20 luglio 2008

La lunga notte del popolo giovane, l'accoglienza dei «nonni australiani». Patrick: «Che grande dono la Cresima qui» (Avvenire)


Vedi anche:

All'Angelus l'annuncio che la prossima GMG si terrà a Madrid nel 2011. Precisamente dal 15 al 21 agosto 2011 (Radio Vaticana e Sir)

Da Benedetto XVI le parole più forti sulla vergogna degli abusi (Mazza)

Il Papa ai benefattori e agli organizzatori della GMG: "Quanti buoni semi sono stati seminati in questi pochi giorni!" (Discorso del Santo Padre ai benefattori ed agli organizzatori della GMG)

Gmg 2008. Sulle piste di una fede esigente e coraggiosa (Ognibene)

Intervista con padre Lombardi sulla GMG di Sydney (Radio Vaticana)

Il Papa all'Angelus: "Dobbiamo rimanere fedeli al ‘sì’ con cui abbiamo accolto l’offerta di amicizia da parte del Signore. Sappiamo che Egli non ci abbandonerà mai" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus)

SYDNEY 2008: LA GMG SUI PRINCIPALI QUOTIDIANI ITALIANI DI OGGI (Sir)

Il Papa ai giovani : "È necessaria una nuova era in cui l’amore non sia avido ed egoista, ma puro, fedele e sinceramente libero, aperto agli altri, rispettoso..." (Omelia della Santa Messa a conclusione della GMG di Sydney)

La condanna di Benedetto XVI «I preti pedofili davanti al giudice» (Lorenzoni). Veglia dedicata allo Spirito Santo (Tornielli)

Padre Lombardi: "I giovani comprendono cosa viene loro proposto" (Sir)

MESSA CONCLUSIVA DELLA GMG: SERVIZIO DI SKYTG24

L’anatema del Papa sui preti pedofili: «Siano processati» (Tornielli...da leggere!)

I giornali italiani dedicano intere pagine alla condanna della pedofilia da parte del Papa. Osservazione: indelicato contrapporre due Papi!

Il Papa scrive il nuovo ecologismo (Casavola)

GMG SYDNEY: I QUOTIDIANI AUSTRALIANI OGGI IN EDICOLA

Benedetto XVI ai giovani: "Edificate una nuova era dell'amore" (Sir)

IL PAPA: "ARRIVEDERCI A MADRID NEL 2011"

Messa finale a Sydney: il Papa abbraccia 500mila giovani. A Randwick il più grande evento della storia d'Australia

Sydney 2008: "Una veglia di preghiera da consegnare alla storia" (Osservatore Romano)

Il Papa: "Gli abusi sessuali sui minori da parte dei preti sono misfatti che devono essere condannati in modo inequivocabile. Sono profondamente dispiaciuto" (Omelia della Santa Messa nella St. Mary’s Cathedral di Sydney)

Il Papa: "Condanno la pedofilia. Misfatti gravi e vergognosi". Poi aggiunge a braccio: "Sono profondamente dispiaciuto" (Apcom)

Una preghiera per Gianluca Barile, direttore di Petrus

DISCORSI, OMELIE E MESSAGGI DEL SANTO PADRE A SYDNEY

IL PAPA IN AUSTRALIA: TUTTI I VIDEO

GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU' SYDNEY 2008: LO SPECIALE DEL BLOG

