20 luglio 2008
La lunga notte del popolo giovane, l'accoglienza dei «nonni australiani». Patrick: «Che grande dono la Cresima qui» (Avvenire)
Vedi anche:
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Il Papa ai benefattori e agli organizzatori della GMG: "Quanti buoni semi sono stati seminati in questi pochi giorni!" (Discorso del Santo Padre ai benefattori ed agli organizzatori della GMG)
Gmg 2008. Sulle piste di una fede esigente e coraggiosa (Ognibene)
Intervista con padre Lombardi sulla GMG di Sydney (Radio Vaticana)
Il Papa all'Angelus: "Dobbiamo rimanere fedeli al ‘sì’ con cui abbiamo accolto l’offerta di amicizia da parte del Signore. Sappiamo che Egli non ci abbandonerà mai" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus)
SYDNEY 2008: LA GMG SUI PRINCIPALI QUOTIDIANI ITALIANI DI OGGI (Sir)
Il Papa ai giovani : "È necessaria una nuova era in cui l’amore non sia avido ed egoista, ma puro, fedele e sinceramente libero, aperto agli altri, rispettoso..." (Omelia della Santa Messa a conclusione della GMG di Sydney)
La condanna di Benedetto XVI «I preti pedofili davanti al giudice» (Lorenzoni). Veglia dedicata allo Spirito Santo (Tornielli)
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MESSA CONCLUSIVA DELLA GMG: SERVIZIO DI SKYTG24
L’anatema del Papa sui preti pedofili: «Siano processati» (Tornielli...da leggere!)
I giornali italiani dedicano intere pagine alla condanna della pedofilia da parte del Papa. Osservazione: indelicato contrapporre due Papi!
Il Papa scrive il nuovo ecologismo (Casavola)
GMG SYDNEY: I QUOTIDIANI AUSTRALIANI OGGI IN EDICOLA
Benedetto XVI ai giovani: "Edificate una nuova era dell'amore" (Sir)
IL PAPA: "ARRIVEDERCI A MADRID NEL 2011"
Messa finale a Sydney: il Papa abbraccia 500mila giovani. A Randwick il più grande evento della storia d'Australia
Sydney 2008: "Una veglia di preghiera da consegnare alla storia" (Osservatore Romano)
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Il Papa: "Condanno la pedofilia. Misfatti gravi e vergognosi". Poi aggiunge a braccio: "Sono profondamente dispiaciuto" (Apcom)
Una preghiera per Gianluca Barile, direttore di Petrus
DISCORSI, OMELIE E MESSAGGI DEL SANTO PADRE A SYDNEY
IL PAPA IN AUSTRALIA: TUTTI I VIDEO
GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU' SYDNEY 2008: LO SPECIALE DEL BLOG
La lunga notte del popolo giovane
DAL NOSTRO INVIATO A SYDNEY
MIMMO MUOLO
Non c’è più spazio per correre, nel tempio delle corse per eccellenza. Non ci sono né prato, né rettilinei, né curve. E anche gli steccati non dividono più. Ci sono solo, a perdita d’occhio, quasi 250mila giovani pellegrini che hanno camminato per chilometri come in un esodo dalle dimensioni bibliche, hanno atteso per ore una volta giunti a destinazione, hanno ascoltato e pregato in silenzio e cantato a squarciagola, e che ora occupano ogni metro d’erba, ogni angolo dell’ippodromo di Randwick e del vicino Centennial Park. Ettari ed ettari di un unico tappeto umano. E tutto perché a correre, questa sera, sia Uno solo. Lo Spirito Santo che « benché silenzioso e invisibile, offre direzione e definizione alla nostra testimonianza su Gesù Cristo » . È questo il colpo d’occhio offerto dalla veglia della Gmg 2008, la seconda che si svolge in uno stadio per l’ippica, dopo quella di Longchamp nel 1997 a Parigi.
