15 luglio 2007

Il Papa in Cadore: cronaca della sesta giornata


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Cari amici, buona domenica a tutti :-)
Anche oggi potremo leggere una nutrita rassegna stampa: sulle vacanze del Papa, sulla liberalizzazione della Messa tridentina (con tutta una serie di autogol dei fautori del pensiero unico) e anche su una polemica sull'ennesima mostra blasfema cancellata dal comune di Milano nel silenzio, assordante, della curia
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Raffaella


«Grazie a Dio per questa terra»

Il Papa ha incontrato gli amministratori di Lorenzago

LORENZAGO. Tutto è pronto per l’Angelus che il Papa reciterà oggi dal castello Mirabello, primo impegno pubblico delle sue vacanze in Cadore. Per questi giorni di riposo Benedetto XVI, che si tratterrà fino al 27 luglio nella villa tra gli abeti in prossimità del Mirabello, messagli a disposizione dalla diocesi di Treviso, ha stabilito solo due impegni pubblici, in coincidenza con gli Angelus domenicali. Ieri intanto ha incontrato il sindaco di Lorenzago, il consiglio comunale e tutti coloro che hanno lavorato alla ristrutturazione della casa: «La bellezza realizzata da voi si collega in modo armonico con la bellezza donata a questa terra dal Creatore. Ringraziamo il Signore per questa terra».

© Copyright Corriere delle Alpi, 15 luglio 2007


«Dolomiti, la bellezza donata dal creatore»

Sindaco e giunta comunale ricevuti da Benedetto XVI al castello di Mirabello

di Francesco Dal Mas

L’intero consiglio comunale in udienza dal papa. Prima che il papa stesso uscisse in passeggiata, l’ormai tradizionale uscita pomeridiana. Questa volta Benedetto XVI è andato al “Parco dei sogni”, per pregare la Madonna, davanti ad un’immagine che in paese viene attribuita a Medjugorie. A salire a casa Mirabello sono stati il sindaco di Lorenzago, Mario Tremonti, la giunta, i consiglieri di maggioranza e quelli di opposizione. Disposti nel giardino della villetta, hanno trovato accanto a loro quanti - cadorini e trevigiani - hanno cooperato in queste settimane per rendere più accogliente quell’ambiente. «La bellezza realizzata da voi», ha detto il papa, «si collega in modo armonico con la bellezza donata a questa terra dal Creatore. Ringraziamo il Signore per questa terra, per le Dolomiti. E anche per l’aria pura che quassù respiriamo». Dell’incontro ha riferito poi il portavoce della diocesi di Belluno-Feltre, don Giuseppe Bratti. Il sindaco si è detto «molto contento» dell’incontro e ha raccontato che Benedetto XVI gli ha riferito di trovarsi «molto bene» a Lorenzago. Tremonti ha avuto qualche istante di colloquio personale con il papa.
Si è trattato di un’opportunità che ha colto non solo per ringraziarlo di aver scelto il Cadore, ma per invitarlo a tornare anche il prossimo anno. Il sindaco ha poi presentato, uno ad uno, gli assessori e i consiglieri comunali, illustrando brevemente i loro compiti e quanto hanno fatto per i lavori e la preparazione delle vacanze del papa. E’ il papa stesso che ha chiosato, alla presenza del vicesindaco De Lorenzo: «Lei, dunque, sostituisce il sindaco quando manca». Il vescovo di Treviso mons. Andrea Bruno Mazzoccato ha descritto al Papa le varie competenze di quanti hanno collaborato alla ristrutturazione della casa. Papa Ratzinger, ha parlato a braccio dopo il saluto del vescovo, esprimendo un «grazie sentito» e elencando molti dei lavori fatti. Ha esemplificaton citando l’arredo della casa, il prato, lo stemma, l’affresco dell’Annunciazione e, anche, il pianoforte che gli è stato fatto trovare. La delegazione trevigiana era composta non solo da quanti hanno operato in casa e nel parco dei suoi dintorni, ma anche dai loro famigliari.
Un bambino ha giocato con la croce pettorale del pontefice e questi ha lasciato fare, sorridendo.
Benedetto XVI ha parlato di un «senso di bellezza che traspare da tutto» e ha ringraziato il Creatore per questa bellezza. Benedetto XVI ha scambiato qualche battuta con tutti. «Sono contento di questo incontro», ha riferito il sindaco dopo l’udienza, «mi è sembrato molto allegro e sereno». Presentando la minoranza del consiglio, ha riferito Tremonti, «ho detto che si trattava delle anime critiche del consiglio». Il sindaco gli ha fatto omaggio di alcuni libri su Lorenzago (tra cui una riproduzione di un erbario del ’500, omaggio del Parco delle Dolomiti, dove per la prima volta veniva classificata la stella alpina). Un incontro “molto umano”, “affettuoso”, “straordinario” sono stati i commenti dei consiglieri comunali che, insieme al sindaco, hanno ricevuto in dono una preziosa corona del rosario.
Dopo l’incontro, Benedetto XVI è uscito, verso le 19, per la passeggiata serale. Senza attraversare il paese, ha girato vicino ai campi da tennis per inoltrarsi nel “Parco dei sogni”, dove crescono gli abeti ed i larici «più belli delle Dolomiti», come affermano con orgoglio i lorenzaghesi.
Lungo la strada interna numerosi i villeggianti che hanno intercettato il corteo pontificio. Che si è spinto, però, fino in fondo ad una strada, dove Benedetto XVI ha potuto passeggiare con tranquillità. Pare che si sia recato fino ad un capitello mariano, dove è stata a suo tempo collocata un’immagine della Madonna di Medjugorie. Trafugata da ignoti è stata poi riportata da devoti. Tranquillo anche il rientro. Alla curva il corteo pontificio ha rallentato ed il papa ha potuto salutare e benedire dal finestrino. C’erano anche operatori televisivi e fotografici. Ma non si è ferificata la ressa di altri rientri da “giro d’Italia”.

