13 settembre 2008
Nessun contrasto tra fede e laicità. Lo ha ribadito il Papa nella conferenza stampa in aereo (Osservatore)
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Il Papa: "Mai Dio chiede all'uomo di sacrificare la sua ragione!" (Radio Vaticana)
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Lo ha ribadito il Papa nella conferenza stampa in aereo
Nessun contrasto tra fede e laicità
dal nostro inviato Mario Ponzi
Non c'è contrasto tra fede e laicità, perché la laicità è nata proprio col cristianesimo.
La "laicità positiva", in particolare, è un invito ad approfondire la conoscenza reciproca tra credenti e non credenti per proseguire nel dialogo. Del resto, il criterio per regolare i rapporti tra Stato e Chiesa lo ha indicato Cristo stesso quando ha detto: "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio".
È questo uno dei passaggi più significativi della conversazione che il Papa ha avuto con i giornalisti al seguito durante il volo verso la Francia.
Poco dopo il decollo dell'aereo, avvenuto nella mattina di venerdì 12 settembre, Benedetto XVI ha incontrato i giornalisti e ha risposto a quattro domande che gli sono state formulate dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede padre Federico Lombardi.
Oltre al tema della laicità, le risposte del Pontefice hanno toccato anche quello della liturgia, con particolare riferimento al motu proprio Summorum Pontificum. Benedetto XVI ha affermato che non esiste contrasto tra liturgia pre e post conciliare. Entrambe hanno la stessa identità e possono arricchirsi a vicenda. Dunque la messa conciliare resta quella ordinaria e il motu proprio rappresenta solo un atto di tolleranza pastorale verso le persone che si sono formate alla liturgia preconciliare.
Al Papa è stato chiesto anche del suo rapporto personale con la Francia. "La conosco molto bene - ha risposto - per esserci stato tante volte. Ma la conosco anche per aver studiato e insegnato molti suoi autori, a cominciare da sant'Ireneo". Il Pontefice ha confidato di aver letto libri di diversi autori francesi, tra i quali Paul Claudel, Jean Daniélou e Jean Guitton. Rispondendo infine a una domanda sul significato del pellegrinaggio a Lourdes, ha ricordato di essere nato lo stesso giorno della festa liturgica di santa Bernadette. Ha aggiunto che a Lourdes non va a cercare miracoli ma l'amore della Vergine, che è la cosa più importante che si possa trovare.
Com'è consuetudine, dunque, il viaggio del Papa è già entrato nel vivo sin dalle prime battute scambiate con i giornalisti in aereo. Del resto, anche nel discorso pronunciato all'Eliseo - il primo di quelli previsti durante i quattro giorni di visita in Francia - Benedetto XVI ha riassunto quelli che saranno i temi portanti del suo viaggio, presentandosi anzitutto come messaggero di speranza in tempi incerti per il riemergere di vecchie diffidenze, tensioni e contrapposizioni tra le nazioni. Appena giunto in questa terra "storicamente sensibile alla riconciliazione tra i popoli", il Pontefice ha rivolto il suo sguardo all'Europa, che ha "urgente bisogno" di essere aiutata a ritrovare "la serenità, l'armonia, la pace". Parole presumibilmente ricorrenti in questo viaggio che, sin dall'inizio, si annuncia foriero di una nuova speranza.
Del resto, sono bastati pochi momenti per rompere il ghiaccio tra il Papa e i francesi. Giusto il tempo di una fugace apparizione all'aeroporto internazionale parigino di Orly - dove Benedetto XVI è giunto alle 11.06 - e il trasferimento all'Eliseo, in macchina tra due ali di folla, e già il Pontefice e la gente sembrano essere entrati in perfetta sintonia. La Francia, terra di antiche tradizioni cristiane e di un vasto patrimonio culturale, è abituata a vivere i grandi eventi della storia e i francesi non rinunciano mai a farlo in prima persona. È stato così anche oggi. I francesi hanno accolto il Papa mostrandogli il volto di chi si apre senza reticenze all'interlocutore, al di là di ogni vera o presunta difficoltà.
Alla vigilia non pochi quotidiani, anche di livello internazionale, avevano definito la visita in Francia come "un viaggio difficile". In realtà, non esistono viaggi facili o difficili. Esistono semmai viaggi diversi.
