30 agosto 2008

Card. Bagnasco: "Tante sanguinose persecuzioni ma non vedo particolari reazioni di sdegno"


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Bagnasco: tante sanguinose persecuzioni ma non vedo particolari reazioni di sdegno

GENOVA

Le «sanguinose persecuzioni» contro i cristiani in alcuni Paesi del mondo sono una situazione «molto triste di sofferenza e morte sulla quale non sento particolari reazioni di sincero sdegno, di condanna e di richiamo».

Lo ha detto il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, durante la Messa in occasione dei festeggiamenti per la festa della Madonna della Guardia. «La libertà religiosa – ha affermato il porporato – è un diritto umano preciso che fa parte della Carta dei diritti universali» e «dovrebbe ormai appartenere alla coscienza dell'umanità». «Ma così purtroppo non è – ha aggiunto –, perché non tutto ciò che è scritto sulle Carte è scritto anche nelle menti e nei cuori».
Sugli scontri in atto nel Caucaso, il cardinale ha detto che la crisi ha rievocato «fantasmi che speravamo sepolti per sempre»: «Quest'anno il nostro pellegrinaggio è segnato da una particolare preoccupazione» e si svolge in un momento «di tensioni molteplici e gravi». «Mi riferisco – ha spiegato – alla situazione del Caucaso, che ha messo in seria difficoltà le relazioni Est-Ovest, riesumando fantasmi che speravamo sepolti per sempre».
«Ma – ha poi aggiunto l'arcivescovo di Genova – quante altre situazioni, dimenticate ma per nulla risolte, di guerre locali, di conflitti e di ingiustizia, sono presenti in tante parti del mondo, a partire dal continente africano!».

Di queste guerre, ha continuato il cardinale, «i mezzi di comunicazione di solito non parlano, ma i missionari là vivono ogni giorno, insieme alle popolazioni colpite, insieme alla povera gente, che è sempre più esposta, soffre e muore».

Dopo aver ricordato l'impegno della Caritas nazionale e il recente stanziamento di fondi da parte della Cei per le popolazioni del Caucaso, il cardinale Bagnasco ha quindi esortato i fedeli a «pregare seriamente e fare penitenza», offrendo alla Madonna sia «i nostri sacrifici» che «le rinunce a piccoli benesseri». «Speriamo – ha poi aggiunto – che l'opinione pubblica, sempre così pronta a essere visibile e rumorosa in occasioni simili, si mostri altrettanto presente ed efficace».

© Copyright Eco di Bergamo, 30 agosto 2008

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