21 luglio 2008

Bellissima intervista a Sandro Magister: "Un Papa che incanta i giovani portandoli all’essenza del fatto cristiano" (Sussidiario)


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Su segnalazione della nostra Alessia, che ringraziamo di cuore, leggiamo:

SYDNEY 2008/ Magister: Un Papa che incanta i giovani portandoli all’essenza del fatto cristiano

Dire cose forti ma comprensibili anche ai semplici, fino al punto di parlare dell’intera Bibbia come di una grande storia d’amore tra Dio e l’uomo, culminante nel “sì” di Maria all’angelo. In questo misto di profondità intellettuale e di chiarezza comunicativa Sandro Magister, vaticanista del settimanale L’Espresso, identifica l’originalità di questo Papa, che a Sydney è stato ancora una volta capace di incantare centinaia di migliaia di giovani.

Benedetto XVI ha incominciato questa Giornata della Gioventù parlando di un mondo minacciato da una concezione della libertà dell’uomo staccata dalla verità. Lo ha detto in riferimento al creato, ma anche in riferimento alla vita minacciata da atti come l’aborto. Sembra quasi una sintesi di elementi e di argomenti diversi.

Benedetto XVI, con questo tipo di argomentazione concatenata, ha effettivamente risposto a un’obiezione ricorrente. Sia da parte laica che da una certa parte del mondo cattolico si muove una critica alla predicazione della gerarchia ecclesiastica, e in particolare del Papa, perché troppo insistente sui temi della difesa della vita e della famiglia, e invece ritenuta meno attenta ad altre urgenze, come quella ecologica o quella che potremmo definire di “ecologia sociale”. Il Papa ha mostrato che questi diversi ambiti sono assolutamente connessi tra di loro: non si può essere coerenti difendendo l’uno in alternativa all’altro.

Qual è il fondamento di questa sintesi nell’argomentazione del Papa?

Nello sfondo del discorso del Papa emerge il disegno della creazione così come egli stesso lo ha mostrato e illustrato nella sua predicazione: la creazione ha al suo vertice l’uomo. L’uomo è a immagine di Dio, e quindi è la quintessenza del senso della creazione nel suo insieme. Per cui difendere la vita dell’uomo include già in partenza l’impegno ineludibile per la difesa di tutti gli altri aspetti del creato.

C’è stato spazio, in questi giorni a Sydney, anche per un importante incontro con i rappresentanti di altre confessioni. Il Papa, in questa occasione, ha parlato di «punto critico» nel dialogo ecumenico. Cos’ha inteso dire con questa espressione?

Questa frase è stato interpretata, da parte di molti commentatori, come riferimento esplicito alla situazione di crisi in cui si trova la chiesa anglicana. In realtà, leggendo il discorso del Papa nel suo insieme, questo riferimento al «punto critico» è di carattere più generale: egli ha inteso esprimere preoccupazione per la tendenza ad additare quasi con un sospetto di colpevolezza le dottrine che ciascuna confessione cristiana difende come base della propria identità.
Il Papa ha cioè denunciato una corrente di pensiero molto diffusa, secondo cui per arrivare all’unità delle chiese occorre mettere da parte o in second’ordine le differenza dottrinali, come se queste contassero meno. Egli ha invece sottolineato che non si può pensare a un ecumenismo del dialogo disgiunto da un ecumenismo della verità. Questa è proprio la caratteristica di questo pontificato, confermata anche in questi giorni.

È stato anche dato l’annuncio della sede per la prossima Giornata della Gioventù: Madrid. Una scelta significativa, vista la situazione in cui si trova a vivere la Chiesa spagnola…

Questa scelta era già nell’aria, ed era prevedibile che, dopo una Giornata in una sede lontana dall’Europa e dall’Occidente, si ritornasse in un luogo più vicino. Certo, la scelta in particolare di Madrid implica un nuovo tipo di richiamo e di sfida lanciato alla vecchia Europa, che se può essere considerata la primogenita della cristianità nel mondo, in realtà è un’area in cui la Chiesa soffre notevoli difficoltà. La Spagna, poi, è in particolar modo rivelatrice del travaglio che la Chiesa vive in Europa e in Occidente.

Ancora una volta, in questi giorni il Papa ha smentito, se ancora ce ne fosse bisogno, l’immagine di un pontefice “professore”, lontano dalla sensibilità dei giovani. Qual è il segreto di questa capacità comunicativa di Benedetto XVI, che ogni volta stupisce?

