9 aprile 2008

Il Papa negli States: Ground Zero e Onu (Bobbio)


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Il Papa negli States: Ground Zero e Onu

Dal 15 al 21. Videomessaggio agli americani Nel corso della visita festeggerà gli 81 anni

Alberto Bobbio

Città del Vaticano

Benedetto XVI parla agli americani con un videomessaggio in inglese e, in parte in spagnolo, segno dell'importanza crescente dei cattolici latinos nella Chiesa americana.
Il Papa dice: «Desidero tanto venire in mezzo a voi».
Il messaggio è stato diffuso ieri dal Vaticano, esattamente ad una settimana dalla partenza del Papa per Washington e New York. Dice, tra l'altro, il Papa: «Fate agli altri ciò che volete facciano a voi, non fate ciò che non volete che essi vi facciano. Questa "regola d'oro" si trova nella Bibbia ma vale per tutti, anche per i non credenti. È la legge scritta nella coscienza umana, e su questa possiamo tutti ritrovarci, così che l'incontro delle differenze sia positivo e costruttivo per l'intera comunità umana».
Il video dura poco meno di 7 minuti.
Il Papa spiega i motivi del suo viaggio, dal 15 al 21 aprile: «Tre semplici ma essenziali parole, "Cristo nostra speranza", sono il tema del viaggio, sulle orme dei miei venerati predecessori, Paolo VI e Giovanni Paolo II.
Per la prima volta verrò da Pontefice negli Stati Uniti d'America, portando con me questa grande verità: Gesù Cristo è la speranza per gli uomini e le donne di ogni lingua, razza, cultura e condizione sociale». La tappa più simbolica del viaggio sarà sicuramente quella a Ground Zero, dove si consumò la tragedia dell'11 Settembre, ma i discorsi che gli americani attendono maggiormente - secondo un sondaggio commissionato dai Cavalieri di Colombo, una delle più grandi fondazioni caritative della Chiesa cattolica Usa - sono quelli religiosi ed etici. Il Pontefice nel video-messaggio ricorda il tema della speranza, oggetto della sua ultima enciclica: «Il mondo ha più che mai bisogno di speranza: speranza di pace, di giustizia, di libertà, ma non potrà realizzare questa speranza senza obbedire alla legge di Dio, che Cristo ha portato a compimento nel comandamento di amarci gli uni gli altri».
Benedetto XVI festeggerà il suo 81° compleanno a Washington il 16 aprile, il giorno dopo l'arrivo nella capitale, con un pranzo con i cardinali americani e i tre anni di pontificato a New York, il 19 aprile, con una Messa per i sacerdoti nella cattedrale di San Patrizio sulla Quinta Strada.

Il viaggio avrà una duplice connotazione: visita alla Chiesa americana e agli Stati Uniti e visita alle Nazioni Unite, dove quest'anno si ricorda il 60° della pubblicazione della Dichiarazione dei diritti universali dell'uomo. Al Palazzo di Vetro terrà due discorsi.

Il primo all'Assemblea generale, dove sono rappresentati 192 Paesi. E il secondo a circa tremila funzionari dello staff delle Nazioni Unite.

Poi visiterà la «meditation room», una sorta di cappella interreligiosa dove ognuno può ritirarsi a pregare il proprio Dio. Anche Paolo VI e Giovanni Paolo II, gli altri Papi che sono stati alle Nazioni Unite, hanno compiuto questo gesto.
Ieri il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in un briefing per i giornalisti che voleranno con Benedetto XVI sull'aereo papale, un velivolo dell'Alitalia che partirà da Roma e atterrerà nella base militare di Andrews, vicino a Washington, quella che ospita l'Air Force One, ha spiegato che il tema dei diritti e del loro fondamento sarà al centro del discorso all'Onu. Non si sa ancora se il Papa parlerà in inglese o in francese. Ratzinger era stato invitato sia dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, il 17 febbraio dello scorso anno, sia dal presidente Bush il 9 giugno 2007 durante le rispettive visite in Vaticano. L'occasione ecclesiale del viaggio sono i festeggiamenti per il 200° anniversario della costituzione delle prime cinque diocesi erette nel Nord America: Baltimora, Washington, Boston, New York e Luisville. Non è stato possibile una visita in ogni città, ha spiegato ieri padre Lombardi, perché i «viaggi di Benedetto XVI sono brevi e semplificati». Anche il Papa ne ha fatto cenno nel suo video messaggio, assicurando tuttavia di voler «abbracciare tutti i cattolici che vivono negli Stati Uniti»: «Anche se il mio itinerario sarà breve e limitato nei suoi spostamenti il mio cuore sarà vicino a tutti, specialmente ai malati, ai piccoli, agli abbandonati».
Significativi saranno gli incontri interreligiosi ed ecumenici. Un'attenzione particolare sarà riservata agli ebrei. Benedetto XVI avrà un incontro con gli esponenti della comunità ebraica a Washington, mentre a New York visiterà una sinagoga accanto alla sede dell'Onu, e farà gli auguri agli ebrei in occasione della Pasqua ebraica. New York è la città del mondo dove maggiore è la comunità ebraica.

A Ground Zero il Papa non pronuncerà alcun discorso. Scenderà fino in fondo al cratere e si fermerà in preghiera. Poi accenderà un cero. Accanto a lui vi saranno il sindaco di New York e 24 persone tra superstiti, parenti delle vittime, poliziotti, vigili del fuoco e uomini delle protezione civile.

© Copyright Eco di Bergamo, 9 aprile 2008

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