XVI condanna le violenze interreligiose e gli attacchi contro i cristiani nell'Orissa

Il Papa: basta attacchi alla vita

Invito a «ristabilire la convivenza pacifica e l'armonia tra le comunità»

Carlo Marroni

ROMA
Il Papa interviene a difesa delle comunità cristiane in India vittime di violenze da parte della maggioranza hindu. Nel giorno in cui sono stati trovati altri tre morti, che fanno salire il bilancio delle vittime degli scontri a undici in tre giorni, Benedetto XVI ha condannato con fermezza le «violenze contro le comunità cristiane dello Stato indiano dell'Orissa».
Nel corso dell'udienza generale nell'Aula Nervi in Vaticano, il Papa ha anche esteso la condanna all'episodio, definito «deplorevole», che ha innescato la crisi e che ha visto come vittima il capo hindu Swami Lakshmananda Saraswati, e ha lanciato un appello ai leader religiosi e alle autorità civili dell'India «a lavorare insieme per ristabilire tra i membri delle varie comunità la convivenza pacifica e l'armonia, che sono state segno distintivo della società indiana».
Benedetto XVI ha voluto legare con un appello al dialogo i due aspetti di una vicenda che sta seguendo, ha detto, «con profonda tristezza».
E ha così teso la mano verso gli hindu, ai quali ha reso onore sia sottolineando i tradizionali rapporti di collaborazione tra le religioni in India sia riconoscendo il torto iniziale da essi subito, senza nemmeno soffermarsi sul fatto che i colpevoli del primo omicidio non sono noti e certamente non sono suore o sacerdoti cattolici.
«Mentre condanno con fermezza ogni attacco alla vita umana ha poi concluso - esprimo spirituale vicinanza ai fratelli e alle sorelle così duramente provatie imploro il Signore che li accompagni e sostenga in questo tempo di sofferenza e dia loro la forza di continuare nel servizio d'amore in favore di tutti».
Intanto il vescovo di Bhubaneshwar, capitale dell'Orissa, Raphael Cheenath, è giunto ieri a New Delhi (senza rientrare nella sua diocesi per consiglio della polizia), dove oggi incontrerà il primo ministro, Manmohan Singh, al quale chiederà un maggiore intervento del Governo federale e locale per prevenire queste situazioni. Oltre alle vittime (nel frattempo i due missionari rapiti lunedì, un gesuita e un verbita, sono tornati a casa), le chiese distrutte sarebbero almeno 25, mentre la violenza e il clima di ostilità nei confronti dei cristiani non accenna a diminuire: a tre giorni dall'inizio degli scontri nell'Orissa la situazione non accenna a tornare alla normalità e arrivano notizie di vere e proprie efferatezze, come riferisce l'agenzia Asianews, di persone uccise e poi fatte a pezzi.
Interpellato da Radio Vaticana, l'arcivescovo di Mumbai e presidente dei vescovi indiani, cardinale Oswald Gracias, ha parlato di un aumento delle violenza: «Abbiamo rivolto un appello al Governo affinché intervenga subito». Inoltre Gracias ha spiegato che le violenze delle forze fondamentaliste hanno lo scopo di impedire alla Chiesa di lavorare «per i diritti umani, per i poveri. Non vogliono che la Chiesa contribuisca a innalzare il livello di vita di questa gente: per questo ci sono problemi». I vescovi dell'India hanno annunciato, in segno di protesta contro le violenze, la chiusura domani delle 25mila scuole e collegi cattolici mentre è stata indetta per il 7 settembre una giornata di preghiera e digiuno.

BILANCIO PESANTE

Sono 11 le vittime di tre giorni di scontri con gli hindu Scuole cattoliche chiuse per protesta domani, appello al Governo dai vescovi

© Copyright Il Sole 24 Ore, 28 agosto 2008

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