22 settembre 2008

Il Papa alla vigilia dell'assemblea generale dell'Onu «Solidarietà e fraternità prevalgano su ogni altra ragione» (Bobbio)


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Il Papa alla vigilia dell'assemblea generale dell'Onu «Solidarietà e fraternità prevalgano su ogni altra ragione»

nostro sevizio

Alberto Bobbio

Città del Vaticano

Povertà estrema, ingiustizie, malattie così diffuse da diventare pandemie. Benedetto XVI ieri all'Angelus, con forza, ha spiegato che così non si può andare più avanti e che la soluzione dei drammi che affliggono l'umanità non deve essere assolutamente considerato un obiettivo troppo ambizioso: «Solidarietà e fraternità prevalgano su ogni altra ragione».
È un altro appello sulla strada del tentativo estremo di salvare i cosiddetti «Obiettivi del Millennio», che le Nazioni Unite hanno indicato da qualche anno e che dovrebbe portare a ridurre la fame e la povertà entro i prossimi sette anni di almeno un terzo, e sui quali la Santa Sede non smette di richiamare la comunità internazionale. Ieri Benedetto XVI ha parlato di questi argomenti perché martedì si apre a New York l'assemblea generale delle Nazioni Uniti. Ma lo ha fatto anche perché la lettura del Vangelo di ieri lo imponeva come riflessione da offrire a tutti i popoli e soprattutto ai governi.

il comandamento dell'amore

Il Papa ha ricordato quando, nel giorno della sua elezione, si rivolse alla folla in piazza San Pietro e si presentò «come un semplice e umile lavoratore della vigna del Signore». «Ebbene – ha detto – nel Vangelo di oggi, Gesù racconta proprio la parabola del padrone che a diverse ore del giorno chiama operai a lavorare nella sua vigna. E alla sera dà a tutti la stessa paga, un denaro, suscitando la protesta di quelli della prima ora». Per il Papa il messaggio di questa parabola sta anche nel fatto «che il padrone non tollera, per così dire, la disoccupazione: vuole che tutti siano impegnati nella sua vigna».

il flagello delle pandemie

È evidente che per Benedetto XXI ciò significa lavorare per migliorare il mondo secondo il comandamento dell'amore, più volte sottolineato in molti suoi discorsi e in tutte le sue encicliche. Dopo la recita dell'Angelus ha legato la lettura del Vangelo all'apertura dell'assemblea dell'Onu con l'appello ai leader di tutto il mondo: «Vorrei rinnovare l'invito affinché si prendano e si applichino con coraggio le misure necessarie per sradicare la povertà estrema, la fame, l'ignoranza e il flagello delle pandemie, che colpiscono soprattutto i più vulnerabili». Secondo Benedetto XVI «un tale impegno, pur esigendo in questi momenti di difficoltà economiche mondiali particolari sacrifici, non mancherà di produrre importanti benefici sia per lo sviluppo delle Nazioni che hanno bisogno di aiuto dall'estero sia per la pace e il benessere dell'intero pianeta».
Il Papa in pratica ha detto che nessuno può invocare la scusa la recessione mondiale per evitare di aiutare i più poveri. La parole ricordano la riflessione sulla «responsabilità di proteggere» che Ratzinger aveva svolto in primavera a New York al Palazzo di Vetro. Anche allora aveva ricordato gli Obiettivi del Millennio e il ruolo non solo delle grandi organizzazioni umanitarie internazionale, ma anche dei singoli Stati membri. A luglio il rapporto internazionale delle Nazioni Unite sullo sviluppo umano ha sottolineato che sugli Obiettivi del Millennio c'è un forte ritardo, rispetto alla scadenza fissata. Anzi alcuni Paesi vi si stano allontanando rispetto ai dati della fine del Novecento.

L'allarme per 50 paesi

In 50 Paesi, dove vivono quasi un miliardo di persone, la povertà, la mortalità infantile, la malaria, l'Aids, la morte per fame e per sete, stanno aumentando invece che diminuire. È per questo che il Papa ieri a chiesto più impegno da parte della comunità internazionale. Benedetto XVI ha anche parlato dei cicloni che hanno colpito nelle scorse settimane alcuni Paesi dei Caraibi e, con meno violenza, la costa degli Stati Uniti. Ha citato Cuba, Haiti, la Repubblica domenicana e il Texas: «Vorrei nuovamente assicurare a tutte quelle care popolazioni il mio speciale ricordo nella preghiera. Auspico, inoltre, che giungano prontamente i soccorsi nelle zone maggiormente danneggiate».
Secondo il Papa i criteri di solidarietà devono prevalere su «ogni altra ragione». Il riferimento va agli aiuti che spesso (e in questo caso) sono stati rifiutati o non offerti per ragioni di carattere politico.
Poco prima di recitare l'Angelus da Castelgandolfo, nella Messa celebrata nella vicina cittadina di Albano in occasione della fine dei restauri della cattedrale, Benedetto XVI aveva invitato ad aprire i cuori «al perdono e alla riconciliazione fraterna».

© Copyright Eco di Bergamo, 22 settembre 2008

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