12 novembre 2007
Cattolici in ripresa in Brasile: dopo anni di emorragia di fedeli, si assiste ad una concreta controtendenza
Vedi anche:
VIAGGIO APOSTOLICO IN BRASILE: SPECIALE
Ateologia, la nuova scienza del bestseller. Opere che fanno mercato ma non convertono nessuno (di Alberto Melloni)
Ancora sul cardinale Etchegaray e la sua "apertura" circa l'ordinazione di preti sposati
PAPA: NON MANIPOLARE IL NOME DI DIO PER FINI POLITICI
La vaticanista Aura Miguel a Tracce: per il Papa il futuro della fede non è più cosa di massa. Benedetto sta puntando ad ogni persona, all'essenziale!
Chiesa e ICI: ci scrive l'Avvocato Colombo Clerici, che ringraziamo per la cortesia e la professionalità
Card. Etchegaray a “Le Parisien”: ordinare preti sposati? La questione può essere posta
Larga eco sulla stampa araba all'incontro del Papa con il Re saudita. I dubbi di Brian O’Connor (da Asianews)
La preoccupazione del cardinale Martini: l'Europa si chiude come una fortezza
Vian: il "mio editore" (Il Papa) vuole un buon giornale, migliorare la diffusione e dare più spazio alle donne
Dal Papa un appello per un mondo solidale
La logica della condivisione esprime in modo autentico l’amore per il prossimo
Folena (Avvenire) smaschera bufale e svarioni sul turismo religioso. Il giurista: l'extraterritorialità non c'entra nulla!
SOLDI ALLA CHIESA VERITA' E BUGIE: LO SPECIALE DI AVVENIRE
Renato Farina: quella volta in cui la Fallaci fumò alla presenza di Papa Benedetto XVI...
La grande svolta dell'Osservatore Romano: più collaboratrici donne (una di loro è ebrea)
"Sorpresa": oggi nessun giornalone, e tanto meno Repubblica, commenta l'articolo di ieri dell'Osservatore Romano!
Tommaso ci racconta l'udienza del Santo Padre alle Confraternite d'Italia
Osservatore Romano (note di agenzia, non abbiamo il testo originale): troppi falsi negli attacchi alla Chiesa
Curzio Maltese: I dubbi di Giovanni Paolo XXIII...
Chiesa ed ICI: tre articoli illuminanti del Sole 24 ore
Mons. Marchetto: il Concilio Vaticano II fu “comunione, anche col passato, con le origini, identità in evoluzione, fedeltà nel rinnovamento"
IL PAPA E L'ISLAM: LO SPECIALE DEL BLOG
VISITA DEL RE DELL'ARABIA SAUDITA AL PAPA: RASSEGNA STAMPA
Cattolici in ripresa nel Brasile che cambia
DA RIO DE JANEIRO GHERARDO MILANESI
La 'frenata' del cattolicesimo in Brasile sembra essere terminata. Lo indica una recente ricerca della Fondazione Getulio Vargas, intitolata «Economia nelle religioni», nella quale si stima che il numero dei cattolici brasiliani quest’anno dovrebbe superare quota 139 milioni, con una percentuale sul totale della popolazione vicina al 74%. È la stessa quota rilevata nel 2000, ma di fatto costituisce una ripresa concreta dopo un decennio nel quale si era assistito a una piccola emorragia di fedeli verso le chiese neo-pentecostali. Da una parte, la pretesa di dare risposte immediate ai problemi quotidiani di milioni di brasiliani indigenti, dall’altra la capillare ricerca di fedeli nelle aree più povere delle metropoli avevano spinto quasi il 10% dei cattolici brasiliani ad abbracciare sette e nuove denominazioni, soprattutto evengeliche e neopentecostali. Nel 1991, infatti, i cattolici erano l´83,3% del totale. Gli evangelici oggi in Brasile sono 43,6 milioni, pari al 23,1% della popolazione: erano solo il 9% nel 1991.
Vi sono vari segnali che indicano una ripresa di adesioni alla Chiesa cattolica. Il successo della visita di papa Benedetto XVI a San Paolo e Aparecida dello scorso maggio, con la canonizzazione di frei Galvão, il primo santo brasiliano di nascita, ha dato impulso a un’opera di rievangelizzazione che è al centro degli sforzi della Chiesa di tutta l’America Latina. Proprio al tema della evangelizzazione di fronte alla sfida degli aggressivi gruppi neo-pentecostali sono stati dedicati parte dei lavori della quinta Conferenza dell’episcopato di America Latina e Caraibi (Celam).
