1 ottobre 2008
Card. Bagnasco: "Celebrare i matrimoni curando la liturgia all´insegna della massima sobrietà, senza nulla concedere a originalità e personalismi"
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I matrimoni dell'era Bagnasco
Schubert e canzonette al bando
Dopo il monito di Bagnasco, a rischio Boccelli, Baglioni e l´Ave Maria. Il presidente della Cei al Gaslini: "La ricerca sia fatta con signorilità"
di Nadia Campini
"CON te partirò" di Andrea Bocelli e "Io ti prendo come mia sposa" di Claudio Baglioni sono le canzoni più gettonate, ma c´è anche chi ha chiesto i Led Zeppelin per accompagnare l´ingresso in chiesa della sposa. Per non parlare della Missa brevis di Mozart o dell´Ave Maria di Schubert, che saranno pure testi classici, ma stanno comunque al di fuori della liturgia sacra.
Nel corso dei decenni dopo il Concilio Vaticano II le variazioni introdotte nella liturgia della messa si sono moltiplicate, i canti accompagnati dalla chitarra degli scout sono diventati quasi un classico nelle messe domenicali, ma è soprattutto nei matrimoni che la coreografia si è ampliata e i parroci si sono trovati a volte complici a volte succubi di questo trend. E´ da qui che nasce il richiamo formulato domenica in occasione dell´apertura dell´anno pastorale dall´arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco a celebrare i matrimoni «curando la liturgia all´insegna della massima sobrietà, senza nulla concedere ad originalità e personalismi», anche perché «comportamenti e prassi diversi, se non addirittura opposti, sarebbero motivo di confronto e giudizio che non alimentano al comunione ecclesiale».
L´invito è rivolto quindi soprattutto ai parroci, a non cedere di fronte alle richieste fantasiose degli sposi, che sono le più svariate. C´è chi pretenderebbe di affiancare alla lettura dei testi sacri la recita delle poesie di Prèvert sull´amore e gli innamorati, o di far parlare dall´altare anche la mamma o il fratello, ma le variazioni più richieste, e anche più accolte, sono quelle che riguardano le musiche: rock, country, classica, di tutto di più, mentre in teoria nemmeno la gettonatissima Ave Maria di Schubert è ammessa, perché è un Lied composto in origine per essere inserito in un testo profano. Oltre tutto nei secoli passati era molto in uso il «travestimento musicale», vale a dire musiche dall´apparenza religiosa ma che non avevano niente a vedere con la chiesa, e anzi, spesso avevano intenzioni opposte. «La verità è che il Concilio Vaticano II ha concesso sufficiente autonomia per permettere a ciascuno di esprimere la propria creatività anche in questo momento particolare - spiega monsignor Marco Granara, rettore della Guardia - basta non esagerare».
Peraltro il cardinale Bagnasco è uno che ci tiene a rispettare una forma sobria. Lo ha fatto capire al suo arrivo a San Lorenzo, chiedendo alcune variazioni nella liturgia della messa in cattedrale, lo ha ribadito ieri, anche se in un´occasione diversa e in un altro ambito, al Gaslini, alla messa in memoria del fondatore, Girolamo Gaslini, quando ha sottolineato che oltre alla ricerca scientifica e alla cura nelle quali l´ospedale pediatrico è all´avanguardia, occorre mantenere anche «un tratto di affabilità, di signorilità dell´anima in tutti i rapporti che animano i doveri quotidiani, per fare in modo che il Gaslini sia davvero il santuario della vita di cui ha parlato Papa Benedetto XVI».
© Copyright Repubblica (Genova), 30 settembre 2008 consultabile online anche qui.
Bagnasco: "Meno sfarzo nei matrimoni"
Il richiamo dell´arcivescovo nell´apertura dell´anno pastorale: serve più sobrietà. Apertura ai laici: "Venite in cattedrale a riflettere con noi"
Celebrare i matrimoni «curando la liturgia all´insegna della massima sobrietà, senza nulla concedere a originalità e personalismi».
