1 ottobre 2008

Messa tridentina: secondo Mons. Betori ci sarebbe un "clima sereno" nel Paese e non risulterebbero lamentele da parte dei fedeli...


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MONS. BETORI: “SULLA MESSA IN LATINO C’È UN CLIMA SERENO NEL PAESE”

“Il Motu Proprio che permette la celebrazione della messa secondo il rito di Giovanni XXIII ha registrato una totalità di adesioni alla volontà del Papa e si sta manifestando come un momento di crescita della comunità cristiana nel nostro Paese”: il Segretario generale della CEI, mons. Giuseppe Betori, ha risposto con queste parole alla domanda di un giornalista sulla messa in latino e su eventuali difficoltà in qualche diocesi.
“Posso confermare che non risultano problemi nella sua applicazione – ha aggiunto – tolti sparuti momenti di difficoltà da parte di qualche piccolo gruppo.
Nelle diocesi si vanno scegliendo le soluzioni più adeguate alla realtà locale. Così ad esempio a Roma si è risolto con la concessione di una parrocchia ad personam, mentre a Firenze, la diocesi dove sono destinato, risultano tre luoghi dove si celebra messa secondo questo rito antico. Di fatto – ha concluso mons. Betori – si può dire che non risultano lamentele da parte dei fedeli e si registra un clima molto sereno nel Paese attorno a questa realtà”.

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MOTU PROPRIO

Salvatore Mazza

DA ROMA

L’ adeguamento alle direttive del Motu Proprio con il quale Benedetto XVI ha reintrodotto la celebrazione della Messa secondo il rito di Giovanni XXIII non solo «non ha presentato problemi» in Italia, ma «si sta manifestando come un momento di crescita della comunità cristiana nel nostro Paese». «Posso dire che alla Cei non risulta un solo caso di proteste per la non-applicazione del documento». Lo ha affermato ieri mattina il segretario generale della Cei, l’arcivescovo eletto di Firenze Giuseppe Betori, in risposta alla domanda di un giornalista, durante la presentazione del Comunicato finale dei lavori del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana (che pubblichiamo integralmente in questa pagina e nella sucessiva). «Posso confermare – ha detto Betori – che non risultano problemi nella sua applicazione, tolti forse sparuti momenti di difficoltà da parte di qualche piccolo gruppo». La posizione presa dalla Cei dopo la pubblicazione del Motu Proprio, ha aggiunto, è stato di «totale accettazione del documento» secondo «la volontà del Papa». «Nelle diocesi si vanno scegliendo le soluzioni più adeguate alla realtà locale. Così ad esempio a Roma si è risolto con la concessione di una parrocchia 'ad personam', mentre a Firenze, la diocesi dove sono destinato, risultano tre luoghi dove si celebra messa secondo questo rito antico. Di fatto – ha concluso Betori – si può dire che non risultano difficoltà da parte dei fedeli e si registra un clima molto sereno nel Paese attorno a questa realtà». Quella di ieri è stata l’ultima conferenza stampa tenuta da Betori in qualità di segretario generale della Cei. A sostituirlo è stato chiamato il vescovo di Noto Mariano Crociata.

© Copyright Avvenire, 1° ottobre 2008

Mah!
Sono francamente sorpresa e forse non e' l'aggettivo giusto.
Totale adesione alla volonta' del Papa? Questa si' che e' una novita'! Vogliamo parlare del documento della diocesi di Milano che esclude l'applicazione del motu proprio perche' riguarderebbe solo il rito romano e non quello ambrosiano?
Non risultano problemi nella sua applicazione? Anche questa e' una "felice" news :-)
Non ci sono lamentele da parte dei fedeli? Forse non risultano ai vescovi, ma la Cei non e' l'organo competente a ricevere "proteste".
Infatti e' noto che le scrivanie della commissione preposta, l'Ecclesia Dei, sono sommerse di lettere di Cattolici di tutto il mondo.
Mons. Perl ha parlato in modo esplicito di ostruzionismo dei vescovi italiani. Non vedo perche' non si dovrebbe credere alla sua versione.
Mi dispiace doverlo dire ma non e' negando il problema che lo si puo' risolvere
Ribadisco il mio mah!
.
R.