© Copyright Corriere delle Alpi, 15 luglio 2007


Auguri e doni per Benedetto

LORENZAGO. Per la festa di san Benedetto, l’altro giorno, il papa ha ricevuto numerosi auguri. «Anche da tutte le autorità provinciali», ha specificato don Giuseppe Bratti, il portavoce del vescovo Giuseppe Andrich. Sono arrivati anche numerosi doni, primo fra tutti il cofanetto dei volumi dei quattro itinerari fra i tesori d’arte dell’Alto Bellunese, presentati mercoledì a Lorenzago. Da Introd, il paese delle vacanze pontifice in valle d’Aosta, il sindaco ha spedito al castello Mirabello una confezione, carta rossa e fiocco color argento, con vino e prodotti tipici. «Nonostante la festa, la giornata del pontefice si è sviluppata con il solito stile monastico».

© Copyright Corriere delle Alpi, 15 luglio 2007


Lorenzago. Oggi la giornata riservata ai fedeli e alle parrocchie della diocesi di Treviso

Il palco dell’Angelus con l’Antelao sullo sfondo

Il vescovo Mazzocato: «Altro che “teutonico”, è un papa che va al di là di ogni schema»

FRANCESCO DAL MAS

LORENZAGO. «Siamo pronti ad accogliere il papa in Cadore tutti gli anni». Così il vescovo di Treviso monsignor Andrea Bruno Mazzocato, che oggi accoglierà Benedetto XVI in castello Mirabello, a Lorenzago, per l’Angelus.
Prima del canto mariano, Mazzocato celebrerà la messa sul piazzale del castello. Il palco della messa e dell’Angelus è stato allestito sotto una delle torri del maniero. Il papa vedrà davanti a sé il monte Antelao. Dalle 7 le prime navette che trasporteranno i pellegrini al castello. Tra le autorità ci sarà il presidente della Regione Giancarlo Galan, che verrà anche ricevuto dal papa con la famiglia in forma privata. Un maxischermo è stato installato in piazza Calvi, a Lorenzago, perché vi possano assistere coloro che non possono salire al Mirabello.

Monsignor Mazzocato, l’attesa dell’Angelus è particolarmente sentita?

«Sì, specialmente per la diocesi di Treviso. L’Angelus è il momento più significativo della visita del santo padre. Tutte le parrocchie sono attivate per vivere questo momento anche in preghiera. Vi parteciperanno, a Lorenzago, in 1500, tra i quali i rappresentanti più significativi della vita diocesana. La cernita è stata difficile. Alcuni avranno l’onore anche del baciamano».

Che cosa vi siete detti incontrandovi?

