15 aprile 2008
Il Papa da oggi negli Usa. Con l'America una storia lunga e travagliata (Bobbio)
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Il Papa da oggi negli Usa Con l'America una storia lunga e travagliata
Dall'indipendenza al primo viaggio, di Pio IX, rapporti mai facili Eppure i cattolici sono arrivati al 25%. I viaggi di Giovanni Paolo II
nostro servizio
Alberto Bobbio
CITTA' DEL VATICANO Benedetto XVI arriva oggi negli Stati Uniti per una missione di sei giorni.
Il primo Papa a mettere piede sul territorio degli Stati Uniti fu Pio IX nel 1849.
Era esiliato a Gaeta per via dei moti rivoluzionari. Insieme ai sovrani del Regno delle Due Sicilie, Ferdinando II e l'arciduchessa Maria Isabella d'Austria, anch'esso lì per gli stessi motivi, ricevette l'invito del capitano della fregata da guerra «Uss Costitution», John Gwinn, alla fonda davanti al porto, per un ricevimento. Il Papa passò tre ore a bordo, regalò rosari ai marinai cattolici, ma lo stravolse il mar di mare. Quando sbarcò venne salutato da 21 colpi di cannone. La vicenda costò al capitano la corte marziale, poiché aveva trasgredito agli ordini di Washington di non compromettere la neutralità Usa di fronte alle vicende rivoluzionarie della penisola. Morì prima del processo. È uno degli episodi di una storia lunga e travagliata, che in 220 anni ha visto protagonisti 16 Papi e 43 presidenti, sullo sfondo di un intreccio di fatti religiosi e politici, mentre negli Stati Uniti nasceva con tenacia e cocciutaggine la Chiesa cattolica.
NEL 1785 I CATTOLICI ERANO L'1%
Nel 1785, nove anni dopo la proclamazione dell'indipendenza, al tempo della costituzione della «Prefettura apostolica degli Stati Uniti d'America» i cattolici erano l'1 per cento su una popolazione di 2 milioni e mezzo di abitanti. Oggi sono un quarto degli americani. Il primo vescovo fu John Carrol, gesuita, amico personale di Benjamin Franklin, scienziato e politico, ma la prima missione permanente ufficiale nel territorio americano del Nord risale al 1565 quando in Florida sbarcò l'ammiraglio spagnolo don Pedro Mendez de Aviles e il cappellano della nave padre Francisco Lopez de Mendoza Grajales celebrò la prima Messa in un luogo che chiamò «Nombre de Dios» e proclamò parrocchia, che anni dopo prese il nome di St. Augustine. Ma altri religiosi erano già arrivati anni prima. Due francescani sbarcarono nel 1549, ma vennero uccisi dagli indiani «Calusa». Altri sei gesuiti, provenienti dal Canada, subirono la stessa sorte e oggi la Chiesa li ricorda come «I martiri canadesi». Altri francescani avviarono missioni in California, mentre diversi gesuiti francesi dal Canada aprirono missioni lungo la costa est fino al Montana ad ovest e a New Orleans a sud. Monsignor John Carrol nel 1800 ordina il primo prete nato negli Stati Uniti, don William Mattews. Per il primo sacerdote afroamericano si dovrà aspettare il 1886: padre Augustus Tolton, ordinato a Roma.
