3 luglio 2007
Ingerenza della Chiesa? Parliamo dell'ingerenza della politica sulla Chiesa...
Vedi anche:
Dall'autobiografia di Joseph Ratzinger: il divieto del Messale antico
SPECIALE: IL MOTU PROPRIO CHE LIBERALIZZA LA MESSA IN LATINO
LA LETTERA DEL PAPA ALLA CHIESA CINESE: LO SPECIALE DEL BLOG
Cari amici, come accennato ieri, la signora Bindi, ospite del priore di Bose, Enzo Bianchi, si e' lanciata in un attacco senza precedenti nei confronti del Vicario del Papa per la diocesi di Roma, gia' Presidente della CEI, il cardinale Camillo Ruini.
Il sempre ottimo Monsignor Fisichella ha messo a posto tutti con poche ma vibranti parole.
E' veramente singolare che ci siano politici che si proclamano cattolici, ma poi, una volta eletti, fingono che il Magistero non esista, salvo poi rispolverare la propria "cattolicità" non appena si sente profumo di elezioni. Il giochetto, pero', non funziona piu'...
Faccio notare che ieri "Repubblica" e "Corriere" hanno dedicato molto spazio all'invettiva bindiana. Oggi entrambi tacciono sulle frasi di Mons. Fisichella...bella informazione :-)
Nella giornata di ieri non ho riportato i due articoli perche' troppo politici ma, vista la reazione di Mons. Fisichella, mi sento obbligata a informare i lettori del blog
Piu' tardi leggeremo lo speciale (molto interessante) di "Repubblica" sul latino e la Messa tridentina.
Raffaella
Bindi e Castagnetti alla Chiesa: il “ruinismo va chiuso”
di Vera Schiavazzi
«Sono d’accordo con Castagnetti. Questi ultimi anni rappresentano una parentesi da chiudere nel rapporto tra Chiesa e politica, per riaprire invece la stagione dell’impegno lanciata dal Concilio. Dobbiamo essere i protagonisti di una gioiosa, serena correzione fraterna su ciò che è accaduto, ci è mancata la radicalità evangelica per dire ai vescovi: così non si fa».
È una critica durissima quella che da Rosy Bindi e da Pierluigi Castagnetti, riuniti al monastero di Bose insieme a molte altre personalità cattoliche come Marco Follini, arriva al cardinal Ruini e alla sua guida della Conferenza episcopale italiana negli anni delle vittorie del centrodestra. E ancora: «Non può essere Radio Maria a formare le coscienze cattoliche. Non dubito della buona fede di chi la ascolta, ma dobbiamo difendere la nostra Chiesa».
Il primo ad attaccare le scelte politiche dei vertici cattolici dopo la fine della Dc, e soprattutto dal ‘95 in poi, è stato Castagnetti, in un’analisi che Bindi ha dichiarato di condividere. «Con la scelta di ritirarsi da un rapporto diretto con la politica dopo il crollo della Dc — ha detto Castagnetti — si è voluto centrare l’attenzione sulla vita interna della Chiesa. Un vincolo fortissimo, quello del “ruinismo”, che ha prodotto una rappresentazione obbligata dell’unità cattolica e ha portato a un progressivo sbilanciamento verso il centrodestra, che è stato pronto ad utilizzarlo». A Bose, nel monastero fondato da Enzo Bianchi, era stata proprio Rosy Bindi a invitare a due giorni di lavoro e di preghiera politici e leader dell’area cattolico-democratica e delle sue associazioni di riferimento, a cominciare da quella alla quale appartiene lo stesso ministro della Famiglia, l’Azione cattolica.
