26 luglio 2008

L'eredità della Giornata mondiale della gioventù. I parroci imparino a svelare le parole di Papa Ratzinger (Il Tempo)


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GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU' SYDNEY 2008: LO SPECIALE DEL BLOG

L'eredità della Giornata mondiale della gioventù

I parroci imparino a svelare le parole di Ratzinger

Era il 25 luglio del 2007 quando il Papa pubblicava il Messaggio per la Giornata mondiale svoltasi in Australia. Dopo essersi soffermati nel 2006 a riflettere sullo Spirito come Verità, il 2007 è stato l'anno della riflesione sullo Spirito d'Amore.

Trasvoliamo sui commentatori italioti che hanno titolato solo sulla importante denuncia del Papa contro i preti pedofili.

Evidentemente ai molti pastori che dimenticano le parole di Pietro sulla catechesi giovanile, si aggiungono scrivani interessati solo a ribadire scandali, pochezza e pochezza che vanno a braccetto.

Dei luminosi interventi del Papa alla Gmg, vogliamo ricordarne due in particolare.
L'incontro con i giovani della comunità di recupero dell'Università di Notre Dame, ai quali rilancia un messaggio entusiasmante: «Cosa vuol dire veramente essere vivo, vivere appieno la vita? I beni materiali, in sé, sono cose buone. Ma se siamo ingordi allora noi trasformiamo queste cose buone in un falsa divinità. Invece di portare la vita, portano la morte (anche) l'amore può essere trasformato in una falsa divinità! La gente a volte tratta gli altri come oggetti per soddisfare i propri bisogni piuttosto che come persone da apprezzare e amare.
Amare è ciò per cui siamo stati programmati, ciò per cui siamo stati progettati da Creatore… perciò amare Dio e il prossimo» è ciò che siamo chiamati a fare.
Dal Cenacolo riparte la veglia di Randwick del sabato notte, ippodromo di Sydney.
Sotto la splendida costellazione della "Croce del Sud", sotto lo sguardo dell'icona di Maria e in attesa dell'ostensione silenziosa, il Papa Benedetto ha spronato i giovani a portare nel mondo i doni dello Spirito Santo.

Peccato che la gran parte di essi abbiano avuto parroci e vescovi disattenti al messaggio preparatorio del 2007.

Non diffidare delle parole e dell'esempio degli apostoli nel cenacolo, ma "lasciatevi ispirare!"; proprio perché il cristiano è figlio adottivo di Dio, è nuova creatura, deve dare «testimonianza nel nostro mondo allo splendore che nessuna tenebra può vincere». Ma "come" diventare testimoni?. «Non è cosa facile!», dice il Papa, la società moderna crea un modo diviso e frammentato e noi come rispondiamo? Unità e riconciliazione non sono frutti del semplice e solo sforzo personale, c'è la tentazione di costruire comunità perfette (separate dall'unità della Chiesa) e quella di "cercare, in taluni momenti, un certo appagamento fuori di Dio». Come dunque diventare testimoni? Da Chi possiamo andare?. «Nei nostri cuori, continua il Papa, sappiamo che solo il Signore ha parole di vita eterna», che "Dio è con noi nella realtà della vita e non nella fantasia!». Dunque, è un dovere di ciascun cristiano, "affrontare la realtà, non sfuggirla: è questo che noi cerchiamo». Cosa significa essere cristiani? Non è innanzitutto ciò che facciamo ma ciò che riceviamo, è dire "sì", "accetto" di essere introdotto nella Sua comunione d'amore, dire sì ai doni dello Spirito Santo e, come diceva la beata australiana McKillop, credere "a ciò che Dio sussurra al tuo cuore!".
A Madrid, nel 2011, c'è da scommettere sarà un'apoteosi per tante ragioni…

* deputato dell'Udc

© Copyright Il Tempo, 26 luglio 2008 consultabile online anche qui.

Non posso fare a meno di portare la mia esperienza personale.
Purtroppo i parroci (quelli che conosco) non parlano mai del Magistero del Papa, non prendono spunto dalle sue omelie, non spiegano i suoi messaggi.
Ciascuno va "a ruota libera". E' un vero peccato perche' basterebbe poco per valorizzare i testi di Benedetto XVI che, comunque, "parlano" da soli. Basta saperli e volerli trovare. I mezzi ci sono.
Magari, anche in vista dell'estate, i parroci potrebbero spronare i fedeli alla lettura dei discorsi della Gmg, del "Gesu' di Nazaret", delle encicliche...

R.

3 commenti:

euge ha detto...

Cara Raffaella il tuo problema è il mio stesso problema. Il mio Parroco, si guarda bene dal far riferimento agli scritti ed ai messaggi del Papa siano essi encicliche, omelie, catechesi etc. etc. Spesso mi viene da pensare, che forse non ha una preparazione abbastanza valida, per affrontare il contenuto di certi scritti anche se si definisce teologo; poi penso che forse è solo perchè come tanti parroci sessantottini, non ama lo " stile Ratzinger". Comunque, trovo ingiusto privare i fedeli di simili tesori.

Anonimo ha detto...

Carissimi, so bene che questa che descrivete è la situazione purtroppo più diffusa, ma per la mia esperienza personale non mi posso proprio lamentare; vero che da noi non si celebrano messe vetus ordo, non siamo arrivati a tanto ; ), vero che non è neppure mancata qualche perplessità all'indomani della lectio di Ratisbona, ma almeno il nostro caro parroco non manca di fare spesso dei riferimenti ai testi del magistero di Papa Benedetto durante le sue omelie e, udite udite, in questi anni ha organizzato anche una serie di incontri serali per leggere e spiegare passo per passo sia la Deus Caritas Est che la Spe Salvi, dicendo che dobbiamo ringraziare Dio di averci donato questo Pontefice.
In piena diocesi di Milano c'è quasi da gridare al miracolo.

euge ha detto...

Ogni tanto i miracoli ci sono........ scusatemi la frase poco felice ..... Evidentemente il mio parroco è refrattario acnhe a quelli!