Dal punto di vista diplomatico i rapporti tra Santa Sede e Stati Uniti non sono stati certo senza ostacoli. La rigorosa separazione tra Stato e Chiesa, imposta dai «Padri Pellegrini» e la trasposizione dei tanti conflitti europei su quella che oggi chiamiamo laicità, hanno lasciato strascichi per quasi duecento anni e solo dal 1984 si può parlare di pieno stabilimento delle relazioni diplomatiche tra Vaticano e Washington. Prima si è quasi sempre usata la formula di «rappresentante personale» del presidente per l'ambasciatore americano. Tutto nasce nel 1788 quando Benjamin Franklin e il nunzio in Francia si incontrano a Parigi, poiché Roma voleva sapere se il generale George Washington accettava la nomina di un vescovo nello Stato appena nato. Washington non oppose alcuna obiezione, ma il Congresso disse che la cosa non doveva interessare la politica, né il profilo giuridico, poiché la nomina era «puramente spirituale». Al Congresso andrà avanti per anni il dibattito sulla funzione diplomatica dei rappresentanti Usa. E quando Truman nel 1951 tentò di definire il rappresentante personale come ambasciatore scoppiarono proteste e polemiche. Bisogna aspettare una legge nel 1983 e Ronald Reagan l'anno dopo per le «piene» relazioni diplomatiche. Così anche Giovanni Paolo II potrà nominare il primo nunzio negli Stati Uniti, l'arcivescovo Pio Laghi. Gli Usa all'inizio avevano interessi a rapporti con lo Stato Pontificio dal punto di vista economico e commerciale data dall'importanza strategia dei porti pontifici nel Mediterraneo. Quando cadde lo Stato Pontificio svanirono gli interessi. Anche la Santa Sede aveva nel corso nell'Ottocento nominato una serie di consoli, che si occupavano essenzialmente di questioni legate a scambi commerciali. Il loro operato non ebbe mai risvolti diplomatici. Gli americani infatti distinguevano con pignoleria calvinista il ruolo del Papa come capo di Stato e come capo spirituale di una religione. A metà dell'Ottocento gli Usa danno il rango diplomatico al loro incaricato d'affari, ma il Congresso era ben attento che ciò non comporti un riconoscimento spirituale al capo della Chiesa.
Le accuse dei nordisti a Pio IX
La polemica scoppia nel 1863 quando Pio IX scrive ai vescovi di New York e New Orleans di mantenere la neutralità nella guerra di secessione di assistere tutti senza distinzioni. Il presidente sudista Davis gli risponde per ringraziarlo e il Papa a sua volta gli invia una sua immagine e una corona di spine in miniatura intrecciata da lui. È una bufera. I nordisti accusano il Papa di appoggiare la causa sudista. Tre anni dopo la missione dell'incaricato d'affari venne chiusa. Ma lo Stato Pontificio nel 1865 deve affrontare un'altra delicata questione. Nell'esercito pontificio si arruola un cittadino statunitense John Surratt. I generali del Papa non sanno che è ricercato negli Usa per l'assassinio di Abramo Lincoln. Informato, il Vaticano lo arresta e lo consegna alle autorità americane, ma poi al processo verrà scagionato. La madre di Surratt, Mary, invece venne giustiziata, prima donna americana ad essere condannata morte, per aver preso parte al complotto.
1919, WILSON DA BENEDETTO XV
Per la prima visita di un presidente Usa al Papa si deve aspettare il 1919. Woodrow Wilson in carrozza arriva al Portone di bronzo per essere ricevuto da Benedetto XV. Dieci anni dopo un cattolico prova a diventare governatore dello Stato di New York, ma viene attaccato come «papista» e non è eletto. Sono gli anni in cui scoppia il caso Coughlin, il prete cattolico fondatore della «parrocchia radiofonica», che prima appoggia Roosevelt e poi lo attacca duramente. Il sacerdote diventa un problema per tutti finché alla fine, dopo molte resistenze, ubbidisce al vescovo e si ritira dalla vita politica. Nel 1936 il presidente Roosevelt incontra nella casa della madre, con la mediazione di monsignor Spellman, che diventerà arcivescovo di New York e cardinale, una delle figure più note della storia ecclesiastica degli Stati Uniti, e di Joseph Kennedy, padre dei Kennedy, il Segretario di Stato vaticano monsignor Eugenio Pacelli, che poi sarà eletto Papa Pio XII. È un incontro quasi corsaro. Le polemiche anticattoliche non sono del tutto sopite e neppure l'elezione di un presidente cattolico, John F. Kennedy, le supera. Gli Stati Uniti non inviano rappresentanti diplomatici all'apertura del Concilio Vaticano II. Nel 1963 Kennedy va da Paolo VI appena eletto.
E due anni dopo Montini mette piede negli Stati Uniti, ma per parlare all'assemblea generale dell'Onu. Sarà Giovanni Paolo II il primo Papa a entrare alla Casa Bianca il 6 ottobre 1979, accolto da Jimmy Carter.
© Copyright L'Eco di Bergamo, 15 aprile 2008
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