Visione d’insieme che lascia senza fiato e rimbalza via satellite in tutto il mondo. Perché a tutto il mondo Benedetto XVI e i suoi amici ricordano dall’ippodromo di Sydney ( già scenario di memorabili celebrazioni con Paolo VI e Giovanni Paolo II) che « la vita non è semplicemente accumulare ed è ben più che avere successo » . Che nello Spirito di Dio si può ritrovare quel principio di unità della creazione, « indebolita dalle ferite » dello sfruttamento e dell’abuso delle persone. E che « la Persona dimenticata della Santissima Trinità » è « amore » che « dissolve le incertezze » e può « trasformare le famiglie, le comunità, le nazioni » , aiutando a respingere « la follia consumista » .
Il Papa lo sottolinea nella sua omelia, che pubblichiamo integralmente nelle due pagine seguenti e che costituisce anche il punto centrale di tutta la veglia. «È lui, lo Spirito, l’artefice delle opere di Dio.
Accoglietelo nel vostro cuore e nella vostra mente, con i suoi sette doni » .
E lo Spirito infatti corre di cuore in cuore, di preghiera in preghiera, di canto in canto, per tutto lo sterminato accampamento. Non ha l’aspetto di un vento impetuoso, poiché nella rigida sera di Sydney soffia piuttosto una leggera brezza. E nemmeno di un fuoco che scende dall’alto, perché le bianche fiammelle che punteggiano la spianata come stelle in un cielo notturno, sono originate dalle candele che i giovani ten- gono in mano. Nessuno sa dove soffierà. E tuttavia pare di avvertirne concretamente la presenza, quando migliaia di voci cantano « Vieni, vieni » . La veglia, infatti, era iniziata proprio con questa invocazione, mentre una ventina di danzatrici in candide vesti eseguivano un’eterea coreografia.
Pochi minuti dopo Papa Ratzinger giunge sul palco accompagnato da 12 ragazzi di tutto il mondo nelle proprie vesti tradizionali e viene accolto dall’ovazione generale. Per i più lontani, la bianca figura del Pontefice è poco più di una miniatura illuminata dai fari dell’alto palco rosso, sulla cui copertura si staglia una grande colomba chiara nell’atto di spiccare il volo. Ma per tutti, vicini e lontani, l’importante non è vedere ma esserci. Imbacuccati in cappelli e giacche a vento per difendersi dal freddo, incollati alle radioline che ritrasmettono in otto lingue i testi proclamati dagli speakers, gli occhi fissi al più vicino maxischermo, i ragazzi continuano a seguire attentamente.
Sicuramente visibile da tutti è ad esempio la processione au flambeaux che parte dal cero pasquale sul palco e scende fino al parterre, per accendere le candele dei più vicini. Di lì la luce, che simboleggia Cristo, si propaga in tutto il campo. E quando parte l’Alleluia, ritornello dell’inno ufficiale della Gmg, le 250mila fiammelle che si agitano a ritmo della musica sembrano onde di un oceano mosso dal vento.
Un altro ' Vento' ha cambiato la storia di sette tra i tanti ragazzi presenti. Testimoni dei doni dello Spirito, che raccontano dal microfono le proprie storie ( come riferiamo a parte). Il Papa li ascolta attentamente e, quando prende la parola, ricorda anche la sua esperienza personale.
Pure il piccolo Joseph Ratzinger, destinato a diventare uno dei più grandi teologi contemporanei e successore di Pietro, sperimentò la comune difficoltà di comprendere il mistero della Trinità.
«E tuttavia – ricorda – quando ero ragazzino, i miei genitori, come i vostri, mi insegnarono il segno della croce e così giunsi presto a capire che c’è un Dio in tre Persone, e che la Trinità è al centro della fede e della vita cristiana » .
Perciò ora ne parla ai suoi amici giovani con tutta la sapienza e l’esperienza che gli derivano da anni di studio e di vita di fede nella Chiesa.
