23 luglio 2008

Card. Rouco: "La Gmg a Madrid. Oltre l’edonismo c’è di più" (Muolo)


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l’intervista

Rouco: la Gmg a Madrid Oltre l’edonismo c’è di più

Il cardinale, arcivescovo della capitale, parla della prossima Giornata in Spagna come di una preziosa occasione di missionarietà per i giovani «Tra derive culturali e il sorgere di nuovi movimenti molto dinamici è il momento giusto per impegnarci»

DAL NOSTRO INVIATO A SYDNEY

MIMMO MUOLO

Dal momento in cui il Papa ha annunciato che la prossima Giornata mondiale della gioventù si svolgerà a Madrid nel 2011, domenica dopo l’Angelus, il cardinale Antonio Maria Rouco Varela ha stabilito un record. Sarà infatti il primo vescovo del mondo a ospitare per due volte la Gmg nella sua diocesi. Il porporato spagnolo, arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza episcopale del suo Paese, era infatti alla guida della diocesi di Santiago di Compostela nel 1989, quando i giovani di tutto il mondo e Giovanni Paolo II fecero tappa presso il famoso santuario. L’era delle Gmg era agli inizi, ma quel raduno mondiale segnò in qualche modo una svolta. Come spiega lo stesso cardinale in questa intervista ad Avvenire, poche ore dopo l’annuncio e a margine della conferenza stampa che l’arcivescovo madrileno ha tenuto con i giornalisti spagnoli a Sydney.

Eminenza, dopo l’Australia si torna dunque nel cuore dell’Europa. Quali sono i suoi sentimenti?

Una grande gioia, perché Madrid 2011 è una grazia di Dio. E una profonda gratitudine al Santo Padre. Sono certo che questa Gmg farà un gran bene alla Spagna.

Quando è nata l’idea di proporre Madrid come sede della Giornata?

Già dopo Toronto 2002. In Spagna stiamo attraversando da qualche anno un momento in qualche modo critico. Da una parte c’è una deriva che si sviluppa in senso individualistico e materialista. D’altro canto, però, nella vita della Chiesa sono nati movimenti nuovi e molto dinamici. Abbiamo ritenuto, dunque, che fosse il momento giusto per impegnarci. La Gmg, infatti, è uno strumento eccellente per incrementare la dimensione missionaria della comunità ecclesiale, soprattutto verso i giovani, e per aiutarli a superare la visione materialista ed edonista della vita.

Qualcuno penserà che si tratta di una sfida al governo Zapatero.

No. Come ho già detto, abbiamo fatto la prima richiesta nel 2002, quando c’era un governo di un altro colore politico. E del resto ai vescovi non interessa chi governa, purché sia assicurato il principio della libertà e vengano rispettati i diritti umani. È certo, però, che in questi anni è venuta a crearsi una nuova situazione culturale in Spagna e io penso che la preparazione e lo svolgimento di Madrid 2011 sarà molto utile per riflettere sulle radici cattoliche del Paese e sul ruolo che la fede può svolgere per il presente e il futuro della nazione, anche sotto il profilo dell’educazione dei giovani.

A Sydney gli spagnoli sono arrivati quasi in cinquemila.
Qual è, al di là di ciò che dicono i media, la situazione della gioventù in Spagna?

Sono tantissimi i giovani che restano fedeli alla Chiesa. Ma sono pur sempre una minoranza, se consideriamo l’intera popolazione giovanile.
L’aspetto positivo è che la loro vita di fede è molto intensa, a differenza di quanto succedeva in passato, e su di loro i vescovi contano molto.

Lei era il vescovo di Santiago di Compostela nel 1989. In che modo farà tesoro di quella esperienza?

Sono passati diversi anni, la Gmg si è evoluta e dunque le due esperienze non sono direttamente confrontabili. Però a Santiago furono introdotti elementi che si sono rivelati decisivi per lo sviluppo dei successivi appuntamenti. Innanzitutto la dimensione della Gmg come pellegrinaggio è nata a Santiago. E anche le catechesi sono state introdotte allora. Oggi la Giornata ha una sua fisionomia ben definita. A noi tocca connotarla sempre più in senso missionario, perché vorremmo che il suo frutto fossero le vocazioni: per la vita consacrata, per il sacerdozio, per il matrimonio e la vita laicale nella società. Questo sarà importante anche a Madrid.

E a Madrid 2011 quale eredità trasmette Sydney 2008?

La realtà della universalità della Chiesa, vissuta e sperimentata.
Qui abbiamo davvero toccato con mano che la Chiesa cattolica è veramente per tutti gli uomini, fino agli estremi confini della terra.

Un invito per i giovani italiani?

Mi auguro che siano così bravi come hanno mostrato di essere qui a Sydney, a Colonia e in tutte le Gmg precedenti, e che vengano numerosissimi in Spagna, confermando il vincolo strettissimo che li lega al Santo Padre e alla Chiesa.

© Copyright Avvenire, 22 luglio 2008

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