29 agosto 2008

L´appello del Papa per i cristiani: "Basta attacchi alla vita umana" (Bultrini)


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L´appello del Papa per i cristiani: "Basta attacchi alla vita umana"

Nonostante il coprifuoco sono state distrutte 25 chiese Migliaia le persone in fuga nella giungla

RAIMONDO BULTRINI

I giorni passano ma la polizia non riesce ancora a riportare l´ordine nel distretto di Kandhamal, in Orissa. Anche ieri sono continuati gli assalti dei fondamentalisti indù contro cattolici e cristiani accusati dell´omicidio di un leader religioso, nonostante le autorità abbiano ordinato agli agenti di sparare a vista contro chiunque violi il coprifuoco.
Il numero delle vittime è salito a 11, le chiese distrutte sarebbero almeno 25: e ieri, al quarto giorno delle violenze contro i cristiani, il Papa ha alzato la voce per condannare «ogni attacco alla vita umana» e per supplicare «i leader religiosi e le autorità civili affinché collaborino per ritrovare l´armonia, da sempre segno distintivo della società indiana».

Benedetto XVI non offre alcuna sponda a chi volesse, in questa contrapposizione dalle tragiche conseguenze, fomentare odi e accuse. Ma condanna senza esitazione i violenti e richiama tutta l´India a salvaguardare l´immagine di democrazia e rispetto che ha saputo conquistarsi negli ultimi decenni.

«Mentre condanno con fermezza ogni attacco alla vita umana, la cui sacralità esige il rispetto di tutti - ha detto il papa nel suo appello - esprimo spirituale vicinanza e solidarietà ai fratelli e alle sorelle nella fede così duramente provati».
Sarebbero ormai migliaia gli abitanti costretti alla fuga nella giungla dove vivono all´addiaccio flagellati dalle piogge monsoniche. Centri urbani e villaggi sono infatti in balia di gruppi di fanatici religiosi indù armati di bastoni, coltelli e taniche di benzina per assaltare e bruciare le abitazioni dei cristiani, le chiese, le scuole e i centri di culto. Le testimonianze sul numero delle vittime diventano sempre più contraddittorie e ieri sono stati ritrovati a Phiringia e Raikia i corpi di altre tre persone, presumibilmente cattolici, uno dei quali è giunto in ospedale in fin di vita dopo essere stato massacrato a colpi di machete. Altri corpi potrebbero ancora giacere sotto le macerie delle abitazioni del villaggio di Barakhama dove martedì si sono verificati gli scontri più cruenti tra manifestanti indù e cristiani, con quattro vittime ufficiali, tutti uccisi - secondo fonti delle autorità - dalla polizia che cercava di impedire gli assalti dei fondamentalisti.
Un´organizzazione di fede battista ha riferito che i morti potrebbero essere almeno 25, ma è impossibile trovare conferme. La stessa polizia e i gruppi paramilitari spediti dal governo regionale con grande ritardo hanno difficoltà a rimuovere alberi, auto e sassi piazzati lungo le strade che attraversano i luoghi più caldi del conflitto.

© Copyright Repubblica, 28 agosto 2008 consultabile online anche qui.

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