Un programma stabilito da molto tempo, ma che si è inevitabilmente intrecciato con l’agenda politica di questi giorni. Bindi non ha sciolto le sue riserve su una possibile candidatura alla guida del Partito democratico in alternativa a quella di Veltroni: «Non sono ancora state scritte le regole del nuovo partito, come posso annunciare o meno una candidatura? », ha risposto a chi la interrogava, poi ha aggiunto: «Se mi candidassi, comunque, lo farei non contro Veltroni ma per dare un contributo sul tema della laicità della politica ». Ma, nonostante gli amici che la «sconsigliano» da questa battaglia, come lo stesso Castagnetti, l’immersione nel mondo cattolico di base al quale appartiene ha incoraggiato Bindi nella sua scelta di giocare fino in fondo la battaglia sulla leadership futura. «Nel Pd — ha detto — rischia di esserci una grande inconsapevolezza culturale su ciò che avviene dentro la Chiesa. Non so se avete chiaro che i nostri nuovi amici trovano e troveranno più facile accordarsi con i “teodem” che con noi. Non come Togliatti, che non era cattolico ma si sforzava di capire fenomeni che sapeva essere importantissimi per la politica italiana». Bindi ha sollecitato una nuova stagione di confronto: «Ai giovani preti che mi vedono come una “traditrice” non chiedo loro di sottoscrivere i Dico ma voglio spiegare come sono nati e perché». Anche Castagnetti, infine, ha criticato l’assenza di regole chiare sulla scelta del futuro leader del Pd. Ma ha aggiunto: «La candidatura di Veltroni ha ormai modificato le cose a un punto tale che il problema non sono più le primarie. Per questo sconsiglio a Rosy di correre contro di lui» .
© Copyright Corriere della sera, 2 luglio 2007
Veramente incredibile, cara Bindi!
Impari dal Papa la coerenza e l'umilta' e non pretenda di dare ordini ai Vescovi o ai Cattolici. Ma che cosa si aspettava? L'applauso dei giovani sacerdoti?.
Raffaella
Il retroscena. Bindi e la candidatura alle primarie. “Chiederò consiglio a Prodi
A Bose il Manifesto Rosy “Cristiani, diversi nel Pd
di Giovanna Casadio
BOSE - Chiederà consiglio a Prodi, certamente. Ma «la sosta», i due giorni di ritiro nel monastero di Bose - che Enzo Bianchi, il priore, definisce «un attimo per chiudere gli occhi e ritrovarsi, ordinare i pensieri e calmare l´angoscia» - a Rosy Bindi sono serviti «molto». Non scioglie ancora la riserva, se sfiderà cioè Walter Veltroni per la guida del Partito democratico (lo farà forse in settimana) ma il Manifesto-Bindi è già nato qui, nella comunità monastica sulle colline piemontesi dove «i fratelli e le sorelle» - età media sotto i quarant´anni - coltivano una spiritualità non sganciata dalle cose del mondo, «in compagnia degli uomini», come vuole la regola. Il Manifesto del ministro della Famiglia potrebbe avere un titolo, almeno a sentire gli oltre cento «laici credenti», convocati ad inviti dall´Associazione “Argomenti 2000″ e che hanno partecipato al seminario sulla laicità e la politica. Intitolarsi ad esempio, «la differenza cristiana nel Partito democratico». Che ne ha tanto bisogno, ragiona la Bindi, perché non deve nascere preconfezionato. E la laicità «non è forse nel Dna dei cristiani, poiché il grande valore della distinzione tra potere politico e potere religioso - date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio - non l´ha forse introdotta Cristo? «Se non li facciamo dentro un monastero questi discorsi, quando li possiamo fare?», esordisce l´incontenibile Bindi ricordando i Dico, la legge sui diritti dei conviventi di cui è stata autrice (con la ds Barbara Pollastrini). «Quando ho pensato a questo incontro ero angosciata per due parole che non-Dico…». Ora che lo scenario è un altro, molti la incalzano per sapere se scommettere sulla sua discesa in campo per il Pd. E lei risponde, a margine del seminario in una vivace discussione che si protrae fino a notte contravvenendo alla regola del silenzio: «Ci sono tutte le condizioni perché mi candidi». Per il Partito democratico poi, «ci vuole un leader forte ma non può essere un partito del leader». Lancia quindi un paio di bordate su quel che pensa della Chiesa dell´epoca-Ruini: «Dobbiamo lavorare per considerare una parentesi quella della Chiesa italiana di questi anni. Va aperta una serena e giocosa correzione fraterna della Chiesa recente». Stoccata quindi al clericalismo e a Savino Pezzotta: «Non può essere Radio Maria che forma la coscienza dei cattolici, non per Radio Maria ma per la sua strumentalizzazione». Platea tutta dalla sua. «Mi ribello quando qualcuno vuole fare del Family day un movimento politico». Ce n´è per tutti. «L´Italia della Costituzione è stata tale perché aveva una classe dirigente che si poneva il problema di costruirlo questo Paese, se lo poneva allora il presidente degli industriali…». Come invece non se lo pone ora Luca di Montezemolo, è l´implicito riferimento. Altro tassello del Manifesto di Bose. Insieme con le parole d´ordine «contaminazione» delle identità, solidarietà, no al discredito della politica e alla società corporativizzata. Confronto serrato, che doveva volare alto, meditare seguendo la “preghiera delle ore” dei fratelli di Bose, e che plana sulla politica e l´attualità. Pierluigi Castagnetti, il vice presidente della Camera, ulivista, e Marco Follini, l´ex leader Udc approdato saldamente nel centrosinistra, cercano di convincere Bindi a non candidarsi. «Non c´è lo spazio per una candidatura alternativa a meno che i Ds non sciolgano il blocco e si riaprano i giochi. Ma Rosy è una testa dura», confessa Castagnetti. Ugualmente per Follini «il discorso di Veltroni è stato esauriente, non mi paiono esistere altri spazi». Poi la butta in battuta: «Ho capito che alla fine vuoi candidare Franceschini».