La Francia, si sa, nonostante le sue profonde radici cristiane, è molto sensibile alla laicità. Quella francese, si dice, è una società secolarizzata che non gradisce confusioni tra religione e questioni sociali, politiche. Indubbiamente è un terreno di confronto difficile, che richiede, e richiederà anche in futuro, uno sforzo notevole. Ma la storia del cristianesimo in Francia può vantare un grande passato e trovare risorse nuove per costruire il futuro della Chiesa. Quanto sia grande questo patrimonio lo dicono i numeri: su poco più di 61 milioni di abitanti, oltre 46 milioni sono cattolici: dunque il 76 per cento dei francesi si riconosce nella religione cattolica. Attualmente esistono sul territorio nazionale oltre 45.000 luoghi di culto: solo le parrocchie sono 16.553. I genitori chiedono per i loro figli l'insegnamento nelle scuole cattoliche del Paese, tanto che gli oltre due milioni di allievi che frequentano istituti cattolici costituiscono il 60 per cento degli studenti francesi. Numerosissime le istituzioni di assistenza operanti sul territorio.
Dunque nel profondo dell'anima permane il valore dell'identità cristiana ereditata dai grandi testimoni della fede nati, vissuti e morti in questa terra. Ha bisogno solo di essere rivitalizzata. E le prime ore trascorse da Benedetto XVI in Francia lasciano intuire la potenzialità di quest'anima.
Numerose persone si sono riversate per le strade di Parigi per vedere, magari anche solo di sfuggita, il Papa. Il programma delle visita è stato ampiamente diffuso nei giorni scorsi. Dunque si sapeva che la mattinata sarebbe stata dedicata esclusivamente al momento ufficiale della visita all'Eliseo. Non erano infatti previsti incontri con la popolazione, ma tanti parigini hanno voluto partecipare. Dall'aeroporto alla residenza del presidente della Repubblica, dove si è svolta la cerimonia di benvenuto, non c'era angolo di strada senza un qualche segno di benvenuto. E non si sono lasciati prendere di sorpresa neppure dalla breve sosta in nunziatura prima dell'incontro al palazzo presidenziale.
Il Papa - che al suo arrivo all'aeroporto era stato accolto dal cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, dal nunzio apostolico Fortunato Baldelli, dal presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy, il quale, facendo un'eccezione al protocollo, ha voluto recarsi personalmente all'aeroporto per ricevere il Papa, e dal primo ministro François Fillon - si è recato all'Eliseo intrattenendosi a colloquio privato con il presidente Sarkozy. Contemporaneamente il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, il sostituto della Segreteria di Stato, arcivescovo Fernando Filoni e il segretario per i Rapporti con gli Stati, arcivescovo Dominique Mamberti, sono stati a colloquio con il primo ministro, alla presenza del nunzio apostolico Baldelli. Gli altri componenti del seguito papale - tra i quali i cardinali francesi Jean-Louis Tauran, Paul Poupard e Roger Etchegaray - hanno atteso con le altre autorità civili presenti. Al termine del colloquio tra il Papa e il presidente, durato quindici minuti, ha avuto luogo lo scambio dei doni. Tra i regali offerti da Sarkozy al Pontefice, un'edizione originale di Pascal e una litografia di Mozart, insieme con una medaglia ricordo.
Nel frattempo la città è andata sempre più animandosi. E quando Benedetto XVI ha lasciato l'Eliseo per raggiungere la nunziatura apostolica, si è ritrovato immerso nell'abbraccio di un popolo in festa. Di immagini del Papa ne sono state distribuite quattrocentomila; quarantamila invece i manifesti affissi e seicento le bandiere con i colori del Vaticano issate lungo le vie della città. Con frasi scritte a caratteri cubitali su manifesti e striscioni i francesi hanno salutato il Pontefice come leader morale, come un uomo libero che porta un messaggio di vita e di speranza, come difensore dei diritti di tutti gli uomini, o semplicemente come padre al quale dare il benvenuto in casa.
Al termine della mattinata il Papa è rientrato in nunziatura dove, nel pomeriggio, ha incontrato i rappresentanti della comunità ebraica e quelli della comunità musulmana prima di presentarsi all'atteso appuntamento con il mondo della cultura nel Collége des Bernardins. La prima giornata della sua visita alla Francia si è conclusa, a sera inoltrata, sul sagrato di Notre-Dame, dove ha dato inizio alla veglia di preghiera dei giovani in preparazione alla messa di sabato.
(©L'Osservatore Romano - 13 settembre 2008)
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