24 ottobre 2008

Dal governo israeliano attacco durissimo contro la Santa Sede e contro il Papa (Tornielli)


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È scontro tra Israele e la Santa Sede

di Andrea Tornielli

È un attacco durissimo contro la Santa Sede e contro il Papa quello che arriva da Gerusalemme: Isaac Herzog, ministro per gli Affari sociali del governo israeliano, ha infatti bollato come «inaccettabile» l’intenzione di beatificare Pio XII, definendola «uno sfruttamento dell’oblio».
Il ministro, che ha anche l’incarico dei rapporti con le comunità cristiane, annunciando che nelle prossime settimane potrebbe essere promulgato il decreto sulle virtù eroiche di Eugenio Pacelli, ha sparato ad alzo zero nel corso di un’intervista pubblicata dal quotidiano Haaretz: «Durante il periodo dell’Olocausto – ha detto Herzog – il Vaticano sapeva molto bene quello che stava accadendo in Europa».
E ha aggiunto: «Non c’è ancora nessuna prova di alcun provvedimento preso dal Papa, come avrebbe dovuto suggerire la statura della Santa Sede. Il tentativo di canonizzarlo è uno sfruttamento dell’oblio e una mancanza di consapevolezza. Invece di agire in base al versetto biblico “Non coopererai alla morte del tuo prossimo”, il Papa è rimasto silenzioso e forse ha fatto anche di peggio».
Parole molto pesanti, che arrivano dopo il tentativo fatto la settimana scorsa dal presidente Shimon Peres di placare gli animi, e dopo il grave episodio dell’immagine di Benedetto XVI sovrastato dalla svastica apparso su «Yalla Kadima», il sito Internet dei sostenitori del partito guidato dal ministro degli Esteri Tzipi Livni, possibile futuro premier.
Il ministro laburista è il figlio di Chaim Herzog, presidente di Israele dal 1983 al 1993, e omonimo nipote di Isaac HaLevi Herzog, Gran rabbino ashkenazita di Gerusalemme, prima in Palestina e poi, dopo la fondazione, nel nuovo Stato.

Proprio lui, il nonno del ministro, il 9 ottobre 1958, al momento della morte di Pio XII, dichiarò pubblicamente il suo cordoglio con le seguenti parole: «La morte di Pio XII è una grave perdita per tutto il mondo libero. I cattolici non sono i soli a deplorarne il decesso».

Mentre in quelle stesse ore, dagli Stati Uniti dov’era in visita, l’allora ministro degli Esteri Golda Meir dichiarava: «Quando il martirio più spaventoso ha colpito il nostro popolo, durante i dieci anni del terrore nazista, la voce del Pontefice si è levata in favore delle vittime... Noi piangiamo la perdita di un grande servitore della pace».

Ora, il nipote ministro smentisce l’autorevole nonno e altri tra i padri dello Stato d’Israele, con toni da battaglia che rischiano di creare un incidente diplomatico.

La sortita appare infatti come una vera e propria pressione nei confronti della Chiesa cattolica.

La scorsa settimana, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, aveva detto: «In questa situazione non è opportuno cercare di esercitare pressioni sul Papa in un senso o nell’altro».
Di «ingerenza» parla il postulatore della causa di beatificazione, il gesuita Paolo Molinari, il quale parla di tentativi «di sovvertire la Storia» e ricorda che i processi di canonizzazione sono «un affare interno» della Chiesa cattolica.
«Stupisce – ha dichiarato Molinari - che un ministro dello Stato di Israele faccia un intervento con cui si ingerisce in un affare che, per sua natura, è un affare interno alla Chiesa cattolica».
Il postulatore si dice altrettanto stupito per l’affermazione di Herzog secondo la quale non vi sarebbe «alcuna testimonianza» di passi concreti fatti da Pio XII in difesa degli ebrei, ricordando come il ministro sia smentito da prove e citazioni di segno contrario, tra cui le molte affermazioni di autorevoli esponenti del mondo ebraico.
«Il ministro Herzog abbia la correttezza - ha aggiunto il postulatore – di andarsi a leggere ciò che dicevano le autorità israeliane dopo la guerra e al momento della morte di Papa Pacelli».
Padre Molinari spiega infine di essere in possesso di molti documenti, tali da non lasciare più dubbi sul ruolo positivo giocato da Pio XII durante il periodo delle persecuzioni naziste contro gli ebrei, di fronte ai quali la targa che lo denigra, posta nel museo dello Yad Vashem di Gerusalemme, si conferma come una «dichiarata falsità», criticata dal grande storico inglese di origini ebraiche sir Martin Gilbert, «che si è recato appositamente, a suo tempo, in Israele per chiederne la rimozione».

© Copyright Il Giornale, 24 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

Bellissimo articolo...
R.

