22 ottobre 2008
Il Papa: non cedete alla tentazione di abbandonare i malati inguaribili (Politi)
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Il Papa: non cedete alla tentazione di abbandonare i malati inguaribili
MARCO POLITI
CITTÀ DEL VATICANO
Impedire che la tecnologia riduca il malato a «cosa», rispettare l' autodeterminazione della persona evitando che l' individualismo assoluto finisca per condurre il paziente in un vicolo cieco. Benedetto XVI parla al congresso della Società italiana di chirurgia e interviene sulla materia dolorosa dei malati senza speranza. «Nei contesti altamente tecnologizzati dell' odierna società - afferma il pontefice - il paziente rischia di essere in qualche misura "cosificato".
Dominato da regole e pratiche spesso completamente estranee al suo modo di essere».
Per di più c' è il rischio che arrivati ad un certo punto, i medici siano tentati di decidere per «l' abbandono terapeutico». L' intervento di Benedetto XVI cade in un momento caldo del processo legislativo italiano.
Il Parlamento si sta misurando nuovamente con il tentativo di varare una legge sul testamento terapeutico e la Conferenza episcopale, seguita in coro dallo schieramento governativo, ha già deciso che la volontà del malato non conti in assoluto e che l' ultima parola spetti al medico.
Papa Ratzinger, tuttavia, si muove con maggiore cautela e, conscio di affrontare un argomento estremamente delicato, le sue parole più che esprimere un diktat sembrano piuttosto ispirate a fare riflettere. In passato, spiega, ci si accontentava di alleviare le sofferenze accompagnando il decorso di un male su cui non si poteva influire.
Ma gli enormi progressi scientifici e tecnici del Novecento hanno permesso guarigioni prima impensabili. Un nuovo rischio, avverte il Papa, si presenta però oggi: «Quello di abbandonare il paziente nel momento in cui si avverte l' impossibilità di ottenere risultati apprezzabili». Invece, anche se la guarigione è impossibile, si può ancora fare molto per il malato, migliorando la qualità della sua vita nella fase terminale e accompagnandolo nel suo cammino. Infatti ogni singolo paziente ha diritto al «rispetto incondizionato, in qualunque condizione si trovi». Benedetto XVI ha toccato anche la questione dell' autodeterminazione, scegliendo accuratamente le parole, quasi alla ricerca di un punto mediano fra chi sostiene il diritto assoluto del malato a disporre della propria vita e chi affida il potere finale di decisione al medico. «È innegabile - ha sottolineato Ratzinger - che si debba rispettare l' autodeterminazione del paziente». E tuttavia non va dimenticato che «l' esaltazione individualistica dell' autonomia finisce per portare ad una lettura non realistica, e certamente impoverita, della realtà umana». Secondo il Papa bisogna mirare a «un' alleanza terapeutica» tra medico e paziente, scongiurando qualsiasi tentativo di intromissione dall' esterno nel delicato rapporto fra i due. Solo all' interno del rapporto di fiducia tra medico e paziente, ha proseguito Benedetto XVI, entrambi saranno in grado di definire il «piano terapeutico». Un piano che può orientarsi ad «arditi interventi salvavita oppure alla decisione di accontentarsi dei mezzi ordinari che la medicina offre».
Benché il Papa abbia volutamente lasciata impregiudicata la questione della sospensione delle cure, il centro-destra considera il suo discorso un placet ai progetti di legge, che negano il vero testamento biologico. Il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella definisce l' intervento papale un conforto per la linea governativa orientata a fare una «legge sulla libertà di cura, rispettosa dell' autonomia del paziente, del diritto alla cura e della relazione particolare medico-paziente».
© Copyright Repubblica, 21 ottobre 2008 consultabile online anche qui.
A parte lo sconfinamento nella politica, credo che Politi abbia colto e descritto bene il senso del discorso del Papa.
R.
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1 commento:
Cara raffaella lo sconfinamento come lo definisci tu di Politi nella politica è sempre utile come si dice:
" La botte piena e la moglie ubriaca" oppure rende meglio l'idea " Il piede in due staffe?"
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