Ci pensa il priore Bianchi a dire con semplicità cose complesse: «La Chiesa non può calare i suoi principi dall´alto, non possono esserci ordini apodittici. C´è molta afonia, poche le voci. I teologi sono silenziosi». E quando la politica è debole «la religione, tutte le religioni sono tentate di diventare lobby». Narra «la portata eversiva del cristianesimo» e l´occasione persa a proposito della legge sui diritti dei conviventi.
Dalle riflessioni teoriche a quelle storiche di Fulvio De Giorgi, alle provocazioni di Amedeo Piva, alle riflessioni di Renato Balduzzi, presidente del Meic e consulente legislativo della Bindi. Al vescovo di Pavia, monsignor Giovanni Giudici, cresciuto alla scuola di Carlo Maria Martini, il compito di rispondere alle domande più ostiche: «Monsignore, spiegami: perché devo essere un reazionario per andare in chiesa?»
© Copyright Repubblica, 2 luglio 2007
Ed ecco la ventata di aria pulita:
CREMONA, 2 LUGLIO -
'In nessun altro Paese un ministro della Repubblica si sarebbe permesso un'uscita del genere. Alla quale - naturalmente - devo rispondere'.
La bordata che ha strappato l'applauso alla platea che stasera a Cremona ha seguito la conferenza di monsignor Rino Fisichella e' rivolta a Rosy Bindi che ha criticato gli 'anni del ruinismo', 'parentesi da chiudere nel rapporto tra Chiesa e politica, per riaprire invece la stagione dell'impegno lanciata dal Concilio'.
'Abbiamo rispetto dei governanti, ma non possono sostituirsi a noi nello stabilire la conformita' del nostro impegno al Concilio o ai nostri doveri. Senno' finisce che, fra tante parole sulla presunta ingerenza della Chiesa nella politica, si arriva invece e con certezza all'effetto opposto'. Rino Fisichella, rettore della Pontificia Universita' Lateranense, ha parlato dei 'Valori religiosi nella societa' civile e la cristianofobia nelle istituzioni politiche'. (ANSA).
Un ringraziamento sincero, come sempre, a Mons. Fisichella!
E' straordinario come certi politici si straccino le vesti per la presunta ingerenza della Chiesa sul Parlamento, salvo poi ficcare il naso continuamente nelle decisioni della Chiesa stessa, criticando questo o quel prelato che non si piega al conformismo delle idee e pretendendo di interpretare il Concilio meglio del Papa e dei Vescovi! Bindi, si candidi anche alla Presidenza della Repubblica, ma mi faccia un favore: non citi piu' ne' la religione cattolica ne' i suoi esponenti. Sia laica fino in fondo!
Raffaella
Sul priore di Bose c'e' un interessante intervento di Magister:
Bose critica Benedetto XVI. Per una questione di mercato
Il giorno di Pentecoste, 28 maggio, i monaci e le monache di Bose, di cui è priore Enzo Bianchi, hanno diffuso la loro periodica “Lettera agli amici”, la circolare che due volte all’anno inviano per posta e pubblicano nel loro sito.
Sullo sfondo della nuova lettera c’è quella che essi chiamano “una sensazione di disagio e di sofferenza all’interno della chiesa di Dio che è in Italia e nei rapporti tra i cristiani e la società civile”.
Anche altre volte in passato il monastero di Bose ha espresso questo disagio. Ma in questa lettera c’è una novità. Per la prima volta c’è una critica diretta a Benedetto XVI.
La critica è in questa frase espressa in tono esclamativo:
“Quante durezze in nome di ‘valori non negoziabili’ che fanno trasparire nello stesso linguaggio usato un approccio ‘mercantile’ ai fondamenti etici del bene comune!”.
