2 novembre 2007

L'Occidentale: il Papa parla ai Cattolici! Intanto Flores D'Arcais suggerisce che ad essi siano preclusi certi lavori...


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di Assuntina Morresi

Nei giorni immediatamente successivi all’elezione di Benedetto XVI, il noto conduttore Gad Lerner, felicitandosi per la sua ascesa al soglio pontificio, ricordò l’incontro pubblico fra il cardinale Joseph Ratzinger e Paolo Flores D’Arcais, sottolineando con stupore che Ratzinger non conoscesse prima di allora la rivista Micromega.
E’ solo un piccolo esempio che dimostra che anche chi non è sprovveduto, come Gad Lerner, ritiene che le massime cariche all’interno della Chiesa Cattolica si occupino di continuo e solo degli avvenimenti italiani, per il solo fatto – probabilmente – che lo Stato del Vaticano si trova in Italia.
Sarebbe bene invece tenere a mente che i fedeli cattolici sono sparsi in quasi tutto il globo terracqueo, e che a tutti loro sono rivolte le parole del Papa e dei suoi principali collaboratori, anche nei discorsi pubblici.

E’ quindi abbastanza imbarazzante, per non dire ridicolo, leggere i commenti di gran parte della stampa italiana all’indomani delle dichiarazioni di Benedetto XVI sull’obiezione di coscienza: il Papa infatti si rivolgeva ad un congresso internazionale di farmacisti cattolici, ed è al contesto internazionale che bisogna riferirsi se si vuole comprendere il suo discorso.

L’obiezione di coscienza a farmaci eutanasici non può certo riferirsi alla nostra nazione, ma, come hanno ben capito i presenti al congresso, ai noti “kit per l’eutanasia” che sono in vendita ad esempio nella catena di farmacie “Multipharma” in Belgio, ed anche in Olanda, al modico costo di 60 euro a confezione, acquistabile dai medici.
Riguardo alla “pillola del giorno dopo”, invece, va ricordato che la legislazione è estremamente differente fra paese e paese. In Francia e Gran Bretagna, ad esempio, si può acquistare questa pillola in farmacia senza ricetta medica, come un farmaco da banco, e le minori possono procurarsela a scuola – dall’età di 11-12 anni - senza il consenso dei genitori, senza obbligo di informarli. Negli Usa la prescrizione medica è solamente per le minorenni; in Italia invece è sempre necessaria e non ripetibile, perché il levonorgestrel, il principio attivo della “pillola del giorno dopo”, è una vera e propria bomba ormonale, e l’obbligo della ricetta medica non ripetibile – stabilito quando era ministro della salute il Dott. Umberto Veronesi – è a tutela della salute delle donne.

E’ chiaro che dove la ricetta medica non è richiesta, la vendita o meno del prodotto è a totale discrezione del farmacista, che ne ha la completa responsabilità.
Nel foglietto illustrativo che accompagna questo tipo di farmaci in commercio in Italia, viene spiegato che non ne è conosciuto con precisione il meccanismo di azione: si ritiene che il principio attivo impedisca la fecondazione (sopprimendo l’ovulazione), ma anche che “potrebbe impedire l’impianto” dell’ovulo fecondato: di conseguenza si provocherebbe una precocissima interruzione di gravidanza.
Ecco quindi che, per quanto riguarda la legislazione del nostro paese, la possibilità dell’obiezione di coscienza dovrebbe essere garantita dai relativi articoli della 194. Potrebbe però essere opportuno, come suggerisce Federfarma, legiferare a proposito, per chiarire dubbi ed evitare conflitti con la norma che obbliga il farmacista a fornire i farmaci richiesti da prescrizione medica, obbligo che – è bene ricordare – è stato stabilito quando questo genere di prodotti non esisteva.
Non pensavamo proprio di doverci trovare, nel 2007, a spiegare ai radicali, come ad es. Marco Cappato (che vuole aiutare i cittadini a denunciare i farmacisti rei di “imposizione di coscienza”) o a militanti della sinistra italiana, il concetto di diritto all’obiezione di coscienza, che da sempre rivendicano come una loro storica conquista culturale e sociale.

Paolo Flores D’Arcais, su Liberazione, sostiene che non bisogna permettere l’ obiezione di coscienza per i ginecologi per quanto riguarda l’aborto, per esempio, e a maggior ragione per i farmacisti. “Chi trova ripugnante per la propria coscienza l’aborto, scelga una diversa professione (nell’ambito della missione medica, del resto, vi sono infinite altre specializzazioni)”: molto democraticamente Flores D’Arcais suggerisce che ai cattolici siano preclusi certi lavori – ce ne sono tanti altri – un po’ come ai neri d’America ai bei tempi.

