16 ottobre 2008
Trent'anni fa l'elezione di Karol Wojtyla: il commento di Vincenzo Rini (Sir)
Vedi anche:
IL TRENTENNALE DELL'ELEZIONE DI GIOVANNI PAOLO II
Lucio Brunelli: "La sorpresa del Papa polacco" (Il Sussidiario)
Vergogne inglesi: la BBC dà il via libera alle battutacce su Cristiani e Vaticano. Vietare quelle contro i Musulmani! La "profezia" di J. Ratzinger
Card. Ruini: "Giovanni Paolo II e le visite alle parrocchie della sua diocesi" (Osservatore Romano)
Card. Deskur: "Il mio amico Karol" (Osservatore Romano)
Arrigo Levi: "A trent'anni dall'elezione di Giovanni Paolo II. E quel giorno iniziò la fine dell'Unione Sovietica (Osservatore)
Il bimbo spagnolo selezionato per curare il fratello. La strategia del caso pietoso (Lucetta Scaraffia)
«Abusi plurimi». Il Papa allontana prete fiorentino (Avvenire)
Il cardinale Stanislaw Dziwisz racconta la sera del 16 ottobre 1978 (Osservatore Romano)
Gian Franco Svidercoschi: "Giovanni Paolo II suggerì ai vaticanisti come essere più giornalisti" (Osservatore Romano)
Trent'anni fa l'elezione di Karol Wojtyla, Vian: "Da un Paese lontano" (Osservatore Romano)
L'intervento del cardinale Zen al Sinodo: la Cina non abbia paura della libertà religiosa (Radio Vaticana e Sir)
Il Papa ritorna a Pompei a dieci anni di distanza dall'ultima visita (Radio Vaticana)
Il Papa: "Vediamo che "la Chiesa di Dio" non è solo una somma di diverse Chiese locali, ma che le diverse Chiese locali sono a loro volta realizzazione dell’unica Chiesa di Dio. Tutte insieme sono "la Chiesa di Dio", che precede le singole Chiese locali e si esprime, si realizza in esse" (Catechesi udienza generale)
Le "stranezze" di Bruno Vespa che riesce a parlare di tutti i Papi ma non di Benedetto XVI
Sinodo, una donna cinese chiede al Papa di aprire un blog
Il premier indiano Singh: «Puniremo chi brucia chiese» (La Stampa). Ancora silenzio dalle autorità religiose indù e buddiste
Vian: "Modestamente io ho un editore infallibile". Un giorno all’Osservatore Romano (Boffi)
Repulisti a Firenze. Il testo integrale della Notificazione sul "caso" Cantini (Magister)
SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG
GIOVANNI PAOLO II - È sempre vicino
A trent'anni dall'elezione al pontificato
Vincenzo Rini
"Se mi sbaglio mi corrigerete". Era il 16 ottobre 1978 quando, dalla loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro, il nuovo Papa "venuto da lontano", Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, si presentava al popolo cristiano e al mondo. A distanza di trent'anni da quel giorno, e a tre anni e mezzo dalla sua morte, già quel piccolo errore di pronuncia può essere riascoltato quasi come una profezia: preannunciava un Papa fuori dagli schemi, dai formalismi.
Un Papa non "straniero", perché nessuno è straniero nel popolo di Dio, bensì nuovo, particolare. Fedelissimo al supremo suo mandato magisteriale, eppure pienamente libero di essere se stesso, non estraniato dalla propria personalità in virtù del suo ruolo. Diventato Giovanni Paolo II, non ha mai cessato di essere Karol Wojtyla, cittadino del mondo intero, eppure coerente in pienezza al suo essere polacco. Totalmente uomo di Dio e, ciò nonostante, sempre pienamente terreno, come tutti gli uomini suoi fratelli.
Non parlo qui del suo altissimo magistero - ricchissimo, che a lungo sarà studiato - ma dei suoi gesti più semplici, terreni, umani: chi può dire che non siano stati, essi stessi, espressione di un magistero di fratellanza, di amore, di prossimità all'uomo, ad ogni uomo? Come dimenticare quelle sue espressioni scherzose in occasione degli incontri con i giovani: le dita delle mani unite attorno agli occhi a fingere gli occhiali, il bastone fatto roteare lietamente di fronte a centinaia di migliaia di giovani, le braccia e le mani alzate a fare catena con quelle dei suoi giovani, i suoi baci e abbracci a bambini, ragazzi e ragazze che si affidavano a lui? E che dire del suo bacio in fronte a Madre Teresa di Calcutta, del suo incontro in carcere con il suo attentatore Alì Agca? Solo gesti? Solo atteggiamenti mediaticamente forti? No di certo: dietro ad ognuno di questi gesti c'era un'anima, un gioire con chi gioisce e soffrire con chi soffre. Anche così, il Papa vicino all'uomo esprimeva la vicinanza di Dio a tutti i suoi figli.
Giovanni Paolo II è stato il Papa sceso dalla sedia gestatoria per camminare in mezzo alla gente, con la sua gente. Per farsi partecipe della fatica del cammino umano. E, alla fine dei suoi giorni, quel procedere reggendosi dolorosamente a un bastone è stato testimonianza di un cammino accanto e dentro la sofferenza, che lo ha reso in pienezza maestro, uomo di Dio, uomo per l'umanità.
© Copyright Sir
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento