28 agosto 2008

Induisti italiani scrivono al Papa: solidarietà ai cristiani


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VIOLENZE ANTI-CRISTIANE IN INDIA: RACCOLTA DI ARTICOLI

India/ Induisti italiani scrivono a Papa: solidarietà ai cristiani

Di Maria: A Orissa violenze di pochi fanatici strumentalizzati

Roma, 28 ago. (Apcom)

Gli induisti italiani hanno scritto al Papa per testimoniare la loro solidarietà ai cristiani vittime di persecuzioni in India.

"Siamo particolarmente vicini ai cattolici e al Papa, a cui ho anche scritto per dirgli che la sua sofferenza è la mia sofferenza, e per unirmi al suo appello al dialogo", rende noto Franco Di Maria 'Jayendranatha', presidente dell'Unione induista italiana. "Il fondamentalismo rappresenta una seria minaccia per la pace nel mondo, va contrastato, combattuto senza se e senza ma, tanto più quando porta alla soppressione di vite umane", afferma il capo dei circa cento mila induisti italiani. Di Maria loda anche le iniziative del Governo italiano e del giornale 'Liberal'. "Non sta a noi risolvere questi problemi, ma segnalarli, e siamo accanto a chiunque li segnali", afferma.
Le violenze degli induisti nello stato indiano di Orissa, per Di Maria, sono opera di "pochi fanatici politicamente strumentalizzati che non rappresentano certo l'induismo, che è una religione mite, non aggressiva, capace per millenni di convivere con altre religioni e culture. I tratti di fondamentalismo - rileva peraltro il presidente dell'Unione induista italiana - appaiono in India con il colonialismo britannico, è un portato occidentale". La religione indù, ricorda Di Maria, "non fa proselitismo perché è convinta che tutte le religioni portino la salvezza. Le religioni sono come barche che ci portano sull'altra sponda, non ha senso dire che la mia barca è meglio della tua".

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