17 luglio 2008

Gmg, bagno di folla per il Papa a Sydney (Adnkronos/Ign)


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Gmg, bagno di folla per il Papa a Sydney

Più di 140 mila giovani sono arrivati a Barangaroo in occasione della XXIII Giornata mondiale della gioventù. Un numero che sale a 500 mila se si considerano gli altri papaboys dislocati in tutta la città. L'allarme del Pontefice: ''Il degrado ambientale e sociale minaccia l'uomo'

Sydney, 17 lug. - (Adnkronos/Ign)

Un vero e proprio bagno di folla quello che ha accompagnato Benedetto XVI a Sydney dove presso l'area di Barangaroo si è celebrata la cerimonia ufficiale di apertura della XXIII Giornata Mondiale della Gioventù (Gmg).

Le cifre ufficiali diramate dall'organizzazione parlano di 140 mila giovani a Barangaroo, un numero che sale a 500 mila se si considerano i principali luoghi della città come Domain e Opera House dove i giovani si sono radunati per seguire la cerimonia da mega schermi. Moltissimi altri hanno seguito la flotta papale lungo le rive della baia.

E il primo messaggio del Papa è stato rivolto proprio ai giovani, affinché non si lascino ingannare da chi vede in loro solo dei'' consumatori di un mercato dove ogni scelta è indifferente''.
''La vita - ha affermato nel discorso tenuto sul molo di Barangaroo - non è governata dalla sorte. La vostra personale esistenza è stata voluta da Dio, benedetta da lui e ad essa è stato dato uno scopo! La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze'', ma ''una ricerca del vero, del bene e del bello''. ''Proprio per tale fine -ha aggiunto Benedetto XVI- compiamo le nostre scelte, esercitiamo la nostra libertà'' e ''nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità e gioia''.

Il Pontefice si poi è soffermato sulle ''ferite'' della terra: ''l'erosione, la deforestazione, lo sperpero delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo'', e ha sottolineato ''le ferite'' della società. Oggi, ha detto, ''un veleno'' minaccia di ''corrodere ciò che è buono, riplasmare ciò che siamo e distorcere lo scopo per il quale siamo stati creati''. "Gli esempi abbondano, come voi ben sapete" ha proseguito il Pontefice. "Fra i più in evidenza vi sono l'abuso di alcool e di droghe, l'esaltazione della violenza e il degrado sessuale, presentati spesso dalla televisione e da internet come divertimento".

Al suo arrivo a Barangaroo, il Papa è stato accolto da un gruppo di giovani aborigeni australiani e da alcuni giovani dell'area del Pacifico che hanno intonato canti indigeni e cantato 'Tu es Petrus'. ''Di fronte a me vedo un'immagine vibrante della Chiesa universale'' ha esordito il Pontefice dando il benvenuto anche ai ''non cattolici o non cristiani'' perché ''nessuno è obbligato a rimanere all'esterno'' della Chiesa. Benedetto XVI ha chiesto pari opportunità per la popolazione aborigena, londando le autorità australiane per aver riconosciuto le ingiustizie compiute in passato.

Nella breve cerimonia d'apertura il premier australiano, Kevin Rudd ha accolto Ratzinger affermando che "l'Australia è onorata di averlo come suo ospite".
Il pontefice ha quindi posto l'accento sul tema della tutela dell'ambiente, evocando "un'amministrazione responsabile dei beni della terra".

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3 commenti:

gemma ha detto...

io non mi fossilizzerei troppo sui numeri, che siano quel che siano. Ci troviamo in un'isola in capo al mondo secolarizzato, dove persino i giornalisti hanno avuto problemi ad arrivare. Ho visto ali di folla al passaggio del Papa per la città. E questo, in un paese dalle grandi strade e dalle grandi distanze, significa tutto trane che l'indifferenza. D'altronde, i viaggi del Papa credo siano più imprtanti proprio laddove con la fede c'è più distanza, con piazze e chiese più vuote o laddove sono riempite dal dolore, come in Africa per esempio...
Il Papa deve visitare i deserti della fede e dell'anima ed essere giudicato per gli esiti del semino che pianta, non per per quel che trova

mariateresa ha detto...

sono d'accordo con te Gemma, ma sempre, quando papa Benedetto si sposta, ci sfiniscono con i numeri dei partecipanti. E questo lo fanno tutti. Tranne forse nel viaggio in USA. C'è un conformismo che mi fa cadere tutto ciò che pende. Sono ben contenta dell'accoglienza che ha ricevuto, ma santa pace, spero ancora che vengano messi in luce i frutti di questi viaggi. Sarebbe ora di andare oltre al fatto numerico, pur indicativo, ma da non rendere un feticcio.

euge ha detto...

Avete ragione entrambe. Ma siccome i numeri servono per fare gli ormai odiati confronti, non faranno mai a meno della guerra delle cifre. Al di là dei numeri e delle cifre, sappiamo che il nostro Benedetto sa arrivare al cuore e sono sicura che i giovani presenti e chi come noi segue tutto da casa, riceverà tanta forza e speranza per continuare a camminare attraverso una vita molto spesso fatta di soprusi, superficialità, egoismo e violenza ed aggiungerei, ignobile indifferenza.