11 commenti:

mariateresa ha detto...

Sì, cara, questo ottimismo fa un po' sorridere. Certo chi aveva delle rimostranze non ha scritto alla CEi, sarebbe ben strano. Immagino anche che i vescovi nel loro insieme non ci tengano particolarmenete ad apparire in conflitto con il papa, soprattutto di fronte ai fedeli.Ma un problema c'è. Forse non nei termini che ha usato certa stampa, ma c'è. Anche perchè non si capisce perchè Mons. Pearl avrebbe parlato così.E non solo lui.
Del resto anche in Francia il cardinale 23 ha ammesso, per quello che ho letto, qualche problema nell'applicazione del MP, "qualche", appunto, si è ben guardato dall'ammettere che ci sia casino.
Quello che vorrei, posto che i problemi ci sono ed è anche normale, ma fino a un certo punto, che ci siano, quello che vorrei è non leggere le parole dell'abate di Ronzano "due ecclesiologie, ecc".
Un cambiamento c'è stato con la riforma liturgica ma non accetto che prima del 1960 si sia celebrato con un'altra idea di Chiesa e che questa celebrazione non fosse valida. Insomma le argomentazioni di Ronzano sono le stesse, dico le stesse, dei lefevriani duri e puri.
E la cosa è significativa.

Raffaella ha detto...

Bollo, controbollo e sottoscrivo, cara amica :-)
Approfitto per farti gli auguri di buon onomastico :-)
Un abbraccio
R.

Anonimo ha detto...

Buon giorno e tanti auguri, Maria Teresa. Sull'applicazione del Motu proprio, a Roma, però da quanto ho potuto apprendere da persone addentro alla questione e che lavorano in Vicariato, la situazione sembra tranquilla e corrispondente allo scenario descritto da Betori. Carla

mariateresa ha detto...

grazie cara.
ti segnalo il blog di Tornielli, il primo post

http://blog.ilgiornale.it/tornielli
Secondo me , Tornielli centra il problema.

Anonimo ha detto...

Ragazze, alla semplice richiesta di informazioni riguardo a eventuali messe in VO mi è stato risposto che non si deve guardare indietro, ma avanti. Clima sereno!? Massì, tutto va bene madama la marchesa.
Alessia

Anonimo ha detto...

S', dal'articolo di Tornielli sembra emergere il concetto che bisogna puntare alla ripresa del DIALOGO GENERALMENTE INTESO con i gruppi "Tradizionalisti" (questa definizone semplificata non è il massimo, ma pazienza) in ambiti non solo liturgici. Credo sia questo l'orizzonte più ampio, la visione più profonda cui tende la volontà di Papa Benedetto. Così, il Motu Proprio potrebbe rappresentare, in qualche modo, il capo di uno dei fili da "riannodare" . Carla

euge ha detto...

Cara Alessia, devo ammettere che le telefonate per rendermi conto di come sarebbe stato accolto il MP le ho fatte poco dopo la sua entrata in vigore e quindi prendo con il beneficio dell'inventario, il tempo per poterlo leggere, capire ed assimilare. Ricordo che a suo tempo feci un paio di telefonate una alla Basilica Papale di S. Paolo fuori le Mura, una alla Basilica Papale di S. Giovanni in Laterano, una alla Basilica Papale di S. M. Maggiore ed infine alla mia parrocchia queste furono le risposte in ordine che riporto:
Prima telefonata S. Paolo: Mi risposero che non sapevano neanche di cosa stessi parlando.
Seconda Telefonata: Mi risposero che non erano a conoscenza del messale a cui mi stavo riferendo
Terza telefonata mi risposero: Una celebrazione soltanto, mi sembra di ricordare l'ultimo giovedì del mese e di pomeriggio.
Quarta telefonata la mia Parrocchia: un secco NO! e finì la conversazione.
Non sono una tradizionalista incallita ma, vorrei che su questo argomento, la Cei prendesse atto che purtroppo, ci sono luoghi qui a Roma ( cosa gravissima), dove neanche sanno non solo cosa sia il MP ma, addirittura che tipo di messale è quello del 1962. Beata ignoranza? Oppure presa di posizione non proprio consona con le decisioni di Sua Santità?
Traete voi le conclusioni. Ho dichiarato in un altro post che per conoscere la vera situazione sull'argomento è sicuramente diffcile se non impossibile ma, la Cei non può ignorare che ci sono stati vescovi, capaci di proporre l'obiezione di coscienza verso il MP. Insomma, non è tutto oro quello che luccica.

