13 novembre 2007

Nuovo lezionario liturgico: il commento de "La Stampa"


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Mai più Ave Maria

Cambia il testo delle preghiere più comuni, presto il nuovo messale

GIACOMO GALEAZZI

CITTA' DEL VATICANO
Parole nuove in Chiesa. Cancellata «mammona» che diventa «ricchezza», via «Ave Maria» trasformata in «rallegrati o Maria», torna il «paraclito» al posto del «consolatore» per qualificare lo Spirito Santo, l’«orgia dei buontemponi» del libro di Amos diventa «orgia dei dissoluti».
Le quasi centomila correzioni alla precedente traduzione della Bibbia (alcune richieste direttamente da Benedetto XVI) cambiano il Lezionario della Chiesa Italiana, il librone nel quale sono raccolte le letture dalla Bibbia per messe, sacramenti e vita comunitaria della Chiesa. «Cambiano le letture bibliche, ma non cambiano le preghiere», afferma il segretario generale della Cei, Giuseppe Betori. Quindi, se la versione del Lezionario di Ave Maria e Padre Nostro è mutata, non lo è, per il momento, il testo delle due preghiere. Il nuovo Lezionario si potrà usare dal prossimo 2 dicembre e diventerà obbligatorio dal 2010: si compone di nove libri e ne sono pronti i primi tre.

Le novità

Il «mormorio» del primo libro del Re diventa «il sussurro di una brezza leggera». Da «Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli» si passa a «Eppure l’hai fatto poco meno di Dio».
La vecchia formula usata da Matteo «ammaestrate tutte le Nazioni» si trasforma in «fate discepoli tutti i popoli. Altre due riguardano l’Annunciazione e il Padre Nostro, ma, appunto, non la preghiera bensì il passo di Matteo. «Ti saluto piena di Grazia» diventa «rallegrati piena di Grazia» (la vecchia versione, precisa Betori, «era troppo banale»).
Mentre la formula del Padre nostro diventa: «Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione».
La nuova traduzione delle Sacre Scritture è la risposta a un’indicazione della Santa Sede di rivedere il testo: per anni ha lavorato una commissione composta da biblisti, musicisti, liturgisti.
«Si è cercata uniformità e continuità nel vocabolario - spiega Betori -. Ci si è preoccupati di assicurare una buona lingua italiana, evitando forme arcaiche. E’ stato curato il ritmo delle frasi».

Anni di studio

Il gruppo di lavoro ha terminato lo studio nell’aprile 2000 e il testo è stato consegnato alla segreteria della Cei che l’ho ha revisionato per poi consegnarlo a tutti i vescovi italiani che l’hanno approvato senza nessun voto contrario.
«Su indicazione di Benedetto XVI abbiamo deciso di rivedere tutto il testo biblico - evidenzia Betori -. Il nuovo lezionario, quindi, non ha il “placet” solo dell’episcopato italiano, ma anche dalla Santa Sede».
Una significativa modifica al testo tocca il concetto di «cattolici adulti», caro all’ala cattolica del centrosinistra, e che deriva dalla lettera di San Paolo agli Efesini. Fin dalla messa «pro eligendo pontifice», Joseph Ratzinger aveva contestato l’espressione «nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo» usata «un po’ semplificando dal testo italiano». «Più precisamente - aveva spiegato il futuro Papa - dovremmo, secondo il testo greco, parlare della “misura della pienezza di Cristo”, cui siamo chiamati ad arrivare per essere realmente adulti nella fede». La Cei, nel nuovo Lezionario, ha accolto l’indicazione di Ratzinger. «Abbiamo obbedito al Santo Padre che criticò la nostra traduzione», puntualizza Betori. La Cei è la prima Conferenza episcopale ad aver coinvolto artisti contemporanei (tra cui Mimmo Paladino) che hanno realizzato 87 opere inedite che illustrano le pagine bibliche. E adesso, dopo il Lezionario, è in arrivo il nuovo Messale.

© Copyright La Stampa, 13 novembre 2007


3 domande all'Arcivescovo Francesco Marinelli

«Volevamo una maggiore fedeltà al testo in latino»

Arcivescovo Francesco Marinelli (commissione Cei per la Liturgia), la messa cambia linguaggio?

«Sì, per ottenere una maggiore fedeltà al testo originario latino. Del resto, anche Benedetto XVI aveva espresso qualche riserva sulla precedente traduzione, che, per esempio, “addolciva” lo spavento suscitato nel popolo dall’insegnamento di Gesù introducendo il vocabolo “stupore”. Il risultato delle modifiche inciderà sulla messa per la prima e seconda lettura ed il Vangelo».

Come ci si è arrivati?

«La svolta è stata nel maggio 2002 quando l’assemblea generale Cei ha approvato la nuova traduzione della Bibbia per l’uso liturgico. La compilazione del Lezionario è avvenuta utilizzando la nuova traduzione. Ma il Lezionario non è l’unica novità in vista».

Cioè?

«E’ pronto il nuovo Messale, la cui traduzione è stata completata ed ora viene sottoposta per un parere alle conferenze episcopali regionali. E, come è accaduto per il Lezionario, la segreteria generale della Cei raccoglierà tutte le indicazioni dei vescovi italiani. I cambiamenti sono significativi e riguarderanno la preghiera dei fedeli, le orazioni, la preghiera dei defunti».

© Copyright La Stampa, 13 novembre 2007

Vorrei ora riportare un passo significativo dell'omelia che il Papa pronuncio' prima di essere eletto.
Raffaella

Dall'omelia della "Missa pro eligendo Romano Pontifice" pronunciata dall'allora cardinale Ratzinger, nella veste di decano del Sacro Collegio Cardinalizio, a poche ore dalla sua elezione a Pontefice:

"Adulta" non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità. Questa fede adulta dobbiamo maturare, a questa fede dobbiamo guidare il gregge di Cristo. Ed è questa fede - solo la fede - che crea unità e si realizza nella carità.

San Paolo ci offre a questo proposito – in contrasto con le continue peripezie di coloro che sono come fanciulli sballottati dalle onde – una bella parola: fare la verità nella carità, come formula fondamentale dell’esistenza cristiana. In Cristo, coincidono verità e carità. Nella misura in cui ci avviciniamo a Cristo, anche nella nostra vita, verità e carità si fondono. La carità senza verità sarebbe cieca; la verità senza carità sarebbe come "un cembalo che tintinna" (1 Cor 13, 1).

1 commento:

Giorgio Occhipinti ha detto...

Non vedo l'ora di poter avere in mano il nuovo messale... Questa nuova versione la trovo davvero molto più vicina al linguaggio della tradizione greco e anche aramaico e non credo proprio che si è voluto cambiare le parole per renderle più facili ma piùvicine a quello che effettivamente era stto scritto.