2 gennaio 2008

Alla prima udienza generale dell'anno, il Papa parla di Maria "Madre di Dio" e le affida il 2008


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Alla prima udienza generale dell'anno, il Papa parla di Maria "Madre di Dio" e le affida il 2008: ci guidi sulle "vie del bene"

Una catechesi su Maria “Madre di Dio” - il titolo con il quale la Chiesa invoca la Vergine il primo dell’anno - è stata svolta questa mattina da Benedetto XVI nella prima udienza generale del 2008. Il Papa ha parlato in Aula Paolo VI davanti a circa settemila persone, sviluppando una riflessione mariana tra storia e spiritualità, affidando alla Madonna l’anno appena iniziato perché, ha detto, ci aiuti “a camminare più speditamente sulle vie del bene”. Il servizio di Alessandro De Carolis:

“Immacolata Concezione”, “Assunta”, “Madre della Chiesa”. Di tutti i grandi titoli con i quali la Madonna viene invocata, ce n’è uno al quale tutti si riconducono, il primo e il più antico riconosciuto dalla Chiesa: Maria come Theotokos, cioè “Madre di Dio”. Fin dal terzo secolo, i cristiani - ha ricordato Benedetto XVI - avevano subito sviluppato una profonda devozione verso Colei che aveva offerto se stessa al mistero dell’Incarnazione. Una devozione strettamente legata alle “accese discussioni” che a quell’epoca erano sorte attorno alla persona di Cristo. Con il titolo di Theotokos, ha spiegato il Papa, si intendeva riconoscere che “Cristo è Dio ed è realmente nato come uomo da Maria”, preservandone così “la sua unità di vero Dio e di vero uomo”. Verità poi confermata solennemente nel Concilio di Efeso del 431:

“La qualifica di Madre di Dio, così profondamente legata alle festività natalizie, è pertanto l'appellativo fondamentale con cui la Comunità dei credenti onora, potremmo dire, da sempre la Vergine Santa. Essa esprime bene la missione di Maria nella storia della salvezza. Tutti gli altri titoli attribuiti alla Madonna trovano il loro fondamento nella sua vocazione ad essere la Madre del Redentore, la creatura umana eletta da Dio per realizzare il piano della salvezza, incentrato sul grande mistero dell'incarnazione del Verbo divino”.

“La devozione del popolo cristiano - ha proseguito Benedetto XVI - ha sempre considerato la nascita di Gesù e la divina maternità di Maria come due aspetti dello stesso mistero dell’Incarnazione del Verbo”:

“E perciò non ha mai considerato la Natività come una cosa del passato. Noi siamo ‘contemporanei’ dei pastori, dei magi, di Simeone e di Anna, e mentre andiamo con loro siamo pieni di gioia, perchè Dio ha voluto essere il Dio con noi ed ha una madre, che è la nostra Madre”.

L’essere definita come “Madre di Dio” è stato il primo dei privilegi poi attribuiti alla Madonna, via via riconosciuta come immune dal peccato originale al momento della nascita e quindi priva della corruzione del corpo al momento della morte. Nel 1964, durante il Vaticano II, Paolo VI attribuì alla Vergine anche il titolo di “Madre della Chiesa”: una qualità - ha commentato con delicatezza il Pontefice - che avvicina ancor più la Madonna al cuore di ognuno:

“Sappiamo che tutti questi privilegi non sono concessi per allontanare Maria da noi, ma al contrario per renderla vicina; infatti, essendo totalmente con Dio, questa Donna è vicinissima a noi e ci aiuta come madre e come sorella”.

L’udienza che Benedetto XVI aveva introdotto con la bella e antichissima benedizione contenuta nel Libro dei Numeri – “Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare su di te il suo volto e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace” - è stata conclusa dal Papa con i consueti saluti nella varie lingue, fra i quali quello ai nuovi sacerdoti dei Legionari di Cristo, e da un nuovo augurio di intenzione mariana:

“Che il nuovo anno, iniziato sotto il segno della Vergine Maria, ci faccia sentire più vivamente la sua presenza materna, così che, sostenuti e confortati dalla protezione della Vergine, possiamo contemplare con occhi rinnovati il volto del suo Figlio Gesù e camminare più speditamente sulle vie del bene. Ancora una volta, Buon Anno a tutti!”

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