«È necessario dare un nuovo impulso alla vita della Chiesa intesa come missionaria sul campo, la parola di Dio deve penetrare con vigore proprio fra i meno abbienti che sono la grande maggioranza della popolazione », aveva più volte sottolineato il cardinale Cláudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero e arcivescovo emerito di São Paulo. Giustizia sociale, lotta alla violenza, al narcotraffico e alla corruzione (mali endemici del Brasile e di tutto il continente) e un forte no all’aborto sono stati gli altri temi centrali dell’appello finale del Celam. Ma la sfida dei neopentecostali resta un tema centrale su cui riflettere, perché il Brasile appare come il terreno ideale su cui mettere a punto una strategia da esportare in altre realtà vicine. Nella terra del Samba impressiona che un brasiliano su quattro, almeno una volta nella vita, abbia cambiato religione. Dieci milioni di cattolici sono diventati cristiani evangelici o hanno aderito a qualche gruppo neopentecostale, in moltissimi casi a vere sette che affidano la predica a pastori- imprenditori dello Spirito. A Copacabana, una dei quartieri più noti di Rio de Janeiro, il tempio della Igreja Universal do reino de Deus richiama i fedeli nella sala di uno shopping center che assomiglia a un piccolo teatro. All’ingresso la 'locandina': «Hai un figlio alcolizzato? Tuo marito ti tradisce? Sei disperato perché i debiti ti affliggono? – Entra e lo Spirito Santo ti gui- derà verso la soluzione». Risposte immediate, ma anche pentimenti e conversioni. Per ottenere le quali spesso è necessario porre le mani al portafoglio. Almeno il 10 per cento dello stipendio ogni mese, indipendentemente dal reddito. In molti luoghi di culto, spesso improvvisati fra le baracche di una favela, chi si presenta senza banconote può 'scegliere' di privarsi della fede nuziale o della catenina d’oro.
Le pratiche della potente Chiesa universale del regno di Dio o della Renascer o di altri gruppi neopentecostali finiscono spesso sulle pagine dei giornali brasiliani. Pastori incriminati, sacchi di denaro che vanno e vengono, dollari nascosti persino nella Bibbia confiscati all’aeroporto di Miami. Nel documento che nei prossimi mesi sarà reso pubblico, il ruolo centrale lo avrà proprio il tema del riavvicinamento dei fedeli attraverso un’azione più incisiva della Chiesa cattolica nel formare le coscienze. Il cardinale Geraldo Majella Agnelo, vescovo di Salvador de Bahia, non ha dubbi: «Il punto più importante del documento è quello che esprime la necessità di tornare a creare nelle coscienze il senso di comunità, che si è perduto oggi a causa dell’individualismo, del consumismo e del relativismo».
Il compito appare particolarmente difficile nelle aree periferiche delle grandi città, dove le nuove 'chiese' aprono continuamente luoghi di culto e attraggono una popolazione povera e spesso senza punti di riferimento. A Nuova Iguaçu, comune satellite di Rio de Janeiro dove sono concentrate famiglie con un bassissimo potere d’acquisto, in soli otto chilometri si possono contare ben 39 chiese evangelicas e solo due parrocchie cattoliche. In zone come queste, la 'Teologia della prosperità' dei neo-pentecostali, che promette, con la fede, la soluzione dei problemi anche materiali è una sfida delicata a cui far fronte. «Questo modo di intendere la fede – ha chiarito l’arcivescovo di Brasilia, João Braz de Aviz – è una specie di scambio. Tu aderisci alla fede, e Dio in cambio ti offre dei benefici. Ma si tratta di un concetto moralmente scorretto».
© Copyright Avvenire, 11 novembre 2007
il vescovo Santoro
«La strategia delle sette mostra il fiato corto Adesso la Chiesa recuperi la sua vitalità»
Gherardo Milanesi
DA RIO DE JANEIRO
«La tendenza a un ritorno alla Chiesa cattolica da parte di fedeli che avevano scelto la semplificazione spirituale e le pretese risposte immediate ai problemi da parte dei gruppi neopentecostali è tangibile in Brasile, come conferma la Fondazione Geatulio Vargas. È giusto, tuttavia, sottolineare che si tratta di una tendenza che deve ancora stabilizzarsi». Monsignor Filippo Santoro, Dom Filippo, così lo chiamano affettuosamente i suoi fedeli brasiliani, è stato ordinato sacerdote nella diocesi di Bari nel 1972 ed è dottore in teologia dogmatica e in filosofia. Dei suoi 59 anni, 23 li ha trascorsi in Brasile come sacerdote fidei donum. Dal 2004 è vescovo di Petropolis, città imperiale del Brasile, e membro della Commissione di dottrina della fede e del Consiglio permanente della Conferenza episcopale brasiliana.
Monsignor Santoro, come si spiega questa controtendenza? Le statistiche indicano una crescita costante di fedeli che tornano alla Chiesa cattolica dopo quasi 10 anni di 'migrazione' contraria.
In realtà, questa inversione di marcia ha cominciato a manifestarsi prima timidamente con la preparazione al Giubileo, poi con maggior forza durante il Giubileo stesso e, negli ultimi anni, in modo ancora più concreto perché i fedeli 'migrati' ai gruppi neopentecostali hanno cominciato a capire che la risposta ai bisogni dell’individuo non può essere immediata.
