21 luglio 2008

Il Papa conquista i giovani: «Profeti di una nuova era» (Lorenzoni)


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Il Papa conquista i giovani: «Profeti di una nuova era»

Rodolfo Lorenzoni

Mezzo milione di ragazzi, un'immensa distesa di giovani ricopre la spianata dell'ippodromo di Randwick, sette chilometri fuori Sydney.
Benedetto XVI li sorvola in elicottero, poi scende tra loro e celebra la messa conclusiva di questa indimenticabile XXIII Giornata Mondiale della Gioventù australiana
.

E a tutti invia un messaggio controcorrente, un insegnamento di vita da portare nel cuore e da vivere nella pratica quotidiana: non cedete al cieco conformismo di questo nostro tempo, ma anzi combattete l'indifferenza e la stanchezza spirituale che lo caratterizzano.
«Siate profeti contro il deserto spirituale - dice il Papa ai giovani - edificate un mondo in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta». E ancora una volta è nelle parole di Benedetto e della sua Chiesa che i ragazzi possono trovare una guida sicura (l'unica guida sicura) in grado di sottrarli al conformismo, alla massificazione, al gregge dell'omologazione.
Lo hanno aspettato tutta la notte, i cinquecentomila di Sydney. Hanno atteso il suo messaggio nuovamente fuori dal coro dormendo nei sacchi a pelo, oppure danzando e intonando canti, ma anche dedicandosi alla meditazione e all'adorazione eucaristica. Poi al suo arrivo lo hanno festeggiato per quasi mezz'ora, mentre a bordo della «papamobile» ha attraversato la spianata per dirigersi all'altare, una struttura di 30 metri per 40 dominata da una grande colomba, a simboleggiare lo Spirito Santo al quale queste giornate australiane sono state intitolate. Quindi Benedetto ha ricevuto il libro del Vangelo mentre un gruppo di ballerini aborigeni in gonnellino di paglia eseguiva una danza: immagini che hanno fatto il giro del mondo, trasmesse dalle televisioni di tutto il pianeta. Poi la messa, nel corso della quale il Papa ha cresimato 24 ragazzi di diverse nazioni: si è pregato in varie lingue tra cui il vietnamita, il sudanese e anche l'arabo.
Benedetto si è rivolto ai giovani con un appello di grande responsabilità, quasi a cercare di strappar loro una promessa, l'impegno a dar vita a una nuova generazione di cristiani.
Ha parlato di una nuova era, «nella quale la speranza ci liberi dalla superficialità, dall'apatia e dalla chiusura che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani». E ha esortato i giovani a distaccarsi dai falsi idoli, da quelle tentazioni che sembrano donare una vita felice e che invece allontanano dalla pienezza della vera vita. Infine il Papa ha tracciato una sorta di bilancio finale di questa faticosa avventura australiana della Gmg, tributando un omaggio alla terra che lo ha ospitato con tanto affetto e richiamandosi all'universalità della Chiesa di Roma. «In questa stupenda terra d'Australia, la grande terra meridionale dello Spirito Santo - ha osservato Benedetto nel concludere la liturgia - tutti noi abbiamo avuto una magnifica esperienza della presenza e della potenza dello Spirito nella bellezza della natura, e in questa grande assemblea di giovani cristiani provenienti da tutto il mondo abbiamo avuto una vivida esperienza della presenza e della forza dello Spirito nella vita della Chiesa». E poi il congedo, con un saluto che non è un addio bensì un arrivederci.
Arrivederci a Madrid, dove si terrà la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, nel 2011. «Spero di rivedervi tutti in Spagna tre anni», si è augurato Benedetto.

© Copyright Il Tempo, 21 luglio 2008 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dal Riformista di oggi a cura di Paolo Rodari IL PAPA PUNTA ALLA SPAGNA PER RICONQUISTARE L'EUROPA
http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=IR9JL
Riciao
Alessia