La lunga notte del popolo giovane

DAL NOSTRO INVIATO A SYDNEY

MIMMO MUOLO

Non c’è più spazio per cor­rere, nel tempio delle corse per eccellenza. Non ci sono né prato, né rettili­nei, né curve. E anche gli stecca­ti non dividono più. Ci sono so­lo, a perdita d’occhio, quasi 250mila giovani pellegrini che hanno camminato per chilome­tri come in un esodo dalle di­mensioni bibliche, hanno atteso per ore una volta giunti a desti­nazione, hanno ascoltato e pre­gato in silenzio e cantato a squar­ciagola, e che ora occupano ogni metro d’erba, ogni angolo del­l’ippodromo di Randwick e del vicino Centennial Park. Ettari ed ettari di un unico tappeto uma­no. E tutto perché a correre, que­sta sera, sia Uno solo. Lo Spirito Santo che « benché silenzioso e invisibile, offre direzione e defi­nizione alla nostra testimonian­za su Gesù Cristo » . È questo il colpo d’occhio offer­to dalla veglia della Gmg 2008, la seconda che si svolge in uno sta­dio per l’ippica, dopo quella di Longchamp nel 1997 a Parigi.
Vi­sione d’insieme che lascia senza fiato e rimbalza via satellite in tutto il mondo. Perché a tutto il mondo Benedetto XVI e i suoi a­mici ricordano dall’ippodromo di Sydney ( già scenario di me­morabili celebrazioni con Paolo VI e Giovanni Paolo II) che « la vi­ta non è semplicemente accu­mulare ed è ben più che avere successo » . Che nello Spirito di Dio si può ritrovare quel princi­pio di unità della creazione, « in­debolita dalle ferite » dello sfrut­tamento e dell’abuso delle per­sone. E che « la Persona dimenti­cata della Santissima Trinità » è « amore » che « dissolve le incer­tezze » e può « trasformare le fa­miglie, le comunità, le nazioni » , aiutando a respingere « la follia consumista » .
Il Papa lo sottolinea nella sua o­melia, che pubblichiamo inte­gralmente nelle due pagine se­guenti e che costituisce anche il punto centrale di tutta la veglia. «È lui, lo Spirito, l’artefice delle o­pere di Dio.
Accoglietelo nel vo­stro cuore e nella vostra mente, con i suoi sette doni » .
E lo Spiri­to infatti corre di cuore in cuore, di preghiera in preghiera, di can­to in canto, per tutto lo stermi­nato accampamento. Non ha l’a­spetto di un vento impetuoso, poiché nella rigida sera di Syd­ney soffia piuttosto una leggera brezza. E nemmeno di un fuoco che scende dall’alto, perché le bianche fiammelle che punteg­giano la spianata come stelle in un cielo notturno, sono origina­te dalle candele che i giovani ten- gono in mano. Nessuno sa dove soffierà. E tuttavia pare di avver­tirne concretamente la presen­za, quando migliaia di voci can­tano « Vieni, vieni » . La veglia, infatti, era iniziata pro­prio con questa invocazione, mentre una ventina di danzatri­ci in candide vesti eseguivano un’eterea coreografia.
Pochi mi­nuti dopo Papa Ratzinger giun­ge sul palco accompagnato da 12 ragazzi di tutto il mondo nelle proprie vesti tradizionali e viene accolto dall’ovazione generale. Per i più lontani, la bianca figu­ra del Pontefice è poco più di u­na miniatura illuminata dai fari dell’alto palco rosso, sulla cui co­pertura si staglia una grande co­lomba chiara nell’atto di spicca­re il volo. Ma per tutti, vicini e lontani, l’importante non è ve­dere ma esserci. Imbacuccati in cappelli e giacche a vento per di­fendersi dal freddo, incollati al­le radioline che ritrasmettono in otto lingue i testi proclamati da­gli speakers, gli occhi fissi al più vicino maxischermo, i ragazzi continuano a seguire attenta­mente.
Sicuramente visibile da tutti è ad esempio la processione au flam­beaux che parte dal cero pa­squale sul palco e scende fino al parterre, per accendere le can­dele dei più vicini. Di lì la luce, che simboleggia Cristo, si pro­paga in tutto il campo. E quan­do parte l’Alleluia, ritornello del­l’inno ufficiale della Gmg, le 250mila fiammelle che si agitano a ritmo della musica sembrano onde di un oceano mosso dal vento.

Un altro ' Vento' ha cambiato la storia di sette tra i tanti ragazzi pre­senti. Testimoni dei doni dello Spi­rito, che racconta­no dal microfono le proprie storie ( come riferiamo a parte). Il Papa li a­scolta attenta­mente e, quando prende la parola, ricorda anche la sua esperienza personale.

Pure il piccolo Joseph Ratzinger, destina­to a diventare uno dei più grandi teo­logi contempora­nei e successore di Pietro, sperimentò la comune diffi­coltà di compren­dere il mistero del­la Trinità.