Questa capacità di comunicare con i giovani fa il paio con la capacità di comunicare in generale con tutte le persone di qualsiasi età e di qualsiasi estrazione culturale. Si conferma ogni giorno di più un Papa che non è fatto solo per le accademie, ma che è capace di dire le cose forti ai semplici, e con parole semplici.

Certo, sono parole sempre molto ricche e dense di significato, non certo “facili”, nel senso deteriore della parola; ma il Papa è capace di dire cose forti a persone che non devono avere necessariamente gradi accademici per poterle ascoltare e capire. È vero: questo Papa sorprende ogni volta di più da questo punto di vista. In particolar modo con i giovani la scommessa è più alta, ed egli è sempre in grado di vincerla.

Che il Papa intendesse parlare anche in questa occasione di concetti forti e densi lo si era capito già dal tema di questa GMG: la forza della Spirito Santo. Un argomento non certo facile per i giovani.

I due maggiori discorsi sono stati francamente di una densità sbalorditiva. Il discorso della veglia, dedicato appunto allo Spirito Santo – la persona dimenticata delle tre persone della Trinità, come lui ha detto – è stata veramente una lezione di catechismo di profondità abissale, in cui non ha esitato a richiamare Sant’Agostino e, sulle sue orme, svolgere una lezione sull’importanza e il significato dello Spirito Santo. Poi ha parlato anche dei Sacramenti dell’iniziazione cristiana, con un atteggiamento che potremmo definire mistagogico: i Sacramenti li fa diventare percorsi per un accostamento, sempre più in profondità, al fatto cristiano.
E questo lo ha fatto tranquillamente di fronte a folle sterminate di giovani, dicendo queste cose come se parlasse a tu per tu con ciascuno di loro, e senza pensare minimamente che si dovesse scendere a compromessi linguistici di bassa leva per ingraziarsi le loro attenzioni.

Qual è stato secondo lei il momento più alto, in questi giorni, della profondità e allo stesso tempo della potenza comunicativa di Benedetto XVI?

L’Angelus conclusivo, chiaramente scritto di getto dal Papa, è stato di un’efficacia espositiva così mirabolante da lasciarmi veramente sorpreso. Ha raccontato la vicenda dell’Antico e del Nuovo Testamento, sullo sfondo del “sì” detto dalla Madonna all’angelo annunciante, e ne ha parlato in questi termini: l’Antico Testamento è la storia di un grande fidanzamento, la storia di un amore che comincia la sua avventura; il Nuovo Testamento è il matrimonio che corona questo amore, con il “sì” di Maria. Dopo di che il Papa ha aggiunto: se questa è la storia, come in tutte le favole potremmo chiudere dicendo “e vissero felici e contenti”. Invece no: la nostra storia non finisce, bensì comincia con il “sì” di Maria. Ed è una storia che ci impegna giorno per giorno.

Un Papa che si esprime così non è certo quel professore che tutti – arbitrariamente – si aspettavano.

© Copyright Il Sussidiario.net, 21 luglio 2008 consultabile online qui.

Grandioso, come sempre, Magister!
Grazie, Alessia :-)
R.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un angelus splendido, dopo una veglia meravigliosa e una messa stupenda. Benedetto ha fatto a tutti un regalo immenso lasciando che alla fine parlasse solo il suo cuore e quando lo lascia libero centra il bersaglio più bello:non solo i cuori di tutti quei giovani che, sfidando il freddo e la stanchezza gli si erano stretti attorno in un abbraccio d'amore, ma certo anche quelli di tutti coloro che, sfidando il fuso orario, erano incollati alla tv. A tanti cuori ha risposto il cuore del Papa incitando tutti questi cuori ad impegnarsi giorno per giorno perchè, come in tutte le belle storie d'amore, il finale sia pieno solo di felicità.
Non parlerei di stupore dopo un’enciclica sull’amore, dopo una esortazione apostolica incentrata sul sacramento dell’amore, "rivelazione dell’amore infinito di Dio per ogni uomo", senza contare gli innumerevoli interventi con al centro sempre e solo l’amore, fondamento ed essenza della fede cristiana, per non parlare poi del libro su Gesù voluto con lo scopo di favorire la crescita di un vivo rapporto con Lui, Persona il cui incontro è l’inizio dell’essere cristiano, questo Angelus è la firma dell’amore ad una GMG dove solo l’amore poteva portare tanti cuori attorno al cuore più grande, l’unico realmente pieno di solo vivo e vero amore!