Anonimo ha detto...

In analogia a ciò che si verifica a ridosso dell'emanazione di una nuova legge che statuisce nuove regole e disciplina nuove attività, mi è stato spiegato, anche con il motu Proprio c'è stato un tperiodo per così dire di "assestamento", per definire le mosdalità della sua applicazione concreta. Ora , mi sembra ragionevole, che, nell'ipotesi, poniamo, di richieste, in una parrocchia, sottoscritte da soli 5 o 6 fedeli, la soluzione preferibile risulti quella di un "accorpamento" presso una sola parrocchia di tutte le richieste medesime. Con questo, per carità, non voglio minimizzare sulle critiche che parroci e prelati hanno rivolto al Motu Proprio, che sono state e restano gravi, ma ho paura che dovremo rassegnarci a una chiesa "a più voci", anche in dissenso con gli atti del Pontefice e con il Magistero: le recenti dichiarazioni di Bagnasco sull'opportunità di una legge sulla "fine della vita - condivise peraltro dalla maggioranza dei vescovi, come risulta da "Avvenire" - sono la riprova di questa situazione di "pluralismo". Tuttavia, come disse Papa Benedetto nel suo primo breve discorso , riferendosi però molto modestamente a se stesso, mi piace sperare, magari nel medio-lungo periodo, che nella Chiesa, ugualmente, "il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti". Ciao Carla

euge ha detto...

Cara Carla, chiaramente sono d'accordo con te sia sul periodo di assestamento, sia l'accorpamento delle richieste verso una stessa parrocchia è chiaro anche che la diversità di vedute, sia presente nella chiesa ma, un conto è la diversità di vedute che possoaiutare positivamente a trovare poi una unità di intenti ed un altro è ignorare oppure ostacolare un atto del Papa, per motivi che secondo me, sono riconducibili a delle prese di posizione quanto mai assurde. Converrai con me che sentirsi rispondere dalla sagrestia di S. Paolo che cos'è il rito tridentico e qual'è il messale del 1962 di cui non si è sentito parlare, beh.......è grave; in questo caso la diversità di vedute e di opinioni non centra nulla.
Comunque, torno a ripetere che la vera situazione che si è creata intorno al MP del Papa, non si conoscerà mai almeno non fino in fondo; mi auguro solamente che, non si faccia come in passato una pacca sulla spalla e si passa oltre oppure che per quieto vivere, si sotterri la testa sotto la sabbia per non vedere come gli struzzi.

Anonimo ha detto...

Cara Eugenia, anch'io mi auguro (e prego) che il seme gettato da Papa Benedetto per questa la "battaglia culturale" - se così si può dire - affinchè la Chiesa sia veramente "Madre" di tutti, dia i suoi frutti, magari non nell'immediato. Infatti, nella Chiesa devono giustamente trovare posto anche le voci di coloro che hanno qualche preplessità sul fatto che la forma della liturgia, frutto della sua evoluzione nei secoli, non possa "ex abrupto" modificata radicalmente a proprio piacimento, sia pure dalla maggioranza dei consensi nell'ambito dell'assemblea dei componenti di
un'Istituzione (cfr. i concetti espressi da Joseph Ratzinger ne "lo spirito della liturgia" e nella siua auto biografia). Saluti Carla

euge ha detto...

Carissima tutti noi ci auguriamo e preghiamo che finalmente vengano messe da parte certe assurde prese di posizione da ambo le parti e si legga il MP del Papa, secondo il vero intento per cui è stato emanato : L'unità della Chiesa intesa come corpo Mistico di Cristo.