Il nome del papa non c’è. Ma la formula “valori non negoziabili” è tipicamente sua. Ricorre ad esempio – ma non solo – nel paragrafo 83 dell’esortazione apostolica postsinodale “Sacramentum Caritatis”, dedicata all’eucaristia:
“Il culto gradito a Dio non è mai atto meramente privato, senza conseguenze sulle nostre relazioni sociali: esso richiede la pubblica testimonianza della propria fede. Ciò vale ovviamente per tutti i battezzati, ma si impone con particolare urgenza nei confronti di coloro che, per la posizione sociale o politica che occupano, devono prendere decisioni a proposito di valori fondamentali, come il rispetto e la difesa della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà di educazione dei figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme. Tali valori non sono negoziabili. Pertanto, i politici e i legislatori cattolici…”.
“La differenza cristiana”: così Enzo Bianchi ha titolato il suo ultimo libro pubblicato da Einaudi. Ma c’è differenza e differenza. A lui e ai fratelli e alle sorelle di Bose quella sostenuta da Benedetto XVI non piace. Troppo “mercantile”.
dal blog di Sandro Magister
Mercantile? Qualcuno ha capito che cosa intende Bianchi? Quando si scrive si dovrebbe essere chiari, altrimenti si rischia di non capire nulla...
Raffaella
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23 commenti:
Ancora il Concilio Vaticano II, manipolato, snaturato, strumentalizzato, interpretato, da coloro che si ritengono i soli depositari del suo spirito, che sono chiaramente i soli ad averlo capito, andando fino a dimenticarne la lettera, coloro che si sentono autorizzati a dare lezioni ai vescovi e persino a chi al Concilio Vaticano era presente e vi ha partecipato...come Benedetto XVI!
L`arroganza di queste persone è senza limiti ed è ancor più grave quando a tenere tali propositi è un ministro di un governo.
Le parole pronunciate da Bindi sono pesanti, non che non sia libera di pensare quello che pensa, è sua libera opinione, ma sembra aver dimenticato le sue responsabilità di fronte a tutti gli Italiani compresi quelli che non la pensano come lei e sono numerosi!
Cara Luisa, purtroppo, di presunti depositari della verità di questi tempi ce ne sono non pochi soprattutto, riguardo al Concilio Vaticano II è inammissibile come certe persone si prodighino nelle critiche ed offese verso colui che del Concilio Vaticano II ne è stato un illustre membro e collaboratore. Questo è inconcepibile e inaccettabile. Di nuovo un grazie a Monsignor Fisichella per il suo intervento in questo grave ed increscioso episodio.
Non si vuole accettare che Benedetto XVI sta realizzando con l'aiuto di Dio cose che neanche si immaginavano!!!!!!!!!!
Eugenia
ahimè... com'è misera la condizione della nostra chiesa!!! la bindi, che parla non come "governante" - e dunque forse mons. fisichella si riferiva ad altro - ma come cristiana (e mi pare che sulla rettitudine di fede della rosy non si possa dubitare a meno di essere ignoranti della recente storia politica italiana) viene tacciata di esser una vladimir luxuria qualsiasi... davvero preoccupante che non ci sia la comprensione, l'ascolto e la stima almeno tra noi di chiesa!!!
d'altra parte anch'io sulla questione del motu proprio sono stato costretto ad un imbarazzante, ma fermo,no comment in questo blog
su magister e sulle sue insidiose distorsioni della vita ecclesiale, che sempre più mi paiono diaboliche, già ho detto
ma il caro bianchi è un monaco e come tale... sa respingere tutti gli attacchi dell'accusatore
meno male
:-) francesco
ah... dimenticavo...
il papa, a mio parere, non c'entra nulla...
francesco
Beh, la Bindi pretende di dire alla Chiesa cio' che deve dire e cio' che deve fare e questo non e' accettabile dal mio punto di vista.
Inoltre e' la firmataria della proposta di legge sui DICO per cui...
Quanto a Bianchi non ho capito l'aggettivo mercantile...
Si infatti, non vedo come una fautrice dei Dico, si possa permettere di muovere certe critiche inaccettabili torno a ripeterlo..... sulla sua cattolicità mi permetto anche se con molta riserva, di esprimere dei fondati dubbi...............