«Io, per la verità, gli sono stato vicino a Treviso, durante il viaggio in elicottero, e qui a Lorenzago accompagnandolo nella villetta. A Treviso mi ha impressionato il fatto che, nonostante il protocollo prevedesse il contrario, lui si è avvicinato alle persone lungo le transenne e per 20 minuti le ha salutate. Era davvero curioso vedere le mamme tirare fuori da ogni parte i loro bambini».

Sopra la diga del Vajont ci sono stati particolari commenti?

«Sia il santo padre che il suo segretario ricordavano molto bene quella tragedia. Il papa era interessato ad avere notizie sul paesaggio che attraversavamo. Un bel colpo d’occhio è stato vedere dall’alto il castello Mirabello, la casa di soggiorno, il bosco».

A Benedetto XVI piace il posto?

«E’ rimasto molto affascinato dal bosco che c’è qui, che richiama forse i suoi boschi. Questo verde gli dà un senso di molta tranquillitòà, lo fa sentire bene. Sia il santo padre che il suo segretario sono molto contenti dell’alloggio preparato. E siamo contenti anche noi di come siamo riusciti a prepararlo, tenendo un profilo sobrio, ma anche fine, come si fa in maniera intelligente. Credo, quindi, che si trovino proprio bene».

Un buon motivo perché il papa ritorni.

«Siamo pronti ad accogliere il papa tutti gli anni che vorrà venire, però adesso è assolutamente prematuro pensare a queste cose».

Lo ha colpito, lui che è così teutonico, il grande calore che ha incontrato a Treviso e in Cadore?

«Non è mai stato teutonico, il papa. E’ profondamente se stesso, come è caratteristico delle grandi personalità. Non ha bisogno di grandi trasformazioni. La cosa più bella sarebbe uscire da questi schemi interpretativi, che a volte ritrovo anche forzati nei giornali. Il papa è una persona molto unificata nella sua interiorità e si rapporta con immediatezza alle persone. Tu sei davanti a lui, ti riconosce, chiunque tu sia. Questo vuol dire essere profondamente umano, oltre che pastore, al di là di ogni schema. Non si può vedere in questo papa uno sguardo di ghiaccio, come mi è capitato di leggere in questi giorni, magari quando il papa bacia i bambini».

© Copyright Corriere delle Alpi, 15 luglio 2007

Che noia con questa storia del Papa teutonico! Cerchiamo di andare oltre il nostro naso o, per i giornalisti, e' troppo difficile?
Veramente scontati certi atteggiamenti...

Raffaella


LA GIORNATA

Galan con la famiglia oggi in udienza privata

VENEZIA. Sarà una giornata davvero singolare quella di oggi di Galan in Cadore. E’ la prima udienza dal papa, per lui, la moglie e la figlia. In forma privata. E la prima uscita pubblica con la famiglia al completo, la moglie Sandra e la figlia Margherita. Che ha pochi mesi di vita e che è reduce da una delicata operazione.
Galan sarà a Lorenzago di buon mattino, perché poco prima delle 10 salirà al castello Mirabello per partecipare alla concelebrazione presieduta dal vescovo di Treviso, mons. Andrea Bruno Mazzocato. Dopo aver assistito al rito ed aver partecipato alla preghiera mariana del papa, l’Angelus, Galan, moglie e figlia saranno ricevuti in udienza privata da Benedetto XVI. Che, come ha fatto ieri sera il papa con il consiglio comunale di Lorenzago, ringrazierà per l’accoglienza. La Regione Veneto, infatti, ha messo a disposizione circa 500 mila euro per trasformare Lorenzago e la tenuta di Mirabello in un salotto.
Dopo l’udienza con il papa, Galan scenderà a Lorenzago, dove incontrerà il sindaco Mario Tremonti e la giunta comunale con i quali farà il punto della situazione. Non prima di averli ringraziati per la disponibilità dimostrata. «Il grazie sarà reciproco», anticipa Mario Tremonti. Che approfitterà dell’occasione per chiedere al presidente della Regione un sostegno per recuperare la sede dell’ex scuola materna, quella andata a fuoco l’altro giorno. E per preparare, al meglio, il ritorno del pontifice il prossimo anno. «Faremo di tutto per averlo ancora fra noi», ha assicurato Galan fin dall’arrivo di Ratzinger, a Treviso. (fdm)

© Copyright Corriere delle Alpi, 15 luglio 2007

Personalmente non mi dispiacerebbe vedere il Papa tornare in Baviera :-)


