14 settembre 2008
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“E’ come se fosse caduto il muro”
È una data storica: dopo quello del comunismo è crollato il muro del laicismo. Ora non potranno più sperare di confinare la Chiesa in sacrestia».
La «perfetta comunione d'intenti» fra Benedetto XVI e Sarkozy «toglie la terra sotto i piedi agli ultimi laicisti», osserva il cardinale Renato Raffaele Martino, ministro vaticano di Giustizia, Pace e Migrazioni, pioniere della «laicità positiva» che unisce Joseph Ratzinger e il presidente francese.
Perché è così importante la «santa alleanza» tra Parigi e Roma?
«La Francia è stata per secoli la principale copertura teorica di quanti nutrono ostilità e intolleranza verso la Chiesa. La convergenza di vedute tra Vaticano ed Eliseo è il segno che nessuno deve essere obbligato a credere ma a nessuno deve essere impedito di credere. La sana laicità l'ha inventata Cristo chiedendo di dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio.
Purtroppo però i laicisti, anche in Italia, hanno stravolto il concetto originario ed alimentato una drammatica contraddizione. A parole difendono la libertà di espressione, però poi, nei fatti, la negano alla Chiesa.
E così finisce che tutti possono parlare tranne il Papa, come dimostra l'incidente alla università La Sapienza di Roma».
Chi vuole far tacere il Papa?
«Potenti lobby culturali, economiche e politiche, mosse prevalentemente dal pregiudizio verso tutto quello che è cristiano. Agisce un insieme di interessi, strutturati e non, che, soprattutto nel mondo occidentale, ma anche dovunque se ne segue il modello culturale, lotta per affermare l'irrilevanza del pensiero cristiano. C'è chi è infastidito dall'instancabile impegno del Papa per la difesa dei diritti umani, a partire da quello fondamentale alla vita. Spesso le voci del Papa e della Chiesa vengono deliberatamente fatte sparire, sommergendole nel frastuono e nel baccano orchestrati da potenti lobbies culturali, economiche e politiche mosse prevalentemente dal pregiudizio verso tutto quello che è cristiano».
In che modo?
«È sufficiente la disinvolta e allegra maniera con cui certe lobbies promuovono tenacemente la confusione dei ruoli nell'identità di genere, sbeffeggiano il matrimonio tra un uomo e una donna, sparano addosso alla vita fatta oggetto delle più strampalate sperimentazioni. Sono nuove "sante inquisizioni" piene di soldi e di arroganza».
© Copyright La Stampa, 13 settembre 2008
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