La parola del Papa introduce infine la preghiera. È preghiera di adorazione. Davanti al Santissimo esposto nell’ostensorio si consuma l’ultima parte della veglia, conclusa dal Pontefice con i saluti in sei lingue, italiano compreso. Ora davvero Randwick è un Tempio. Ma con la ' T' maiuscola. E quando Benedetto XVI si congeda citando la beata australiana Mary Mackillop – « credi a ciò che Dio sussurra al tuo cuore » – di colpo sei certo che lo Spirito, lui sì, troverà tra tende e sacchi a pelo lo spazio per correre. Sussurrando alle menti e ai cuori per tutta la notte.
IL SALUTO AGLI ITALIANI
Cari giovani italiani! Un saluto speciale a tutti voi! Custodite la fiamma che lo Spirito Santo ha acceso nei vostri cuori, perché non abbia a spegnersi, ma anzi arda sempre più e diffonda luce e calore a chi incontrerete sulla vostra strada, specialmente a quanti hanno smarrito la fede e la speranza. La Vergine Maria vegli su di voi in questa notte e ogni giorno della vostra vita
© Copyright Avvenire, 20 luglio 2008
Quel vento fresco di gioventù nella casa dei «nonni australiani»
DAL NOSTRO INVIATO A SYDNEY
NELLO SCAVO
«Fino a una settimana fa questo era il posto più tranquillo dell’intera Australia ». Marie, 87 anni nelle gambe ma non nel guizzo degli occhi blu, scherza con «quelli là che sono venuti a fare la Gmg tra noi vecchi». Sono 180 pellegrini francesi e 20 dalla Florida. Hanno portato il vento fresco della gioventù nella casa di riposo gestita dalle Piccole Sorelle dei Poveri. Una grande e accogliente struttura nel sobborgo di Randwick, a pochi isolati dal parco scelto per gli eventi culminanti della Giornata mondiale della gioventù.
Sul viale del tramonto, la luce di ogni nuova alba è un regalo in più. «E avanti così fino a domani », dice saggia Rosemary Goldie. La casa è un luogo ricco di vita. Rosemary ha 92 anni: è stata la prima donna a essere chiamata, da laica, ad un ruolo di vertice in Vaticano: sottosegretario al Pontificio Consiglio per i laici dal 1966 al 1976. Adesso condivide la vita con altri 62 anziani, di cui 33 molto ammalati. «Ricordo Giovanni XXIII – sorride – e poi Paolo VI». Si commuove a ripensare al Concilio Vaticano II e al rinnovato impegno chiesto ai laici. Ora il frutto più festoso di quella lunga stagione è al piano di sotto, dove alloggiano i ragazzi coccolatissimi dai nonni australiani.
Le venti suore avevano rassettato i letti, affettato pane per il burro e la marmellata per 80. Ne sono arrivati più del doppio. Lungo i corridoi e fuori dalle camere degli anziani, i corridoi sono tappezzati di sacchi a pelo. «Non pensavo che alla mia età – dice la signora Karla – potessi sentirmi coinvolta da una Gmg». E neanche i giovani immaginavano che la casa delle Piccole Sorelle fosse proprio un ospizio. «Come l’abbiamo presa? Bene, benissimo – assicura Anatole, francese originario del Benin –. Non siamo più abituati a stare così vicini agli anziani e se la Gmg può insegnarci questo ben venga».