«E tutta­via – ricorda – quando ero ragazzino, i miei ge­nitori, come i vostri, mi insegna­rono il segno della croce e così giunsi presto a capire che c’è un Dio in tre Persone, e che la Trinità è al centro della fede e della vita cristiana » .
Perciò ora ne parla ai suoi amici giovani con tutta la sapienza e l’esperienza che gli derivano da anni di studio e di vita di fede nella Chiesa.
La parola del Papa introduce in­fine la preghiera. È preghiera di adorazione. Davanti al Santissi­mo esposto nell’ostensorio si consuma l’ultima parte della ve­glia, conclusa dal Pontefice con i saluti in sei lingue, italiano compreso. Ora davvero Randwick è un Tempio. Ma con la ' T' maiuscola. E quando Be­nedetto XVI si congeda citando la beata australiana Mary Mackillop – « credi a ciò che Dio sussurra al tuo cuore » – di colpo sei certo che lo Spirito, lui sì, tro­verà tra tende e sacchi a pelo lo spazio per correre. Sussurrando alle menti e ai cuori per tutta la notte.

IL SALUTO AGLI ITALIANI

Cari giovani italiani! Un saluto speciale a tutti voi! Custodite la fiamma che lo Spirito Santo ha acceso nei vostri cuori, perché non abbia a spegnersi, ma anzi arda sempre più e diffonda luce e calore a chi incontrerete sulla vostra strada, specialmente a quanti hanno smarrito la fede e la speranza. La Vergine Maria vegli su di voi in questa notte e ogni giorno della vostra vita

© Copyright Avvenire, 20 luglio 2008

Quel vento fresco di gioventù nella casa dei «nonni australiani»

DAL NOSTRO INVIATO A SYDNEY

NELLO SCAVO

«Fino a una settimana fa questo era il posto più tranquillo dell’intera Au­stralia ». Marie, 87 anni nelle gambe ma non nel guizzo degli occhi blu, scherza con «quelli là che sono ve­nuti a fare la Gmg tra noi vecchi». So­no 180 pellegrini francesi e 20 dalla Florida. Hanno portato il vento fre­sco della gioventù nella casa di ripo­so gestita dalle Piccole Sorelle dei Po­veri. Una grande e accogliente strut­tura nel sobborgo di Randwick, a po­chi isolati dal parco scelto per gli eventi culminanti della Giornata mondiale della gioventù.
Sul viale del tra­monto, la luce di o­gni nuova alba è un regalo in più. «E a­vanti così fino a do­mani », dice saggia Rosemary Goldie. La casa è un luogo ricco di vita. Rose­mary ha 92 anni: è stata la prima don­na a essere chiama­ta, da laica, ad un ruolo di vertice in Vaticano: sottosegretario al Pontifi­cio Consiglio per i laici dal 1966 al 1976. Adesso condivide la vita con altri 62 anziani, di cui 33 molto am­malati. «Ricordo Giovanni XXIII – sorride – e poi Paolo VI». Si com­muove a ripensare al Concilio Vati­cano II e al rinnovato impegno chie­sto ai laici. Ora il frutto più festoso di quella lunga stagione è al piano di sotto, dove alloggiano i ragazzi coc­colatissimi dai nonni australiani.
Le venti suore avevano rassettato i letti, affettato pane per il burro e la marmellata per 80. Ne sono arrivati più del doppio. Lungo i corridoi e fuori dalle camere degli anziani, i cor­ridoi sono tappezzati di sacchi a pe­lo. «Non pensavo che alla mia età – dice la signora Karla – potessi sentir­mi coinvolta da una Gmg». E nean­che i giovani immaginavano che la casa delle Piccole Sorelle fosse pro­prio un ospizio. «Come l’abbiamo presa? Bene, benissimo – assicura A­natole, francese originario del Benin –. Non siamo più abituati a stare co­sì vicini agli anziani e se la Gmg può insegnarci questo ben venga».
Una volta qui, distesi tra la moquet­te e l’infermeria, hanno dovuto sco­vare la speranza dentro al dolore. Imprevista per i pellegrini, non per le Piccole Sorelle, è arrivata anche lei, la «buona morte». È così che la chiamano le religiose quando ad an­darsene è uno degli anziani che da tempo accompagnano fino al tra­passo. «Era notte fonda quando l’ab­biamo saputo – racconta Catherine, 18 anni –, non sape­vamo cosa fare, co­sa dire». Impossibi­le però tornare a dormire. Qualcuno, ancora in pigiama, è andato a pregare. Nel silenzio di una notte fattasi triste la cappella dell’ospi­zio si è riempita di chi con la vita deve ancora fare i conti. «Quando ho visto i giovani pregare in­sieme, al buio, mi sono commosso», confessa il vescovo di Pontoise, dio­cesi a nord di Parigi, che li accom­pagna e ha alloggiato con loro all’o­spizio. «Allora ho svegliato gli altri sacerdoti – racconta monsignor Jean-Yves Riocreux – e abbiamo ce­lebrato la Messa alle cinque del mat­tino ». Qualcuno ha pianto per quel nonno che non c’è più. «Ma tutto ha un senso – ha spiegato il vescovo –. La Gmg non può essere solo balli, canti e affetto a buon mercato: de­ve farci interrogare sul senso che stiamo dando alla nostra vita».
Per i 200 improvvisati ospiti della casa di riposo la vecchiaia è molto lontana. Se però un giorno doves­sero domandarsi che ne sarà della propria esistenza, mother
Angela, la madre superiora, rivela che per andare incontro alla buona morte c’è solo una strada: la buona vita. Quella che i nonni di Randwick hanno augurato ai loro nuovi nipo­ti d’oltreoceano.
180 pellegrini francesi e 20 statunitensi sono stati ospiti della casa di riposo per anziani gestita dalle Piccole Sorelle dei Poveri Un modo per riflettere sul senso da dare alla propria esistenza

