8 settembre 2008

Il Papa e i giovani: nota Sir


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IL PAPA E I GIOVANI: NOTA SIR

Pubblichiamo la nota SIR di questa settimana

È stata un domenica calda ed eccezionale, quella del 7 settembre, che ha visto, almeno per un giorno, le nostre due più grandi isole rimpallarsi l’attenzione della cronaca nazionale.
Infatti mentre circa duemila giovani danzavano contro la mafia a Catania, mostrando il loro coraggio e alcune potenzialità del loro impegno, a Cagliari, Benedetto XVI richiamava la necessità di “evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile”.
Quando si osserva il contesto italiano sentiamo sistematicamente parlare dell’invecchiamento demografico, dell’impossibilità di pagare le pensioni del 2050, dell’insostenibilità della spesa sanitaria nazionale, tante esigenze da affrontare tenendo ferma la barra del rapporto debito pubblico Pil come condizione sine qua non per ipotizzare qualsiasi possibilità di cambiamento. Eppure, c’è qualcosa di nuovo nell’aria. Domenica 7 settembre alcuni giovani gioiosi e un anziano saggio dimostrano che, prima di ragionare con gli schemi tecnici delle dottrine economiche o delle micro-ideologie self service, occorre fare i conti con uomini e donne in carne e ossa. Si rimane ogni volta stupiti di fronte alla forza dirompente di giovani che, rischiando, continuano ad affermare le loro idee di verità e di giustizia. Però, oggi, ballare in piazza non è più sufficiente, se si vuole offrire un autentico contributo per la crescita della società.
Così le parole del Papa chiedono di osare di più, investendo nel domani. Benedetto XVI invita i laici cristiani a non rimanere attori non protagonisti del dibattito pubblico e tanto meno spettatori alla finestra a volte critici, altre delusi e altre ancora indifferenti. Occorre, invece, sporcarsi le mani nel quotidiano senza rilasciare deleghe o aver paura. Il messaggio è rivolto soprattutto al mondo cattolico, che è chiamato ad offrire il suo contributo per far uscire dall’angolo il nostro Paese. Per passare da manifestazioni o iniziative tematiche ad una presenza significativa, vitale e rappresentativa, al mondo cattolico è necessario un salto di qualità formando - come è avvenuto in un non lontano passato -una generazione capace di rappresentare i bisogni che emergono dal basso e di saperli coniugare con saggezza per il futuro di tutta la famiglia umana, declinando una giustizia riconosciuta e riconoscibile in quanto è capace di applicare un “rigore morale”, iniziando a chiedere a se stessi quello che si chiede agli altri. Testimoniando, con la indispensabile competenza, che l’impegno politico è una delle espressioni più alte ed esigenti della carità.

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