27 ottobre 2008

Mons. Betori: "Lo scandalo sui piccoli e l'ora della purificazione" (Bravi)


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Il giorno di Betori

L'arcivescovo: «Risalire la china senza alibi»

L'arcivescovo nell'omelia: lo scandalo sui piccoli e l'ora della purificazione. «Siamo consapevoli che la Chiesa è fatta di uomini che restano segnati dal peccato, e ciò è vero anche per la nostra Chiesa fiorentina»

Alessandra Bravi

Un'omelia lunga e incisiva. Che non fa sconti per nessuno, fedeli e Chiesa. Il nuovo arcivescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, dopo una giornata passata in mezzo alla gente, davanti a cinquemila persone, in un duomo affollatissimo, fuori e dentro, pronuncia il suo discorso all'insegna del «risaliamo la china senza alibi». Non fa mai il nome di don Lelio Cantini, il sacerdote coinvolto nello scandalo degli abusi sessuali sui minori, ma le sue parole, in qualche modo, affrontano l'argomento in maniera chiara.

CHIESA FATTA DI UOMINI CHE PECCANO.

«Siamo ben consapevoli del fatto che la Chiesa è fatta di uomini che, protesi alla virtù, restano segnati dal peccato, e ciò è vero per ciascuno di noi e anche per la nostra Chiesa fiorentina». «Sappiamo - ha aggiunto - i nostri limiti nella disattenzione nei confronti della Parola del Signore, nella confusione che si propaga attorno alla verità su Dio e sull'uomo, nella distrazione e approssimazione delle nostre assemblee liturgiche, nell'egoismo che inaridisce il servizio ai poveri, nell'inganno che avvelena i rapporti tra le persone e offusca il nostro sguardo verso il Signore, nello scandalo nei riguardi del prossimo, specialmente quando a patirne le conseguenze sono i più piccoli».

«ASSUMERSI LA RESPONSABILITA'».

«Ciascuno - ha detto - è chiamato a rispondere personalmente delle proprie colpe di fronte alla comunità ecclesiale e alla società. Ma se queste cose accadono, è anche perchè l'attenzione e la vigilanza di tutti si sono in qualche modo affievolite. Ognuno di noi, e io per primo, secondo il proprio ruolo e responsabilità, siamo chiamati a impegnarci attivamente a risalire la china, in un percorso di purificazione che non ammette alibi. Non siamo però scoraggiati nè vinti, perchè l'affidarsi al Signore è già l'inizio di una rigenerazione che solo lui può operare. Nè d'altra parte possiamo dimenticare i tanti segni, noti e ignoti, di novità evangelica che costellano la storia di questa Chiesa e il suo presente: la franchezza dell'annuncio, la ricerca della verità, la solidarietà verso gli ultimi, la lode al Signore, la creazione del bello attraverso l'arte. Su questi semi di bene possiamo costruire un futuro pieno di speranza per tutti».

LA PASTORALE.

Davanti ad una folla di fedeli, oltre 5.000 in cattedrale e almeno un migliaio davanti a un maxischermo sistemato sul sacrato del Duomo, Betori ha ricevuto la Pastorale dalle mani del suo predecessore, il cardinale Ennio Antonelli, chiamato a Roma alla guida del Pontificio consiglio della famiglia. Poi ha iniziato la prima celebrazione nella sua nuova cattedrale. Con lui hanno concelebrato tre cardinali (Antonelli, l’ex presidente della Cei, Camillo Ruini, e il cardinale Silvano Piovanelli) e una trentina di vescovi. E nell’omelia ha anche voluto riconoscere i «limiti» della Chiesa di oggi, richiamando ognuno, «secondo il proprio ruolo e responsabilità».

MOLTE LE AUTORITA'.

Tante le autorità presenti, molti dei quali gli avevano reso omaggio al suo arrivo nella chiesa di San Giovanni Battista all’autostrada. Oltre al sindaco e al presidente della Provincia, Leonardo Domenici e Matteo Renzi, sui palchi allestiti vicino all’altare in Duomo c’erano il vicepresidente della Regione Federico Gelli, il prefetto Andrea De Martino e il questore Francesco Tagliente. Tanti anche gli esponenti della politica nazionale: dal ministro Gianfranco Rotondi al vicepresidente del Senato Vannino Chiti (Pd), il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, il vicecapogruppo dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello, e poi Paolo Amato (Pdl), Francesco Bosi (Udc), Massimo Parisi (Pdl), Lapo Pistelli (Pd), Andrea Rigoni (Pd), Andrea Sarubbi (Pd) e Gabriele Toccafondi (Pdl). Non c’era, ma solo perchè impegnato in Puglia per i funerali dei militari morti in Francia, il capo dipartimento della Protezione civile Giudo Bertolaso.

© Copyright Corriere Fiorentino, 27 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

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