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Ma si', D'Arcais, toglieteci democraticamente anche il diritto di voto! !
R.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ma è matto? E' una proposta scandalosa escluderci da un lavoro solo perchè cattolici ( Tra le altre cose è anche fuori legge perchè sarebbe discrimainazione per motivi religiosi)
E poi come fa a dire che i tempi delle segregazioni razziali in America erano belli?

mariateresa ha detto...

No, non è matto, è un fanatico lucido e freddo come un frigorifero.
Se potesse lo toglierebbe davvero il diritto di voto perchè , e non lo manda a dire, considera i cattolici pericolosi per la democrazia. Ricordo un'intervista su Repubblica in cui, intervistando Zapatero gli ha posto per ben due volte la stessa domanda "E' pericolosa la Chiesa per la democrazia?" e Zapatero glil'ha data buca rispondendo due volte chiaramente di no.
Sempre su Zapatero rimango però colpita da uno scambio di opinioni che ho visto sul blog di Rodari in cui Stefano Ceccanti ha spiegato che in realtà è in atto un sorprendente avvicinamento tra il governo spagnolo e la Chiesa, anche se il motivo sembrerebbe essere più che ideale, diciamo così, molto pratico e cioè le prossime elezioni. Il link è

http://www.palazzoapostolico.it/dblog/articolo.asp?articolo=217#commento2449

l'intervento cui faccio riferimento è a partire dal post n. 10.
Credo che ad Arcais verrà un colpo.

gemma ha detto...

Forse non ci si rende conto che la libertà di obiettare è uno dei principali capisaldi della democrazia. Se uno stato impone leggi ingiuste e il cittadino non può obiettare, saranno le leggi a fare l'uomo e non l'uomo a fare le leggi (come purtroppo è già accaduto nel passato). Poi, a distanza di un secolo, si condannerà un intero popolo per non aver obiettato, come storia insegna.
Non capisco poi di cosa ci si preoccupi se veramente, come si sente ripetere da più parti, i cattolici sono sempre più in minoranza nella società e il Papa è sempre più anacronistico e fuori dal suo tempo. In teoria, per ogni medico o farmacista obiettore, dovrebbero essercene altri dieci che non lo sono. Dov'è l'emergenza sanitaria e farmacologica per il caso in questione? O forse, in alcuni sta balenando il dubbio inaccettabile di cominciare ad essere loro fuori da un tempo che hanno forgiato ma che non riescono più a modellare perchè ormai ampiamente "andato oltre". Lo dico con onestà, perchè lo penso, c'è stato un tempo in cui porre un freno alle pratiche abortive clandestine era importante per la salute e la dignità delle donne che decidevano di ricorrervi. Ma , senza ergersi a giudici della coscienza di nessuno, nemmeno di chi abortisce, perchè credo che non siamo noi terrestri ad averne il diritto, l'aborto credo debba restare una possibilità estrema per la donna, non diventare un diritto inalienabile. Non si può ignorare che dall'altra parte esiste anche il diritto di qualcun' altro a nascere, che alla fine del terzo mese (per restare entro le norme della nostra legge, in paesi come l'Inghilterra il sesto...sic)) non è più solo un uovo appena fecondato. E nessuno può obbligare alcun operatore sanitario, che ha giurato di operare per la vita, a gettarlo nei rifiuti ospedalieri se la sua coscienza (e non necessariamente la fede religiosa) gli impone di non farlo.
Riguardo alla professione medica, fino alla stesura di un nuovo codice deontologico (e alla prossima dittatura), ciascun medico avrà diritto di agire secondo scienza e coscienza per la salvaguardia della vita. Nessuno credo, iscrivendosi alla facoltà di medicina, abbia scelto di fare il medico per neutralizzare la vita e il ginecologo, da sempre, fa di tutto per aiutare l'embrione a diventare feto e bambino e a nascere.
Che ne dice invece Flores dell'abortologo? Potrebbe diventare il fiore all'occhiello delle prossime facoltà laiciste
Purtroppo però, dall'altra parte, , non posso non tacere, sempre secondo la mia personale opinione che so già non condivisa, che forse sarebbe tempo per la Chiesa di non agire solo sulla coscienza del divieto, di ripensare per esempio sulla demonizzazione del profilattico, riconoscendone se non altro il significato protettivo perchè ciascuno abbia il diritto di proteggere se stesso e il dovere di proteggere gli altri. La castità e la continenza sono valori di santità che la Chiesa ha tutto il diritto di proporre ma per una coppia di "umani" innamorati del terzo millennio non può non esserci un'alternativa perchè così facendo si lascia tutto ciò che è inerente alla sessualità dell'uomo, nelle mani della cultura anticattolica, limitandosi a proibire.