14 luglio 2008

Preti pedofili: il Papa conferma la linea della trasparenza decisa dal Vaticano (Corriere della sera)


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CITTA' DEL VATICANO — Ancora una volta uno dei più imbarazzanti e diffusi scandali che ha colpito la Chiesa cattolica negli ultimi anni e coinvolto centinaia di sacerdoti in tutti il mondo colpevoli di pedofilia e di abusi sessuali ha costretto Benedetto XVI a pronunciarsi prima di giungere in un paese lontano, proprio per confermare la linea della trasparenza decisa dal Vaticano.
A bordo dell'aereo che lo portava in Australia, dove presiederà a Sydney la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù, incalzato dai giornalisti che facevano riferimento ad un caso rilanciato dalla stampa locale, così come aveva fatto mentre arrivava a Washington lo scorso aprile, il papa non ha potuto far altro che ribadire la sua ferma condanna e chiedere scusa alle vittime.
«Deve essere chiaro», ha detto, che «gli abusi sessuali sono incompatibili con il sacerdozio. E' un comportamento che contraddice la santità».
Gli è stato chiesto se intendeva chiedere scusa agli australiani, come aveva fatto recandosi negli Stati Uniti.
Ha risposto che negli Usa la «centralità del tema» aveva motivato il suo intervento. «E' una grande sofferenza per la Chiesa negli Stati Uniti e per la Chiesa in generale, e per me personalmente, il fatto che tutto ciò sia potuto accadere », aveva affermato appena un paio di mesi fa.
Ed ha confermato che in «Australia sarà lo stesso», in sostanza che il tema rimane centrale e che «è essenziale per la Chiesa riappacificare, prevenire, aiutare e vedere le colpe insite in questo problema». «Dobbiamo esaminare — ha ammesso — ciò che è stato insufficiente nel nostro comportamento».
Il caso riaperto in questi giorni in Australia riguarda un ex coordinatore dell'istruzione religiosa a Sydney, Anthony Jone, il quale accusa padre Terrence Goodall di aver abusato di lui nel 1982 quando aveva 28 anni. Il cardinale Pell, a sua volta, è accusato di non aver risposto nel migliore dei modi per aver scritto in una lettera a Anthony Jones che in fondo non era stato possibile provare una tentata violenza sessuale aggravata.
Nella sua conferenza stampa a diecimila metri d'altezza, Benedetto XVI ha accennato anche ai pesanti problemi che sta attraversando la Chiesa anglicana all'interno della quale una forte corrente si è pronunciata a favore delle donne-vescovo, corrente che ha anche una sua consistenza fra gli anglicani d'Australia.
Il papa si è augurato che non si giunga ad uno scisma. Le sfide ambientali e la necessità di «risvegliare le coscienze », soprattutto quelle dei giovani, sono stati gli altri temi affrontati dal papa nel corso del viaggio più lungo del suo pontificato.
Benedetto XVI trascorrerà i primi tre giorni del suo soggiorno australiano in una casa di ritiri spirituali dell'Opus Dei, poco fuori Sydney. Il suo primo incontro con i duecentomila ragazzi di cinque continenti venuti per la Gmg è previsto giovedì prossimo alla Rose Bay dove il papa salirà a bordo della nave «Sydney 2000», accolto da un gruppo di giovani aborigeni.

© Copyright Corriere della sera, 13 luglio 2008

Benedetto XVI ha deciso di affrontare personalmente e di petto la sciagura della pedofilia nella Chiesa, ma ai giornalisti deve essere chiaro che ci sono altre tematiche di cui parlare e che non vanno sottovalutate.
R.

3 commenti:

euge ha detto...

Hai ragione Raffaella sembra che solo questo sia la questione più importante. E' chiaro che va affrontata e Benedetto XVI lo sta facendo seriamente ma, in effetti di argomenti importanti ce ne sono e tanti che vengono lasciati nel dimenticatoio.

Anonimo ha detto...

Se non facciamo attenzione va a finire che il Papa va in Australia per parlare della pedofilia, in realtà va per la GMG. Quello della pedofilia è uno dei gravi problemi che affronterà ma non l'unico. Un pochino come il bicchiere mezzo pieno. Spero che i Vescovi di tutto l'orbe terraqueo siano più prudenti prima di mettere le mani in testa a qualcuno, la necessità non deve mai andare a scapito della qualità.

euge ha detto...

Don Marco ( giornalista ) condivido! Il Papa non si è sorbito 21 ore di volo solo per questo, ma, anche e soprattutto credo, per parlare al cuore dei giovani che oggi più che mai, hanno bisogno di punti di riferimento che non siano solo potere, guadagno, apparenza e superficialità