Una volta qui, distesi tra la moquette e l’infermeria, hanno dovuto scovare la speranza dentro al dolore. Imprevista per i pellegrini, non per le Piccole Sorelle, è arrivata anche lei, la «buona morte». È così che la chiamano le religiose quando ad andarsene è uno degli anziani che da tempo accompagnano fino al trapasso. «Era notte fonda quando l’abbiamo saputo – racconta Catherine, 18 anni –, non sapevamo cosa fare, cosa dire». Impossibile però tornare a dormire. Qualcuno, ancora in pigiama, è andato a pregare. Nel silenzio di una notte fattasi triste la cappella dell’ospizio si è riempita di chi con la vita deve ancora fare i conti. «Quando ho visto i giovani pregare insieme, al buio, mi sono commosso», confessa il vescovo di Pontoise, diocesi a nord di Parigi, che li accompagna e ha alloggiato con loro all’ospizio. «Allora ho svegliato gli altri sacerdoti – racconta monsignor Jean-Yves Riocreux – e abbiamo celebrato la Messa alle cinque del mattino ». Qualcuno ha pianto per quel nonno che non c’è più. «Ma tutto ha un senso – ha spiegato il vescovo –. La Gmg non può essere solo balli, canti e affetto a buon mercato: deve farci interrogare sul senso che stiamo dando alla nostra vita».
Per i 200 improvvisati ospiti della casa di riposo la vecchiaia è molto lontana. Se però un giorno dovessero domandarsi che ne sarà della propria esistenza, mother
Angela, la madre superiora, rivela che per andare incontro alla buona morte c’è solo una strada: la buona vita. Quella che i nonni di Randwick hanno augurato ai loro nuovi nipoti d’oltreoceano.
180 pellegrini francesi e 20 statunitensi sono stati ospiti della casa di riposo per anziani gestita dalle Piccole Sorelle dei Poveri Un modo per riflettere sul senso da dare alla propria esistenza
© Copyright Avvenire, 20 luglio 2008
«Che grande dono la Cresima qui»
Patrick, cuoco di Brisbane, è tra i 24 ragazzi «cresimati» durante la Gmg australiana: «E ora voglio gridare la fede»
Paolo Viana
DAL NOSTRO INVIATO A SYDNEY
Si chiama Patrick perché è nato dieci giorni prima della festa di san Patrizio, il giorno in cui l’Australia cattolica ritrova la sua anima irlandese. Ma è un altro il nome che Patrick Barrett porterà nel cuore oggi. Infatti, lui è uno dei 24 ragazzi di tutto il mondo protagonisti della Cresima amministrata dal Papa durante la Messa conclusiva della Gmg (nel pieno della notte italiana).
«Non mi ero mai sentito pronto a compiere questo passo – racconta il giovane – fino a quando, in febbraio, non è mancato mio fratello Michael. La sua scomparsa mi ha fatto tornare in me e da allora l’amore per il mio Signore è diventato fortissimo».
Patrick è cuoco che vive a Lismore, vicino a Brisbane, tra l’Oceano e la foresta pluviale. Si definisce «orgogliosamente cattolico» in un Paese che si commuove più facilmente per una finale di rugby che per una cerimonia religiosa. «Sono felice – ci racconta Pat –. L’incontro con tantissimi giovani e la professione pubblica della mia fede mi aprono allo Spirito Santo». E poi, c’è il Papa: «È vero – ammette – essere cresimati da Benedetto XVI è uno straordinario onore, la cosa più importante che potesse succedermi nella vita». Nei giorni che hanno preceduto la celebrazione di oggi, Patrick ha parlato del suo 'regalo' con tutti. Reazioni? «La maggior parte dei miei amici è felice e mi sostiene, ma ci sono anche molti che la considerano una cosa non così eccezionale. Del resto devi essere cattolico per apprezzare la grandezza di questo momento». Patrick non si illude: la società australiana non si farà conquistare tanto facilmente dalla sua gioia. «L’australiano medio pensa che la vita sia una casa, un pezzo di terra, due auto, tre bambini… A me questa prospettiva, fine a se stessa, non ha mai soddisfatto. Io so che c’è dell’altro, c’è molto di più.
Purtroppo la mentalità corrente è dominata dal materialismo e risulta veramente problematico per la maggior parte dei giovani australiani credere nel trascendente».
© Copyright Avvenire, 20 luglio 2008
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