28 agosto 2008

La Chiesa ricorda Sant'Agostino. Il Papa: ha insegnato all'uomo che per trovare se stesso ha bisogno di incontrare Dio-Amore (Radio Vaticana)


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La Chiesa ricorda Sant'Agostino. Il Papa: ha insegnato all'uomo che per trovare se stesso ha bisogno di incontrare Dio-Amore

La Chiesa ricorda oggi Sant’Agostino, vescovo d’Ippona e dottore della Chiesa. Una figura al quale è molto legato Benedetto XVI che gli ha dedicato all’inizio di quest’anno ben cinque catechesi nel corso dell’udienza generale del mercoledì. Ce ne parla Sergio Centofanti.

“Uomo di passione e di fede, di intelligenza altissima e di premura pastorale instancabile”: così Benedetto XVI ha definito Sant’Agostino. Nato a Tagaste, nell’odierna Algeria, nel 354, si convertì dopo “un lungo e tormentato itinerario interiore”. Cercava la verità con la sola ragione ma poi ha capito che ragione e fede non si possono separare né contrapporre. Credi per comprendere – diceva – e comprendi per credere:

“Credi per comprendere: il credere apre la strada per entrare nelle porte della verità (…) ma anche, inseparabilmente, comprendi, vedi la verità per poter trovare Dio e credere”.

L’uomo è un grande enigma e un grande abisso – scriveva Sant’Agostino – e solo incontrando Dio può scoprire chi è veramente:

“La presenza di Dio nell’uomo è profonda e nello stesso tempo misteriosa, può essere riconosciuta e scoperta nel proprio intimo: ‘Non andare fuori - afferma Agostino - ma torna in te stesso; nell’uomo interiore abita la verità; e se troverai che la tua natura è mutabile, trascendi te stesso' (…) Tendi dunque là dove si accende la luce della ragione. Proprio come egli stesso sottolinea (…) all’inizio delle 'Confessiones', la sua autobiografia spirituale: ‘Ci hai fatti per te e inquieto è il nostro cuore finchè non riposa in te’. La lontananza da Dio equivale allora alla lontananza da se stessi”.

Dio è amore – diceva ancora Sant’Agostino - e l’incontro con Lui è la sola risposta alle inquietudini del nostro cuore. E tutta la storia umana viene vista dal vescovo d’Ippona come una lotta tra due amori, benché guidata dalla Divina Provvidenza:

“E’ questo è il suo disegno fondamentale, la sua interpretazione della storia: la lotta di due amori, amore di sé sino all’indifferenza per Dio e amore di Dio sino all’indifferenza di sé, alla piena libertà da sé per gli altri, nella luce di Dio”.

Peccare, secondo Agostino, è cercare l’amore nel posto sbagliato. E lui, che ha fatto esperienza delle proprie debolezze, ha sperimentato anche l’infinita misericordia di Dio comprendendo che abbiamo bisogno di una conversione continua, che ogni giorno umilmente dobbiamo iniziare da capo:

“Noi abbiamo sempre bisogno di essere lavati da Cristo - che ci lava i piedi - di nuova conversione, fino alla fine. Abbiamo bisogno di questa umiltà che riconosce che siamo peccatori in cammino finché il Signore ci da la mano definitivamente e ci guida alla vita eterna”.

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