5 novembre 2007

Malpelo: Maltese si autocita, facendosi del male, e Michele Serra dovrebbe informarsi prima di scrivere di Padre Pio


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Lupus in pagina

di Rosso Malpelo - Gianni Gennari

«Cultura laica» che si vuol male

Volersi male con brutte figure: un habitué pare Curzio Maltese. Sul "Venerdì" del giorno dei morti parte dai "margini di un'inchiesta di "Repubblica" sui 'Costi della Chiesa'" per piangere "La cultura laica rimasta senza casa", e scrive che "la santificazione di Padre Pio, che Giovanni XXIII giudicava un truffatore e una vergogna"è diventata il simbolo di una Chiesa conquistata alla logica della politica spettacolo che reagisce con furia quando si tratta di soldi e non di principi della fede".

Due cose. La prima è l'autocitazione. Quell'"inchiesta" infatti, reticente nei numeri e ridicola per dimenticanze - come visto più volte qui - e che lui lamenta sommersa nel "silenzio" anche dei laici, era sua. Il suo stesso lamento poi mostra tanta "incultura".

Un flop: con truffa e vergogna"Non ha letto infatti ciò che per scriverne dovrebbe aver letto, cioè che quel giudizio di Papa Giovanni su Padre Pio era basato su informazioni calunniose e false, e infatti cominciava così: "Si vera sunt exposita"(se sono vere le cose riferite)"La cultura di chi non legge non esiste: perciò "non trova casa".

Vale anche - e dispiace - per Michele Serra che su "Repubblica"(27/10, p. p. 22) si basa sullo stesso falso, vuoto di informazioni e cultura, per annunciare "un baratro" tra "il culto del dolore di Padre Pio e il cattolicesimo sorridente di (papa) Giovanni, per lui "stimmate e fanatismo da una parte", "sorriso e luna piena sopra gli uomini di buona volontà" dall'altra. Si informi meglio sui due, Serra. In fondo è questione di "cultura". Salvo che sia di pregiudizio.

Per Maltese la cosa è indubbia: frutto del volersi male"

© Copyright Avvenire, 4 novembre 2007


Ecco l'articoletto di Serra a cui si riferisce Rosso Malpelo:

L´amaca

MICHELE SERRA

Davvero impressionanti le note scritte da papa Roncalli contro Padre Pio, rese pubbliche in un libro di Sergio Luzzatto sul frate di Pietrelcina. "Idolo di stoppa", responsabile di un "disastro di anime istupidite e sconvolte": così il papa del concilio Vaticano II vedeva il futuro santo, protagonista di un culto popolare dilagante e infine glorificato dal pontificato di Karol Wojtyla, moltiplicatore di aureole come mai nei duemila anni precedenti.
Impressionante soprattutto constatare, quasi mezzo secolo dopo, come tra i due, Giovanni XXIII e Padre Pio, il primo sia semi-dimenticato insieme all´intero periodo conciliare, mentre il secondo, per usare una metafora facile, è una pop-star di travolgente successo. L´antagonismo tra i due è simbolicamente fortissimo: tra il culto del dolore di Padre Pio e il cattolicesimo sorridente e quasi allegro di Giovanni c´è un baratro, sangue e penitenza da una parte, la famosa carezza ai bambini dall´altra. Entrambi al centro di un culto popolare esteso (Giovanni non era certo un "intellettuale", come si disse poi con semi-spregio nei confronti del suo successore Montini), il loro differente destino ci aiuta a inquadrare i nostri tempi. Evidentemente questi sono tempi di stimmate e di fanatismo, non di sorriso, non di luna piena sopra gli uomini di buona volontà.

© Copyright Repubblica, 27 ottobre 2007

Questi sono tempi di fanatismo, Serra? Mai come sotto il Pontificato di Benedetto XVI si e' capito che ragione e fede non sono inconciliabili.
Perche' non fa uno sforzo anche Lei, caro Serra? Oppure e' proprio questo aspetto del ragionamento ratzingeriano che Le dispiace?

R.

3 commenti:

mariateresa ha detto...

Cara amica e cari amici, gli alti lamenti di Maltese e le sbrodolate retoriche di Serra sono veramente espedienti da due soldi, quando si è raschiato il fondo, non si ha più niente da dire ma qualcosa bisogna pur scrivere. Anche la risposta di Serra ad Amicone di qualche tempo fa, fa parte dello stesso repertorio. E' inutile parlare e discutere, dice Serra, lo stato legifera per tutti, i cattolici sotsengono solo posizioni di parte. Ma il punto per Serra non è la parzialità di visione (secondo lui) dei cattolici; è che , sotto sotto (ma non tanto sotto poi), a una certa cultura e a una certa generazione i cattolici sembrano dei minus habens, dei poveretti. Sono considerati inferiori e limitati e guardati con sufficienza. Salvo che non siano cattolici che sposano la Linea, con la elle maiuscola, allora possono essere tollerati e , ma guarda te che roba, vengono lusingati come quelli che veramente hanno capito il Vangelo. Le polemiche di questi ultimi anni , secondo me, hanno dimostrato in modo molto chiaro che questo è il copione che si propone ai cattolici, ora il gioco è scoperto in modo anche imbarazzante. Quanto a Padre Pio, anche questo è spia di intolleranza e puzza sotto il naso. Eppoi cosa gliene frega a costoro di Padre Pio? Sanno di cosa parlano o si sono informati solo da Augias e leggendo i messaggini nei baci Perugina?
La supponenza di costoro mi è personalmente insopportabile. Poi mi passa.
Qunato a Sansonetti e alla schizofrenia di Liberazione su papa Benedetto , un vero caso clinico, siamo approdati all'avanspettacolo. Il giudizio sul Papa cambia anche nell'arco di alcune ore, senza pudore o ritegno.
Qunado penso a certi intellettuali del vecchio PCI o di quell'area o di quei tempi, mi viene la malinconia tanto è evidente il degrado.
Povero Maltese, magari credeva che grazie alla sua luminosa inchiesta, gli venisse dedicato un busto in marmo, invece niente. Neanche una targhetta in pongo…

Anonimo ha detto...

:-)))
Da notare che con il pongo si puo' trasformare la targhetta in una bella pallina :-))

gemma ha detto...

questi sono tempi di fanatismo?????
Mica è stato santificato oggi padre Pio!!!! E fino a ieri non era anche Giovanni Paolo II il Papa dei gesti e delle aperture ? E in quanto a carezze ai bambini, non credo che nessun' altro ne abbia dispensate più di lui. Montini poi, a seconda delle necessità, è un Papa moderno e "conciliare" , quando fa comodo per contrastare il ritorno del rito antico, è dispregiativamente intellettuale quando si tratta di rispolverare il buon "Giovanni" (Giovanni???? E' suo parente????). E' proprio un peccato che Papa Giovanni non abbia potuto vivere il Concilio da lui indetto fino alla fine, portandone non sono gli onori ma anche gli oneri della non facile fase postconciliare. Forse oggi si farebbero tutt'altri discorsi e i suoi successori verrebbero trattati con meno disprezzo