Dopo i primi giorni di relax in casa, la settimana prossima il pontefice potrebbe muoversi a sorpresa

Quattro le possibili «uscite»

Da Canale d’Agordo al Vajont. Ma anche Feltre e Sant’Orsola

LORENZAGO. Dopo una settimana di relax in casa, con uscite soltanto la sera per pregare in chiesette appartate o brevi passeggiate, Benedetto XVI potrebbe ritagliarsi, la prossima settimana qualche giornata di escursione o di visite. «I bellunesi si augurerebbero che Benedetto XVI possa recarsi in visita al cimitero delle vittime del Vajont», dice il presidente della Provincia, Sergio Reolon, «al paese di papa Luciani, Canale d’Agordo, al santuario feltrino dei santi Corona e Vittore e in qualche chiesa dell’itinerario dei “Tesori d’arte”, magari a Sant’Orsola di Vigo». «Qui tutto è pronto, ormai da giorni, per riceverlo», fa sapere Silvano Dolmen, anima del volontariato della parrocchia. «Ogni sera siamo un po’ tutti, parroco compreso, in allerta», aggiunge. «Anche noi siamo in allerta», avvertono dal santuario feltrino. «Ci hanno comunque assicurato che ci avvertiranno il giorno prima». A Canale Berto Luciani, il fratello del papa, rientra oggi da alcuni giorni di riposo al mare, insieme alla figlia Pia, per cui ogni giorno è buono. «Sarebbe un evento straordinario, anche se si svolgesse apparentemente in incognito», conferma il sindaco Colcergnan. Il vescovo emerito Maffeo Ducoli è in attesa che quel “vedremo” di Benedetto XVI alla sua richiesta di visitare il santuario del Nevegal si possa davvero concretizzare. Se lo augura anche il vescovo Padoin, emerito di Pozzuoli, in vacanza anche lui sul Nevegal. Tra le possibili mete del papa anche la Val Pusteria, dov’è nata sua madre e dove lui, da cardinale, ha imparato a conoscere le Dolomiti. Ma Ratzinger potrebbe spingersi fino a Bressanone o al monastero di Novicella, dov’era atteso per le prime vacanze papali, nel 2005. Quanto alle escursioni sulle Dolomiti, pare che sia “obbligata” una puntata sul Pian dei Buoi. Ma l’attesa è forte anche sull’altopiano di Razzo e in Val Visdende. Venerdì un elicottero della Forestale, decollato dal minuscolo eliporto a pochi metri dal castello Mirabello, si è fiondato sulla montagna sopra Lozzo, poi è virato verso il Tudaio, ha attraversato la valle di Auronzo, ha sorvolato i Cadini, si è diretto verso le Tre Cime ed è rientrato, puntando verso il Sorapiss. Una “perlustrazione tecnica” è stata definita da ambienti del Mirabello. Nei rifugi, dal Ciaredo all’Auronzo, al Città di Carpi, al Vandelli, tutti hanno immaginato che ci fosse dentro il papa, perché il velivolo li sorvolava, per qualche istante, a bassa quota. Ma Benedetto XVI se ne stava tranquillo in casa, a lavorare e suonare il pianoforte. (fdm)

© Copyright Corriere delle Alpi, 15 luglio 2007

1 commento:

euge ha detto...

Signori giornalisti ma quando imparerete a leggere veramente nello sguardo di Papa Benedetto ammesso che ne abbiate il coraggio dopo che con una cecità inguaribile non solo degli occhi ma, soprattutto del cuore continuate a bollarlo come una persona fredda ed insensibile come Tedesco o teutonico........ Vergognatevi è proprio vero che chi si ferma a guidicare una persona soltanto all'apparenza, non solo è un cieco a vita ma, è soprattutto un duro di cuore. Non sempre i sentimenti personali si esternano con gesti eclatanti....... Qualche giorno fa durante una trasmissione sul secondo canale della Rai, sentii una risposta di una giovane attrice che disse:" Ma giovanni Paolo II ballava il samba" cara signora ma cosa pensa che il valore di un Papa ed i suoi insegnamenti si possono giudicare ed apprezzare da questo???? o pensa che dicendo così gli ha fatto un complimento???????? Purtroppo, questa è la gente che fa opinione!!!!!!!!!!!
Eugenia