© Copyright Avvenire, 20 luglio 2008

«Che grande dono la Cresima qui»

Patrick, cuoco di Brisbane, è tra i 24 ragazzi «cresimati» durante la Gmg australiana: «E ora voglio gridare la fede»

Paolo Viana

DAL NOSTRO INVIATO A SYDNEY

Si chiama Patrick perché è nato dieci giorni prima della festa di san Patrizio, il giorno in cui l’Australia cattolica ritrova la sua anima irlandese. Ma è un altro il nome che Patrick Barrett porterà nel cuore oggi. Infatti, lui è uno dei 24 ragazzi di tutto il mondo protagonisti della Cresima amministrata dal Papa durante la Messa conclusiva della Gmg (nel pieno della notte italiana).
«Non mi ero mai sentito pronto a compiere questo passo – racconta il giovane – fino a quando, in febbraio, non è mancato mio fratello Michael. La sua scomparsa mi ha fatto tornare in me e da allora l’amore per il mio Signore è diventato fortissimo».
Patrick è cuoco che vive a Lismore, vicino a Brisbane, tra l’Oceano e la foresta pluviale. Si definisce «orgogliosamente cattolico» in un Paese che si commuove più facilmente per una finale di rugby che per una cerimonia religiosa. «Sono felice – ci racconta Pat –. L’incontro con tantissimi giovani e la professione pubblica della mia fede mi aprono allo Spirito Santo». E poi, c’è il Papa: «È vero – ammette – essere cresimati da Benedetto XVI è uno straordinario onore, la cosa più importante che potesse succedermi nella vita». Nei giorni che hanno preceduto la celebrazione di oggi, Patrick ha parlato del suo 'regalo' con tutti. Reazioni? «La maggior parte dei miei amici è felice e mi sostiene, ma ci sono anche molti che la considerano una cosa non così eccezionale. Del resto devi essere cattolico per apprezzare la grandezza di questo momento». Patrick non si illude: la società australiana non si farà conquistare tanto facilmente dalla sua gioia. «L’australiano medio pensa che la vita sia una casa, un pezzo di terra, due auto, tre bambini… A me questa prospettiva, fine a se stessa, non ha mai soddisfatto. Io so che c’è dell’altro, c’è molto di più.
Purtroppo la mentalità corrente è dominata dal materialismo e risulta veramente problematico per la maggior parte dei giovani australiani credere nel trascendente».

© Copyright Avvenire, 20 luglio 2008

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