L´invito arriva dall´arcivescovo di Genova e presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, nell´omelia per la celebrazione dell´avvio del nuovo anno pastorale. Bagnasco si è anche lasciato andare a una esclamazione sulla capacità di vivere i sentimenti: «Quanta confusione sul concetto di amore» ha detto dopo avere concluso la lettura. La pastorale familiare rimanda infatti al più ampio compito dell´educazione affettiva, ha detto, e riguarda l´amicizia, i gruppi, la coppia e la famiglia. Emergono numerose problematiche, ha detto Bagnasco, e tutti devono farsi carico di questi problemi.
Sui matrimoni, il cardinale invita i cristiani a svolgerli «all´insegna della sobrietà» perché «comportamenti e prassi diversi, se non addirittura opposti, sarebbero motivo di confronto e giudizio che non alimentano la comunione ecclesiale». Evangelizzazione e cura pastorale della famiglia sono per Bagnasco le strade da percorrere per rispondere all´attuale crisi della famiglia e del matrimonio.
Dal presidente della Cei arriva anche un´apertura sul fronte della laicità: «Un tema che è non solo di grande attualità ma anche di grande necessità», ha detto, confermando l´avvio di un ciclo di incontri ad alto livello su questo tema invitando tutti a partecipare, non solo i cristiani. Ai fedeli, il cardinale ha presentato l´iniziativa diocesana "Cattedrale aperta", nell´ambito della quale si terrà il ciclo di incontri intitolato "Laicità, significati e prospettive", e ha spiegato: «C´è grande confusione sulla laicità e sul laicismo», e con questa iniziativa «bella e preziosa, potremo ascoltare parole chiare e chiarificatrici con relatori di altissimo livello».
© Copyright Repubblica (Genova), 29 settembre 2008
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4 commenti:
Se una Missa Brevis di Mozart è "al di fuori della liturgia", Socrate è al di fuori del genere umano...
(Cosa dobbiamo leggere ormai..)
Caro "Anonimo", la "Missa Brevis" sarà anche un'opera d'arte meravigliosa, ma una celebrazione liturgica NON è un concerto. La musica è al servizio della liturgia, non viceversa.
Cosa tocca sentire nei commenti dei blog oggi...
Beh ...... non ho mai assistito ad un matrimonio che riportasse come brano musicale un brano di Mozart...... devo dire che è una cosa rarissima!
Comunque, mi è capitato di assistere a matrimoni in cui è stato suonato di tutto.........!
e visto che sono di Roma, ci mancava solo " Ma che ce frega ma che ce importa!"
Come siamo caduti in basso e che razza di musica tocca sentire in certi matrimoni!
No, Davide, si sbaglia di grosso: se avesse ragione Lei, allora lo stesso Benedetto XVI avrebbe ben sbagliato a celebrar Messa a Santo Stefano a Vienna, durante l'ultima sua visita in Austria l'anno scorso, facendo/lasciando adottare come (note dell')Ordinario la Missa Cellensis , di Haydn (certamente non sostanzialmente differente da una coeva Missa Brevis salisburghese mozartiana). ..Per non dire di quando Giovanni Paolo II , di venerata memoria, ha celebrato in San Pietro , per San Pietro e Paolo, nell''85, con la Messa 'dell'incoronazione' di Mozart, diretta da Herbert von Karajan con i Wiener..
E poi: persino in terra di 'fedele applicazione' della Sacrosanctum Concilium come Germania ed Austria -per dirne solo due- se va in una qualsisi parrocchia Le potrebbe capitare molto più frequentemente di quanto Lei possa immaginare (se si basasse meramente sull'esperienza italiana) di trovare celebrazioni domenicali/festive, ove il locale coro parrocchiale, magari accompagnato da validi strumentisti autoctoni, esegue Messe e mottetti anche mozartiani.. Sì, certo, anche le 'famigerate' "troppo frivole, sbrigative, mondane...antiliturgiche" Missae Breves...
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