La leggenda nera risale al 1963

di Redazione

Le polemiche su Papa Pacelli «Pontefice di Hitler» sono vecchie di parecchi decenni, ma in realtà successive alla scomparsa di Pio XII. Quando Pacelli morì, nell’ottobre 1958, il ministro degli Esteri israeliano Golda Meir scrisse infatti un messaggio in cui riconosceva che «la voce del Papa» si era levata in favore delle vittime ebree della persecuzione nazista. Ma cinque anni dopo qualcosa cambiò e incominciò la leggenda nera di Pio XII: nel 1963, infatti, fu rappresentato a Berlino il dramma «Il Vicario», che scaricava su Papa Pacelli la colpa dello sterminio degli ebrei perpetrato dai nazisti. La tesi dell’autore Rolf Hochhuth, «imbeccato» dai servizi segreti di Berlino Est, era che sarebbe bastato che il Pontefice avesse parlato contro l’Olocausto per impedirlo, ma non lo fece. Questo spinse l’anno dopo Paolo VI a prendere le difese del predecessore, facendo pubblicare documenti degli archivi vaticani relativi agli anni della guerra e avviando la causa di beatificazione di Pio XII. Ma ormai la strada della colpevolizzazione di Papa Pacelli era spianata: nel 1999 lo scrittore e giornalista John Cornwell arrivò a chiamare esplicitamente Pio XII «il Papa di Hitler», nonostante fosse stato il Pontefice che più era stato ringraziato dagli ebrei in tutta la storia della Chiesa. E ancora oggi nel museo della memoria della Shoah a Gerusalemme Pio XII è collocato nella “sala della vergogna” dedicata ai capi di Stato che non fecero nulla per impedire lo sterminio degli ebrei. Un fatto questo che è adesso alla base dei contrasti tra Israele e il Vaticano appunto sulla questione della beatificazione di Papa Pacelli.

© Copyright Il Giornale, 24 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

4 commenti:

euge ha detto...

Non ho parole!

Luisa ha detto...

Noi non abbiamo parole, e chi dovrebbe averle per noi...TACE!

Lo ribadisco, il silenzio di Padr Lombardi mi risulta incomprensibile.

Un ministro israeliano accusa Pio XII non solo di avere peccato per omissione, tacendo, ma di avere fatto forse di peggio!
PIo XII avrebbe fatto di peggio, ma ci rendiamo conto dell`enormità di questa frase?

È un insulto, un`offesa, un`accusa inaccettabile.
La memoria di Pio XII è vilipendiata (non so se si dice) e il Vaticano tace !

Fino dove si spingeranno gli ebrei, nell`ingerenza negli affari interni della Chiesa?
Fino a quando il Vaticano accetterà che si offenda la memoria di un Papa defunto, in realtà dovrei dire di un Papa tout court ?

euge ha detto...

Io sono sicura che la linea adottata in questo caso sia il non cedere alle provocazioni ed alle offese gratuite.
In fin dei conti, è chiaro che tutte queste dichiarazioni infamanti e questi attacchi ripetuti non solo al Vaticano ma, sia a Pio XII ed a Benedetto XVI, fanno parte di una strategia più ampia che, non mi meraviglierei se affondasse le sue radici nei meandri di quella parte della chiesa e di ecclesiastici che non hanno mai accettato l'elezione di Benedetto XVI al soglio di Pietro. Un alleanza trasversale presunta perchè non ci sono prove, di mettere in difficoltà il Papa attuale davanti ad una decisione delicatissima. Mi auguro che nessuno dell'enturage cada in questa presunta trappola costruita a dovere alle spalle di Benedetto XVI.
Rimane, comunque, l'arroganza di taluni che, approfittando della volontà di dialogo e della possibilità data per la prima volta nella storia di prendere parte ad un sinodo dei vescovi con convinzione ed apertura di vedute dall'attuale Pontefice, si risponda infamando la memoria di un Papa Pio XII che, si è trovato nel periodo più brutto della storia umana, a fronteggiare la perfidia e l'inaudita violenza alla quale ha risposto non certo per paura ma, probabilmente con buon senso aiutando nel silenzio tutti coloro che potevano essere aiutati. Sicuramente, un intervento " tuonante" come tanti avrebbero voluto, ribadisco avrebbe portato a conseguense ben peggiori di quelle che conosciamo.
Un personaggio come Hitler sicuramente non si sarebbe fermato di fronte alle parole anche se pur forti e determinate di Pio XII ma, con il suo modo di pensare e di agire dettato dall'odio e dal suo proprio delirio di onnipotenza, avrebbe provocato una violenza ancora più cieca e devastante. Vorrei ricordare, che il dialogo si imposta in modo corretto questi colpi bassi continuamente sferrati contro Sua Santità, rivelano una volontà ferma ed incrollabile, a rimanere chiusi nel proprio guscio ed a chiarire in modo pacifico una volta per tutte, i punti di contrsto che impediscono che questo muro cada una volta per tutte. Purtroppo, ancora una volta esce fuori l'assoluta ingenuità ed inefficacia dei tentativi operati nel passato; dialoghi deboli e senza costrutto che ora vengono inesorabilmente a galla.

gemma ha detto...

credo che padre Lombardi, in quanto portavoce del Papa, non parli per se stesso ma si mantenga in linea con le direttive superiori . E la maggior parte di noi non vuole la guerra di parole a colpi di proclami.
In ogni ambiente religioso ci sono alcuni disposti al dialogo e alla comprensione degli eventi e altri più chiusi sulle loro posizioni. Probabilmente accade anche per gli ebrei, solo che chi urla più forte riesce ad ottenere sempre maggior visibilità, come sta accadendo in questi giorni sulla stampa, che a soffiare sulla cenere ci sguazza.
Non dimentichiamo poi che non tutto il popolo ebraico è sempre in linea con l'atteggiamento dello stato di Israele, in generale.