28 agosto 2008
Lettera dell'arcivescovo di Canterbury: "I risultati della conferenza di Lambeth" (Osservatore Romano)
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Lettera dell'arcivescovo di Canterbury
I risultati della conferenza di Lambeth
"La Conferenza di Lambeth 2008 non è stato un momento per formulare nuove leggi o decisioni vincolanti, nonostante il modo in cui alcuni partecipanti hanno espresso le loro aspettative. La Conferenza ha delineato con fermezza una necessità prioritaria: la nostra comunione che, per il momento, è stata la ricostruzione di relazioni, il ripristino della fiducia nell'altro e della fiducia nella nostra identità anglicana". Lo sottolinea l'arcivescovo di Canterbury, Rowan Douglas Williams, in una lettera indirizzata ai vescovi anglicani con ulteriori riflessioni sulla Conferenza, che è riuscita a suscitare "molte e significative convergenze", rafforzando i vincoli dell'"essere insieme", secondo il giudizio in particolare di alcuni vescovi di recente nomina.
Secondo l'arcivescovo, tutti i partecipanti alla Conferenza hanno percepito il clima di fratellanza e di collaborazione ma hanno anche riconosciuto che rimanere insieme costituisce una "sfida", in quanto sul cammino di comunione incombe, purtroppo, la possibilità di ulteriori divisioni. Ad esempio, le proposte per un "patto" anglicano sulle tematiche emergenti e delicate potrebbe non essere condiviso da alcuni. Non è emerso ancora un chiaro segnale che una sorta di alleanza aiuterà a rafforzare identità e coesione. I vescovi, poi, intendono evitare il ricorso a un "tono giuridico" se non addirittura a un "un ordine" giuridico.
L'arcivescovo Williams ricorda anche la tristezza per l'assenza a Lambeth "di molti dei nostri colleghi, i quali non hanno voluto condividere il nostro essere insieme"; una mancanza che però non ha offuscato il "nostro desiderio di costruire ponti e ripristinare la nostra comunione".
Il documento finale della Conferenza, secondo l'arcivescovo, non è un "riferire" formale nello stile delle precedenti conferenze, ma ha evidenziato con efficace sintesi gli obiettivi e le convergenze comuni.
"In primo luogo - si legge nella lettera -, vi è stata una confortante unità circa la necessità per la Chiesa di svolgere pienamente il suo ruolo in tutto il mondo per la lotta contro la povertà, l'ignoranza e la malattia". Per tendere agli "Obiettivi di sviluppo del Millennio", è stato più volte sottolineato nella Conferenza di Lambeth, occorre una più efficace collaborazione a livello internazionale, con le agenzie, sia governative sia non governative; le agenzie di sviluppo sono necessarie per creare una rete di solidarietà con le Chiese per aiutarle a moltiplicarsi e a migliorare le loro capacità di produrre cambiamento per il bene della giustizia.
"Per favorire questa prospettiva, è stato convenuto - si legge ancora nella lettera - che abbiamo bisogno di una capacità molto maggiore di comunione per coordinare il lavoro nel settore dello sviluppo".
In secondo luogo, per l'arcivescovo Williams, sulla controversa questione del giorno in materia di sessualità, è emersa una diffusa convinzione che prematuri o unilaterali locali cambiamenti favoriscono il rischio di insanabili divisioni, nonostante il rispetto della diversità delle opinioni espresse su tali questioni.
Oltre a un ampio sostegno per una moratoria nei settori già citati, si sono registrate convergenze per l'idea di un "Forum pastorale" come un mezzo per affrontare le attuali e future tensioni, e come fucina di proposte. È stata inoltre auspicata - si legge ancora nella lettera - "un'attenta riflessione sulla dottrina cristiana in materia di natura umana e un continuo approfondimento della nostra comprensione del matrimonio cristiano".
In terzo luogo, vi è stata una "generale volontà di trovare modi migliori per gestire la nostra attività come Comunione Anglicana".
Un dato rilevante, conclude l'arcivescovo di Canterbury, emerso dalla Conferenza di Lambeth, è la "volontà di comunione" e la ricerca di reciproca collaborazione sia all'interno della Comunione Anglicana, sia con la Chiesa cattolica e le altre famiglie cristiane.
(©L'Osservatore Romano - 28 agosto 2008)
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