Benché il fenomeno apparisse consistente, la Chiesa non è sembrata eccessivamente preoccupata. Era una ripresa che si dava per scontata?
Possiamo affermare che la strategia con la quale i gruppi neopentecostali approfittavano del forte desiderio di spiritualità dei brasiliani, soprattutto dei fedeli provenienti dagli strati meno agiati della popolazione, avrebbe alla lunga mostrato il rovescio della medaglia. Il culto, il tempio non possono divenire la garanzia di una fabbrica di miracoli. Il marito che si è allontanato di casa, il frigorifero che si è rotto, il figlio alcolizzato: i neopentecostali promettono una soluzione per ogni difficoltà, anche per le più gravi.
La Chiesa cattolica brasiliana, tuttavia, ha colto l’occasione della visita del Papa per analizzare la questione in modo approfondito. Benedetto XVI, con la sua presenza, ha saputo stimolare nel modo giusto la consapevolezza che la Chiesa cattolica deve spingersi con il massimo vigore verso l’individuo. Il Santo Padre ha lasciato un segno fondamentale nel Paese. La sua presenza ha giovato al rispetto della Chiesa in ogni angolo di questo immenso Paese e, più in generale, alla spiritualità della popolazione.
Di quali sforzi si tratta?
Dobbiamo ridurre l’eccesso di predicazione sociale, di ripetizione della dottrina e concentrarci maggiormente sulla percezione dell’esistenza. Dobbiamo impegnarci ancora di più sulla valorizzazione della dignità personale, sulla concretezza della parola di Dio soprattutto in un Paese come il Brasile. Come abbiamo annotato nel documento di Aparecida, è necessario passare da una pastorale di pura conservazione dell’esistente a una pastorale dell’annuncio della missione. Ma anche ad Aparecida non si è insistito tanto sulla preoccupazione per il fenomeno delle sette, quanto sulla necessità che la Chiesa recuperi il massimo della sua vitalità. La vera risposta sta nel rilancio dell’impeto missionario. Ogni abitante di ogni parrocchia deve divenire un missionario vivo.
© Copyright Avvenire, 11 novembre 2007
L’INTESA
Concordato, vicina la firma Trattativa ancora aperta sull’ora di religione a scuola
DA RIO DE JANEIRO
Anche il Brasile avrà il suo Concordato.
Dopo oltre un anno di lavoro diplomatico (i primi contatti risalgono al settembre del 2006), prima della visita pastorale dal Papa a San Paolo e Aparecida dello scorso maggio il governo del presidente Lula e la Santa Sede sono vicini alla firma del documento che regolerà presenza e diritti della Chiesa Cattolica. Concordato di cui il Brasile, che pure è il Paese con il maggior numero di cattolici nel mondo, è paradossalmente privo, al contrario di quasi tutti gli altri Stati sudamericani. Gli accordi contengono il riconoscimento giuridico della Chiesa Cattolica, la preservazione del suo patrimonio storico e artistico ed eventuali esenzioni fiscali per società e istituzioni cattoliche. Su questi punti Santa Sede e Itamaraty (il ministero degli Esteri brasiliano) hanno già raggiunto un accordo di massima. Esistono, tuttavia, altri temi su cui il negoziato è ancora aperto. Un punto controverso rimane quello dell’ora di religione cattolica facoltativa (in Brasile le Chiese neopentecostali, contrarie a questa opzione, sono ormai una lobby politica).
Trattativa aperta sulla possibilità di rendere esentasse le donazioni alla Chiesa. Nessun riferimento, infine, viene fatto nel documento al problema dell’aborto, che in Brasile è considerato reato. Per ora il tema non è considerato centrale dal presidente Lula, che tuttavia deve vedersela con le posizioni a favore della legalizzazione di una parte consistente della base del suo partito, il Pt. Le pressioni pro-aborto sono condotte anche dal ministro della Sanità, José Gomes Temporão, che a più riprese ha sottolineato come il tema, in un Paese dalla grande crescita demografica come il Brasile, sia una questione di 'salute pubblica' ( G.Mil.)
© Copyright Avvenire, 11 novembre 2007
Etichette:
benedetto xvi,
brasile,
commenti,
mass media,
papa,
ratzinger,
riflessioni
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Questi articoli mi fanno un grande piacere e li invierei tramite piccione viaggiatore alla redazione di Adista che in occasione di questo viaggio, come in tutte le altre occasioni , non si è smentita per la sua velenosità e a chi si è messo a contare le particole dopo la Messa ad Aparecida. E anche autti i giornalisti che durante il volo papale hanno creato il solito caso prima ancora che il Pontefice posasse le scarpe a terra.
Cara Mariateresa, mi hai tolto letteralmente le parole di bocca quasi avessi preso un rampino eheheheheheh
Posta un commento