17 aprile 2008
Il rabbino Schneier: «Aspettiamo il Papa nella nostra sinagoga. Ebrei e Cristiani, impegno comune per la libertà di tutti i credenti»
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Il rabbino Schneier: «Aspettiamo il Papa nella nostra sinagoga Ebrei e cristiani, impegno comune per la libertà di tutti i credenti»
Domani per Ratzinger «fuori programma» a New York nel luogo di culto alla vigilia della Pasqua ebraica
Elena Molinari
Arthur Schneier ha preparato per Benedetto XVI una visita «breve, semplice e privata». Ma è consapevole del peso storico che avranno i venti minuti che il Papa passerà nella sua sinagoga.
Si tratterà infatti della prima volta di un Pontefice cattolico in un tempio ebraico, nella storia degli Usa. Un «fuori programma» del viaggio pastorale che risponde a un invito del rabbino Schneier.
Nato a Vienna, emigrato a 9 anni d’età a Budapest per sfuggire al nazismo, è sopravvissuto all’Olocausto e vive negli Usa dal 1947. Qui si occupa di dialogo tra le fedi attraverso la sua fondazione, la Appeal of Conscience (Appello alla coscienza) che si batte per la libertà religiosa nel mondo.
L’incontro col Papa avverrà nella prima serata di domani a New York nella sinagoga Park East – che con i suoi 118 anni è una delle più antiche del Paese – e segue il saluto odierno al Centro culturale «Giovanni Paolo II» di Washington con gli esponenti di varie religioni. A Schneier, il Papa porterà gli auguri suoi e della Chiesa cattolica per la Pasqua ebraica, che comincia al tramonto di domani.
«Che venga alla mia sinagoga alla vigilia della nostra Pasqua è davvero un passo significativo e simbolico – racconta Schneier ad Avvenire. È un’espressione tangibile del desiderio del Papa di tendere una mano alla comunità ebraica. Il messaggio che vi leggo è che ebrei e cristiani condividono le stesse preoccupazioni per il bene dell’umanità».
La visita «non sarà una celebrazione religiosa ma una cerimonia di benvenuto. Il coro dei bambini della sinagoga canterà tre canzoni; tutti i ragazzini sono stati preparati a lungo sul significato e l’importanza della presenza del Papa cattolico nel nostro tempio. Poi ci sarà un saluto da parte mia e da parte di Benedetto XVI. Sarà una visita privata, alla quale è stata invitata solo una parte dei membri della congregazione ».
Non è la prima volta che Schneier incontra Ratzinger. Nella visita di domani vede «un segno di rispetto e accettazione reciproca che rappresenta un passo in più in un rapporto che continua.
Con Ratzinger condivido anche l’esperienza della guerra e del nazismo, dalla quale si emerge con la missione di fare di tutto perché gli errori della storia non si ripetano più. Inoltre abbiamo la stessa madrelingua, il tedesco, e credo che anche questo ci avvicini».
© Copyright Avvenire, 17 aprile 2008
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