22 settembre 2008
I vescovi alla ricerca del successore di Betori (Bobbio)
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I vescovi alla ricerca del successore di Betori
Da domani a giovedì il Consiglio permanente della Cei Il Papa ha ricevuto il presidente, cardinale Bagnasco
nostro servizio
Alberto Bobbio
Città del Vaticano
L'udienza è di «tabella», come si dice nel gergo vaticano. Il presidente della Cei incontra il Papa, che è anche Primate d'Italia, quattro volte all'anno, in via ordinaria. Accade tre volte prima delle altrettante sessioni del Consiglio permanente, il «parlamentino» dei vescovi italiani, e una volta prima dall'Assemblea generale dei vescovi in primavera. Ieri mattina Benedetto XVI ha ricevuto il cardinale Bagnasco, proprio perché da domani a giovedì si riunisce il Consiglio permanente e le osservazioni del «Primate d'Italia» sono preziose per il vertice della Conferenza episcopale italiana.
Il Bollettino della Sala Stampa vaticana e la rubrica «nostre informazioni» dell'Osservatore si sono limitate a dare notizia dell'udienza e nessun particolare si è appresso riguardo all'incontro. Quello della prossima settimana sarà anche l'ultimo Consiglio permanente a cui parteciperà il vescovo Giuseppe Betori, già nominato dal Papa arcivescovo di Firenze, che il 26 ottobre prossimo farà il suo ingresso nella diocesi toscana. Prende il posto del cardinale Antonelli, che da qualche mese è stato posto da Ratzinger a capo del dicastero vaticano della famiglia, dopo la morte del cardinale Lopez Trujllo, che lo presiedeva da molti anni.
La nomina del nuovo segretario della Cei è stata sicuramente uno degli argomenti del colloquio tra Bagnasco e il Papa.
Il segretario generale dei vescovi è il principale collaboratore del presidente e ha una visibilità pubblica assai rilevante, oltre che essere il punto principale di coordinamento di tutti gli uffici della Conferenza episcopale italiana e delle Commissioni vescovili. La nomina del segretario viene fatta dal Papa. È questo un privilegio concesso alla Conferenza episcopale italiana, proprio a causa del titolo di Primate d'Italia che ha il Papa. Per le altre conferenze episcopali il segretario viene votato dall'assemblea dei vescovi.
Secondo la prassi, il Consiglio permanente sceglie una terna di nomi che poi viene sottoposta al Pontefice. Il quale, tuttavia, può scegliere anche un nome non presente nella terna. Ma è del tutto improbabile che ieri Bagnasco abbia sottoposto a Benedetto XVI la terna di nomi. Sarà il Consiglio permanente la prossima settimana a redigerla e solo in seguito essa verrà consegnata al Papa. Piuttosto è probabile che ieri tra Bagnasco e Ratzinger si sia avviata una riflessione sul profilo del nuovo segretario, che poi il presidente della Cei riferirà al «parlamentino», il quale ne terrà sicuramente conto nella redazione della terna. Betori comunque terrà la tradizionale conferenza stampa alla fine del Consiglio permanente, nella quale presenterà il comunicato finale, e nella quale, come al solito, si sottopone al fuoco di fila delle domande dei giornalisti sui più svariati argomenti di attualità, anche politica.
Betori in questi anni non si è mai sottratto al commento delle questioni di attualità ecclesiale e anche politica. Ma non ha curato solo questo aspetto della comunicazione della Cei. È stato lui, fine biblista, a seguire tutto il complicato e complesso cammino della nuova traduzione Cei della Bibbia e del Messale. È stato lui che ha sollecitato gli artisti di arte contemporanea a confrontarsi con le tematiche di fondo delle Scritture e che ha illustrato con le loro opere, e non solo con le tradizionali miniature medioevali, il Messale. La scelta gli è costata critiche da diversi ambienti ecclesiastici.
Oltre le conferenze stampa, il segretario della Cei scrive l'editoriale di Ferragosto del quotidiano «Avvenire», di solito una riflessione sullo stato della Chiesa in Italia e il ruolo dei laici cattolici, che serve per interrogarsi e non dimenticare tematiche importanti anche in piena vacanza. È evidente dunque che la scelta del nuovo segretario è molto delicata.
Ma il Consiglio permanente che si apre domani ha all'ordine del giorno altri temi importanti. Intanto i vescovi cominceranno a riflettere sul tema del piano pastorale della Chiesa italiana per i prossimi dieci anni, dal 2010 al 2020. Tra le questioni poste c'è sicuramente l'emergenza educativa, di cui ha parlato più volte il Papa. Poi il Consiglio dovrà esaminare il testo della nota «Educare al bene comune», presentata dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace. All'ordine del giorno c'è anche l'approvazione di una lettera dell'Episcopato all'Azione cattolica. La prolusione di Bagnasco, che ieri il cardinale ha sicuramente discusso con il Papa almeno nelle sue linee generali, aprirà i lavori del Consiglio domani pomeriggio alle 18, dopo l'adorazione eucaristica nella cappella della Conferenza episcopale.
© Copyright Eco di Bergamo, 21 settembre 2008
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