18 luglio 2008

Benedetto XVI invita a far avanzare l'impegno ecumenico e interreligioso condividendo esperienze e doni spirituali (Osservatore R.)


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Benedetto XVI invita a far avanzare l'impegno ecumenico e interreligioso condividendo esperienze e doni spirituali

Cercando la verità le fedi sostengono la pace

Accogliere i doni spirituali degli altri cristiani, aprirsi alle esperienze di tutte le religioni. È nella logica di questo arricchimento reciproco che il Papa ha esortato a far avanzare il movimento ecumenico e interreligioso verso il traguardo di "un futuro più umano".
Incontrando venerdì mattina, 18 luglio, i rappresentanti delle comunità cristiane e poi i leader delle varie religioni presenti in Australia, Benedetto XVI ha invitato a non considerare le singole posizioni dottrinali come "fonte di divisione" o come "impedimento" al "più urgente e immediato compito per migliorare il mondo nel quale viviamo". Il dialogo infatti, ha ricordato, non è solo uno scambio di "idee" ma anche di "doni" che "arricchiscono mutuamente".
Questo metodo di confronto e di collaborazione vale sia per il cammino ecumenico sia per quello interreligioso. "L'aprire noi stessi ad accettare doni spirituali da altri cristiani - ha detto parlando ai rappresentanti delle varie confessioni cristiane - stimola la nostra capacità di percepire la luce della verità che viene dallo Spirito Santo". Giunto oggi ad "un punto critico" - ha riconosciuto il Pontefice - il movimento ecumenico può progredire soprattutto attraverso un sincero dialogo sull'Eucaristia.
Rivolgendosi poi ai capi religiosi del Paese, il Papa ha assicurato che "la Chiesa con passione cerca ogni opportunità per prestare ascolto alle esperienze spirituali delle altre religioni". Si tratta di una prospettiva tanto più importante in un'epoca in cui molti ritengono la fede "causa di divisione piuttosto che forza di unità". Il Papa ha chiesto perciò a "quanti hanno spirito religioso" di far sentire la loro "voce concorde" nel denunciare le varie forme di violenza, indicando al mondo "la strada sicura verso la pace e la riconciliazione tra i popoli". Una pace, ha sottolineato, che si costruisce anche attraverso uno stile di vita semplice, modesto, rispettoso dell'ambiente e degli altri, "condividendo con generosità il proprio superfluo con chi è nel bisogno".
L'appello alla condivisione è stato rilanciato da Benedetto XVI anche durante l'incontro con i giovani che compiono un cammino di recupero in una comunità della capitale australiana. Il Papa li ha messi in guardia dai "falsi dei" dei beni materiali, dell'amore possessivo e del potere, proponendo loro "la via della vita" che consiste essenzialmente nell'amore. Perché, ha detto, "quando amiamo diventiamo più pienamente umani".

(©L'Osservatore Romano - 19 luglio 2008)

2 commenti:

mariateresa ha detto...

Vorrei qui fare una considerazione, che riguarda tutti i viaggi papali. Mi ha fatto molto piacere questa riflessione di De Plunckett, per chi legge il francese : http://plunkett.hautetfort.com/archive/2008/07/15/jmj-une-fois-de-plus-les-medias-comprendront-trop-tard.html#more
Ora, lui parla per i media francesi, ma veramente tutto il ragionamento può essere fatto anche per i media italiani o, soprattutto, devo dire, europei. A me colpisce l’appiattimento o il conformismo di certi opinion makers cattolici progressisti, o giornalisti progressisti , prima di ogni evento di questo genere. Non c’è mai NULLA, dico nulla di originale rispetto a quello che viene pubblicato nei media secolarizzati. Ma è possibile che questo non suggerisca qualche riflessione? Lo dico con il massimo di onestà: è possibile che credenti cattolici ripetano a ventriloquo quello che può ascoltarsi in qualsiasi commento dei media ? Senza una speranza, una qualsiasi cifra di diversità??Questo mi fa venire veramente il latte alle ginocchia e mi suggerisce pensieri tristi sul grado di dipendenza psicologica e complesso di inferiorità rispetto al conformismo dominante.
Non è che uno è “non allineato”, come mi ha detto una mia cara e confusa amica, rispetto all’ortodossia. E’ un non allinearsi molto comodo, spesso acritico,e in realtà il modo più semplice per proteggersi dalle critiche mantenendo una identità cattolica così svaporata da essere irriconoscibile. Io so bene che siamo in tanti nella Chiesa, diversi con idee anche in contrasto forte, ma cosa c’è di forte, di interessante in questo sdraiarsi completamente sulle idee degli altri? E’ una domanda che mi continuo a fare e che ancora , per quello che mi riguarda, non ha trovato risposta. Ho avuto occasione di parlare con uno di questi amici: beh, parlare è una parola grossa, parlava solo lui, con tutti i suoi sogni di redenzione sociale, io non fiatavo e ascoltavo e mi sono resa conto che a lui (ripeto mio amico) non interessava un fico secco la mia opinione. Semplicemente mi comunicava la sua. Gli ho detto: quando ti sarai svegliato, ti dirò cosa penso.
Dobbiamo fare un grande lavoro per intenderci tra noi credenti perché, a volte ho questa impressione, abbiamo perso un vocabolario comune. E in alcuni avverto un sentimento quasi di vergogna sulla propria fede. Credo, e spero, che questo pontificato farà molto su queste questioni. Molti cattolici si vergognano di essere tali, è questa la verità, perché hanno introiettato di essere la causa delle peggio nefandezze storiche. Ad altri ,autori di altre provate e più recenti nefandezze storiche, non osano ribattere nulla. Io credo che sia ora di ripassare la storia e ripassare il Vangelo.

Raffaella ha detto...

Grazie, Mariateresa, per questa tua riflessione.
Hai assolutamente ragione: si ha paura, timore, prudenza, nel manifestare pubblicamente la propria fede.
E' piu' comodo dire: si', io sono cattolico, ma non sono d'accordo con la gerarchia. Questo e' comodo ma non e' essere cattolico.
Il vecchio motto: "Gesu' si', Chiesa no" andava "bene" quarant'anni fa, non adesso!
Si studi, si ripassi, si controbatta e soprattutto non ci allinei come un tappetino sullo zerbino degli altri!
Quanto ai media (laici e cattolici) avremo modo di parlarne diffusamente a partire da lunedi'.
Per adesso posso affermare con sicurezza che, se non ci fosse internet, non sapremmo praticamente nulla dei discorsi del Papa e questo e' molto grave. La tv e' interessata ai meravigliosi amici animali ed ai cappellini a forma di topolino e forse e' giusto che sia cosi', ma i quotidiani?
Non so se avete notato, ma ben pochi articoli sono stati riportati nel blog in questi giorni.
Perche'? Non ne valeva la pena...
C'era moltissimo materiale e ho dovuto fare una selezione privilegiando, guarda caso, la rete.
Chi di dovere inizi a riflettere anche sul fatto che i piu' giovani non comprano piu' i quotidiani.
R.