Eugenia
la bindi esprime un suo parere sul momento storico della chiesa nella logica del discernimento che è propria di ogni cristiano
non penso intenda dettare linee di comportamento ai vescovi e comunque anche qui andrebbe letto tutto il suo intervento e non per frasi estrapolate
certamente non tutti (anche nell'episcopato) sono stati felicissimi della "linea ruini"... non è un mistero per nessuno che sia un po' all'interno della chiesa italiana
mercantili penso si riferisca al termine "negoziabile"... e in effetti l'espressione mi pare poco felice: da l'idea che l'agone politico non sia il luogo della ricerca del bene comune, ma il luogo dove bisogna fare compromessi, negoziare, barattare... se una cosa è "etica" lo è perchè afferisce all'uomo nella sua interezza e non perché interessa alcuni... forse si potrebbe dire, come si diceva una volta, valori universali
francesco
Caro Don Francesco credo che il Papa dicendo non negoziabili si riferisse proprio al fatto che certi principi non possono essere barattati e commercializzati e sui quali non si può e non si deve scendere a compromessi; insomma se sono principi fondamentali è chiaro che sono non negoziabili!!!!!!!!!!!!! Resto della mia idea lei parla come certa carta stampata che non perde occasione di scagliarsi contro ogni sola parola pronunzi Benedetto XVI. Riguardo alla Bindi, si può esprimere un opinione oppure essere contrari ad un modo d9i agire e di pensare ma, no9n si può avere la prosopopea di muovere certe critiche e in quel modo.
Grazie Eugenia
ecco, molto sinceramente, padre Francesco, un po' di supponenza si ricava dalla posizione della Bindi, almeno come la riportano i giornali, che tagliano, strumentalizzano e dicono quello che fa comodo, siamo d'accordo, ma non credo abbiano detto fischi mentre la Bindi diceva fiaschi. E' che questo intervento è in linea con altri che ha fatto, inutile nasconderselo. In particolare io ho trovato lunare che proprio lei (la Bindi), qualche tempo fa, abbia definito i Dico in linea con il migliore Concilio Vaticano II . Questo proprio non lo accetto. Avrei potuto capire che dicesse "io penso che i Dico siano una cosa giusta, me ne assumo la responsablità con tutte le conseguenze", ma non inventarsi lei un Magistero della Chiesa a suo uso e consumo. Anche l'intemerata che ha fatto su quelli che ascoltano radio Maria mi sa di puzzetta sotto il naso.Perchè non accettare il fatto che non siamo tutti uguali? O vogliamo fare uno screening lombrosiano sui cattolici per selezionare quelli presentabili e quelli no? Nel mondo cattolico ci sta di tutto, io credo ci sia sempre stato di tutto.Ed è bene che sia così.
Il Magistero della Chiesa invece, secondo il mio modesto parere, è uno solo.E non si può plasmarlo come il pongo per non fare cadere il governo.
Infine dico solo una cosa: i Dico non passano in Parlamento non per colpa della Chiesa, ma perchè non hanno i voti.E' un fatto elementare. E questi parlamentari che siedono in Parlamento sono stati cooptati dalle segreterie dei partiti come a tutti è noto, e non scelti in base alle preferenze degli elettori, a causa della famosa "porcata" Calderoli. Quindi con chi se la deve prendere il centro-sinistra se non con se stesso?
E per favore nessuno mi venga a dire che i Dico erano richiesti da una forte pressione sociale perchè mi metto a ridere.
Si è voluto scientemente mettere in cima all'agenda politica una questione non urgente , non considerando che non c'erano i voti per farla passare.
Non riesco a non vederla così. Quindi la credibilità della signora Bindi ai miei occhi è molto bassa.
Anche se va a ricevere il santo Padre all'aereoporto e gli bacia l'anello tre volte.
carissima mariateresa
il suo è un parere di taglio politico... sinceramente non conosco i dico, non mi son messo a leggere la proposta di legge e sinceramente non mi interessa molto
penso però che la bindi non si è inventata cattolica ieri e non ha una carriera politica da costruire e difendere
penso che la sua affermazione che la proposta di legge dei dico sia in riferimento al concilio perchè non accettarlo?
il modello non è che il magistero parla e i politici cristiani eseguono...
una cosa sono i valori (e qui il magistero è normativo) e una cosa sono gli strumenti concreti con cui tali valori diventano legge o proposte culturali ecc. (e qui è il proprium laicale secondo la lumen gentium)...
