19 ottobre 2008

La «Supplica alla Madonna di Pompei», preghiera per tutto il mondo (Somma)


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il gesto

La «Supplica», preghiera per tutto il mondo

DA POMPEI

LORETA SOMMA

Stamani il Papa la reciterà dopo l’Eucaristia. La «Supplica alla Regina del Santo Rosario di Pompei » composta nel 1883 dal fondatore di Pompei , il beato Bartolo Longo, viene tradizionalmente ripetuta solennemente due volte l’anno, alle 12, l’8 maggio e la prima domenica d’ottobre, richiamando migliaia di pellegrini, provenienti da tutta Italia e dall’estero, che in queste occasioni si raccolgono davanti alla facciata del santuario per partecipare alla recita corale. La Supplica fu composta da Longo come adesione all’invito che, nella sua prima enciclica sul Rosario, Papa Leone XIII aveva fatto ai cattolici, ad un impegno spirituale volto a fronteggiare i mali della società. Il 1° settembre 1883, infatti, era stata pubblicata la «Supremi apostolatus officio», con la quale il Papa indicava nella preghiera del Rosario uno strumento sicuro per il conseguimento del bene spirituale della società e della Chiesa, travagliata da «gravi calamità». Al beato Bartolo Longo, che in quel tempo era impegnato ad erigere il tempio alla Vergine del Rosario e a diffonderne la devozione nel mondo, sembrò che la parola del Pontefice costituisse una sorte d’incoraggiamento a tutta la sua attività.
La Supplica fu recitata la prima volta il 14 ottobre 1883 da circa 20 mila persone. L’8 maggio 1915 la preghiera fece il suo ingresso in Vaticano: alle ore 12, Benedetto XV con i dignitari vaticani la recitarono nella Cappella Paolina. Tradizione che continuò con i Pontefici successivi. Come il 7 ottobre 2003, quando Giovanni Paolo II, nella sua seconda visita a Pompei , quasi a conclusione dell’Anno del Rosario, ha recitato la Supplica assieme a migliaia di fedeli.
Il gesto si ripeterà oggi, quando a pronunciare le solenni parole «O Augusta Regina delle vittorie, o Sovrana del cielo e della terra… » sarà Benedetto XVI. Il testo della Supplica ha avuto nel tempo vari ritocchi, fino a giungere all’attuale formulazione. Si caratterizza per una coralità «unificante»; tra tutte le preghiere composte da autori italiani è quella più famosa al mondo. È stata tradotta in una decina di lingue: dall’inglese al russo, dall’armeno al cinese, dall’urdu al maltese, al tamil. Si presenta, così, come una preghiera universale.
Longo la definiva «Ora del mondo»: contemporaneamente, infatti, in diverse parti della terra, da New York a Buenos Aires, da Toronto a Sydney, da Johannesburg a Caracas, milioni di fedeli si ritrovano insieme per recitarla, raccolti nelle case o nelle centinaia di chiese dedicate alla Madonna di Pompei edificate in tutto il mondo.
La Supplica racchiude tutti i dolori e le speranze della famiglia umana. È preghiera per l’Italia, per l’Europa, per il mondo intero. A Pompei , la celebrazione, preceduta dalla Messa, si svolge all’aperto, davanti alla facciata del santuario. Durante il rito si prega per la Pace, tema molto caro a Bartolo Longo, per lo sviluppo dei popoli, per il superamento delle ingiustizie sociali, per la famiglia. Intenzioni alle quali migliaia di persone rivolgono il pensiero grazie alle parole scaturite dal cuore del Longo: «O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli angeli, torre di salvezza negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne…».
Le parole composte da Longo nel 1883 verranno ripetute oggi da Ratzinger.

© Copyright Avvenire, 19 ottobre 2008

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