certo finita l'esperienza della DC i cattolici sono in ogni coalizione ed è dovere della chiesa (pastori e comunità) sostenerli, aiutarli visto il difficile mestiere che hanno in una società sempre meno "cristiana"
personalmente non sono pienamente d'accordo sull'analisi che traspare della bindi, forse dipinge il "ruinismo" di colori che ruini non ha mai inteso dare alla sua azione pastorale, ma è difficile oggi trovare politici (e politici cristiani) della sua statura... e forse più che alla chiesa il suo messaggio è più politico...
cmq mi pare che certi commenti presentano la bindi alla stregua dei politicanti di ultima generazione e questo non è vero
francesco
caro padre Francesco lei dice "il modello non è che il magistero parla e i politici cristiani eseguono" no, non penso debba essere così infatti. Questa logica , credere obbedire e combattere, è quella che governa la vita interna dei partiti. A me la Chiesa sembra molto più libera e la diversità di tante posizioni lo dimostra... Ho qualche esperienza giovanile al riguardo. E' molto difficile trovare menti libere all'interno di un partito politico, soprattutto se di attività politica ci vivi.
Io parlavo della coerenza che in un politico cattolico, che si professa cattolico, che è stato inserito nelle liste elettorali come cattolico , che ad ogni intervista continua ad essere definita "cattolicissima", credo che questa persona abbia una responsabilità in più verso questa coerenza. Invece quello che sento dalla sua bocca è una critica su tutto con simil argomenti da editoriale della domenica di Repubblica , dove infatti vengono ripresi con ostentazione per dimostrare quale è la vera chiesa. Se a lei questo non stride per nulla, io non posso dire altrettanto, credo che sia un atteggiamento con una punta, per usare un eufemismo, di presunzione se non vogliamo dire di opportunismo, per dare sempre il beneficio della buonafede.
So anche che ci sono persone che la pensano come la Bindi, ma sinceramente la sua è una posizione che, non da ora, mi mette a disagio, non condivido e non riesco a sentire limpida.
Anche prestarsi a ridicolizzare alcuni suoi colleghi e fratelli di fede perchè meno al passo coi tempi o fatti passare come dei poveretti da ricovero (come mi è capitato di leggere purtroppo spesso) è una cosa che non mi sembra ammirevole.
Io non penso che sia "una traditrice" come lei stessa lamenta di essere apostrofata da questo o quel parroco; io penso che abbia torto.
Ecco Mariateresa al passo con i tempi..........la frase sulla quale ogni volta ci si impiccia.....Vorrei che qualcuno mi spiegasse dal suo punto di vista che significa una chiesa al passo con i tempi.......forse una chiesa permissiva????? una chiesa meno ancorata ai famosi prinicipi non negoziabili???? come la sacralità della vita umana, la sacralità del matrimonio, il valore della famiglia e via dicendo... Infondo, se non sbaglio Ruini difendeva tutto questo allora????? che cos'è la chiesa al passo con i tempi????? una chiesa che ti permette di dare a Dio un'importanza secondo i propri bisogni?????? di fare della vita umana ciò che si vuole ?????? tempo ho sentito la dichiarazione di un laico che mi ha fatto rabbrividire ma, forse questo alla Bindi piacerebbe il tizio in oggetto ha detto " io accetto tutti i comandamenti della chiesa tranne quelli che riguardano la morale sessuale" quelli non mi interessano......ora, io ho sempre saputo e mi hanno sempre insegnato, che i comandamenti o si accettano tutti o non si accettano; non si può tirare in ballo la chiesa e la religione quando ci aggrada e poi rimetterla nell'angolo quando ci è di impiccio o intralcia i nostri comodi!!!!! Che cos'è la chiesa al passo con i tempi??????? se deve essere una chiesa che permette questo ed altro, beh allora non ci siamo proprio ma forse è questa la chiesa che il ministro Bindi cerca con tanta forza!!!!!!!!!!!!!!!
Eugenia
Visto che l'On.Bindi fa riferimento a un motto evangelico male interpretandolo, ho pensato di riprodurre per voi parte di uno scritto dove sintetizzo il poco che so sull'argomento. Chiedo però il beneplacito di Padre Francesco, che se vorrà dichiarare qualcosa "ex professo" basandosi sulla plurisecolare dottrina Cattolica sarà bene accetto.
E'di uso corrente una perniciosa interpretazione del motto evangelico “date a Cesare quel che è di Cesare...”.
L'interpretazione Cattolica di questo insegnamento (si veda ad esempio S.Agostino, commento al Salmo 94 v.1) è come molti sapranno la seguente: la moneta è un disco di metallo che quando era fuso, relativamente privo di “forma”, ha ricevuto l'effigie del garante della sua autenticità, Cesare, esattamente come l'anima del Cristiano dalla condizione di peccato è chiamata a ricevere impressa l'immagine di Dio; e si paga il tributo a Cesare esattamente nello stesso modo in cui il Cristiano è chiamato a far ritorno nel tesoro del suo creatore, il Paradiso, nella Gloria dei Santi. Il motto è fra l'altro una espressione particolare di tale principio generale: poiché le circostanze materiali sono un'immagine delle realtà spirituali, il potere temporale è chiamato a realizzare materialmente i divini esempi di cui la “suprema autorità spirituale” lo rende partecipe.
"Al passo coi tempi" era un modo di
riferire l' opinione un po' supponente di Bindi (almeno così a me sembra) su alcuni colleghi parlamentari che non sono della sua parte politica. Certo l'espressione in sè, Euge, non vuol dire niente.La Chiesa ha un'altra visione del tempo e anche dei suoi "passi". Non perchè non vuole dialogare o comprendere,ma perchè il suo messaggio non ha tempo.
Quello di selezionare il messaggio in base al proprio tornaconto secondo me è stato sempre presente nella storia della cristianità.
Ma è un errore o meglio un modo di prendere quello che magari è più affascinante secondo il sentire prevalente, lasciando il resto in ombra perchè faticoso o troppo complicato.
C'è molto fascino nel cristianesimo, ma anche molta fatica. Ed è quest'ultimo aspetto che,tra cattolici,diventa oggetto di divisione.
Come ci si fa a dividere su quello che è affascinante?E' il resto chenon è uno scherzo....
X Padre Francesco: vorrei fare qualche osservazione su quanto scrive in merito al termine "negoziabile"in un espressione del Santo Padre. Lei dice: "l'espressione mi pare poco felice: da l'idea che l'agone politico non sia il luogo della ricerca del bene comune, ma il luogo dove bisogna fare compromessi, negoziare, barattare..." . Ora, negoziazione è un termine tecnico impiegato dai giuristi per indicare alcune fasi dell'attività legislativa... come ha notato anche lei dà una ottima idea della mediocrità morale che è alla base della loro mentalità. Trovo quindi che a ragione ciò che implica e ciò che lo comporta debba essere riprovato dal Santo Padre, se Egli lo ritiene.
caro cristiano
l'interpretazione del brano evangelico - come ogni interpretazione - non può mai essere unica... la parola di dio è così ricca!!! che limitarla ad un solo senso è limitante...
non conosco l'intervento della bindi - e sinceramente non mi va nenahce di mettermelo a "studiare" - però il brano in questione è usato generalmente (e non mi maniera arbitraria, mi pare, ma coerente al testo e ad una teologia pienamente cattolica) per esprimere la distinzione tra la logica religiosa - e in special modo ecclesiale - e quella delle altre realtà "mondane"... un dato positivo, questo, della modernità (intendendo con questo termine quel processo culturale che parte dalla scolastica e giunge all'illuminismo) che trova nel vangelo un'espressione così lapidaria e chiara!
non ha bisogno del mio permesso per parlar di cose di teologia...
sull'espressione dei valori non negoziabili non penso di aver colto bene il suo intervento: è d'accordo o no con le mie perplessità?
francesco
Ti ringrazio Mariateresa per la tua spiegazione che trova molti punti incontro con l'idea che io mi ero fatta riferita a questa espressione.
Grazie Eugenia
Scusate se mi intrometto nella vostra piccola disputa sul non negoziabile....... Non mi pare che il Santo Padre abbia usato a sproposito questo termine o lo abbia usato erroneamente; secondo il mio modesto parere, egli intendeva dire che i fondamenti della religione cristiana come i principi morali e quant'altro, non possono essere ne barattati ne patteggiati ne tanto meno scambiati in nome di chissà quale libertà o per raggiungere chissà quale precario equilibrio basato sul " se tu fai una cosa per me io poi chiudo un'occhio e faccio una cosa per te" un aggiustamose tra de noi un modo di vedere e pensare che sinceramente applicato su certi argomenti e su certi principi anche etici risulta essere quanto mai deleterio.
Caro Padre Francesco, io e il popolo dei fedeli abbiamo bisogno del suo permesso e della sua assistenza per parlare di teologìa. Lei è chiamato ad esercitare il suo ministero e ad illuminarci con la luce della dottrina dei Santi Padri (possibilmente non con la libera interpretazione o l'esegesi storico-filologica, sì che'l protestàn, di noi, tra noi, non rida!). Per altro al momento del mio intervento già aveva scritto: "una cosa sono i valori (e qui il magistero è normativo) e una cosa sono gli strumenti concreti con cui tali valori diventano legge o proposte culturali ecc. (e qui è il proprium laicale secondo la lumen gentium)". Ciò è coerente con l'interpretazione del passo evangelico cui accennavo...
carissimo cristiano
sono commosso della tua devozione per noi preti, ma non sempre siamo all'altezza... ci son laici più esperti di noi che ci insegnano!
l'interpretazione personale o l'esegesi storico critica non sono delle "brutte bestie", ma degli strumenti di indagine della verità e finché non diventano degli assoluti è bene e doveroso usarne... il guaio è quando si confonde la verità con le proprie opinioni o con i risultati delle ricerche scientifiche... in questo, per quando riguarda la fede e la morale, certamente l'ultima parola (quando c'è) ce l'ha il magistero della chiesa... per il resto attendiamo la manifestazione del signore e ci lasciamo guidare dal suo spirito alla pienezza della verità
mi rincuora la sua capacità di dialogo... non sempre è una prerogativa di chi posta
francesco
Carissimo Don Francesco, immagino che si possa essere più o meno all'altezza, ma ciò è irrilevante nei confronti del "Carattere" che il Sacerdote porta impresso, che è "uguale per tutti" (ciò accontenta anche i cattocomunisiti, hehehehe)... Per altro mi risulta che ci siano dei metodi altamente "tecnici" a disposizione del sacerdote, per exinanire l'uomo esteriore e agire "in persona Christi" nella ministrazione dei sacramenti... Mi sembra anche che nelle altre circostanze della vita si possano sfruttare certe risorse per muoversi in questo senso; forse portare certi indumenti di significato simbolico, che agirebbero come "sacramentali"... mi dica lei cosa ne pensa. Certo che con un Clero incosciente delle proprie possibilità, con un Clero che guarda solo al proprio lato umano, qualunque senza-Dio ha il diritto di assumere un' aria di superiorità!
Sulle altre questioni sono pienamente d'accordo con lei:-)
caro cristiano
la discussione con lei "mi intriga"
io non porto di norma segni esteriori ma non per disistima del mio ministero, né perché reputo il mio sacerdozio un fatto solo "umano"
più esattamente penso che il fatto di esser battezzato non ha a che fare con l'"umano"
e lo reputo così a che fare con Dio che non mi serve dirlo o mostrarlo
sono le scelte che faccio che possono parlare: non ho abiti firmati, non faccio la lampada, cerco di essere sereno e sorridente, non urlo, non impreco, se posso parlo di cose importanti, cerco di ascoltare gli altri... e per molti è una piacevole sorpresa scoprire che un prete è uno che non gli mette soggezione... da qui son nate tante piccole conversioni... la rete della chiesa è ampia: io prendo certi pesci, i miei "colleghi" (mi permetterà questo simpatico appellativo) in tonaca e saturno ne acchiappano altri e forse non arriverebbero mai a quelli miei
o come dicono certi amici miei "con l'occidente credi che l'abito non fa il monaco, con l'oriente credi che l'abito fa il monaco"
francesco
Caro Don Francesco, anche a me fa piacere ragionare assieme a lei.
Riguardo a ciò che ha detto ritengo che l'abito debba fare l'abito e il monaco debba fare il monaco.
Il monaco in non poche cose può giovarsi dell'abito: ad esempio la sensazione di "non essere all'altezza" di un ministero o di una missione è facilmente messa in fuga dagli indumenti appropriati.
Essi hanno molti altri effetti: è ovvio che fanno parte del mondo delle apparenze, ma anche il giudizio di chi passa per strada o le nostre sensazioni su noi stessi fanno parte di tale mondo. Fin quando tali cose esistono, è bene occuparsene con mezzi adeguati, senza porvi nè troppo interesse (come è costretto a fare chi si regola di testa propria) nè troppo poco (come fà chi di certe cose non è consapevole).
Tutto ciò non comporta necessariamente più amore per Dio, ma una soluzione Cristiana a certe incombenze, anche minime, della vita quotidiana. Incombenze a cui, in mancanza di una soluzione uguale per tutti, bisogna provvedere arbitrariamente...
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