15 ottobre 2008

«Abusi plurimi». Il Papa allontana prete fiorentino (Avvenire)


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IL CASO DI FIRENZE

Pubblicata la «Notificazione» della diocesi di Firenze con cui si rende nota la decisione di Benedetto XVI sull’ex parroco

«Abusi plurimi» Il Papa allontana prete fiorentino

Lelio Cantini «dimesso dallo stato clericale». Per lui la pena dell’espiazione perpetua. Vivrà in una «dimora vigilata» e i suoi contatti con l’esterno dovranno venire «esplicitamente autorizzati»

DA FIRENZE ANDREA FAGIOLI

Il Papa ha ridotto allo stato laicale Le­lio Cantini, il sacerdote fiorentino, og­gi ottantacinquenne, che si è reso «protagonista di una dolorosa e scanda­losa vicenda» negli anni dal 1973 al 1987 quand’era parroco della 'Regina della Pa­ce', comunità di 9 mila anime, nel po­polare quartiere di Novoli alla periferia nord-ovest di Firenze, che ha retto fino al 2005.
«È una sentenza inappellabile per­ché emanata dal Papa», spiega monsi­gnor Andrea Drigani, docente di Diritto canonico alla Facoltà teologica dell’Italia centrale.

Una sentenza che comprende una 'pena espiatoria perpetua' (la 'di­missione dallo stato clericale') e una 'pe­na aggiuntiva' (la ' dimora vigilata'). Dunque una sentenza dura, accolta con soddisfazione anche dalle vittime degli abusi a nome delle quali un portavoce ha dichiarato la disponibilità al perdono, ma non a dimenticare.

«Sono profonda­mente addolorato da tutta questa vicen­da e comprendo le ragioni che hanno mosso il Santo Padre nella sua decisione - afferma don Paolo Milloschi, l’attuale parroco della 'Regina della Pace' - . So­no però confortato dalle tante testimo­nianze di fede profonda e di vita cristia­na che, pur nel dolore, vedo fiorire ogni giorno in questa comunità parrocchia­le ». La 'Notificazione', a firma del cardi­nale Ennio Antonelli, amministratore a­postolico della diocesi di Firenze, è stata prima 'intimata' al diretto interessato (l’11 ottobre) e poi trasmessa alla stam­pa (il 12 ottobre) contribuendo così a fa­re chiarezza su una vicenda che ha mol­to scosso la Chiesa fiorentina e che è e­splosa nell’aprile del 2007, dopo che al­cuni parrocchiani denunciarono di es­sere stati vittime di abusi da parte del par­roco, tanto che la procura di Firenze aprì un’inchiesta, mentre l’arcivescovo Anto­nelli, nel gennaio dello stesso anno, ave­va già condannato l’ormai ex sacerdote con un decreto reso noto soltanto in a­prile, nel quale si riconosceva Cantini re- sponsabile di abusi sessuali, di falso mi­sticismo, di controllo e dominio delle co­scienze e lo si privava della facoltà di con­fessare, di celebrare la Messa in pubbli­co e di amministrare i sacramenti. Ma in presenza di rinnovate accuse da parte delle vittime, il cardinale Antonelli, d’in­tesa con la Congregazione per la dottri­na della fede, ha disposto un’istruttoria supplementare affidandola al religioso carmelitano padre Francesco Romano e conclusasi nel luglio scorso. «I fatti che ri­guardano Cantini – ha dichiarato il ve­scovo ausiliare Claudio Maniago, in un’intervista andata in onda ieri sera su Radio Toscana – sono stati per me fonte di sconvolgimento, anzi di interiore sbi­gottimento. Ho voluto mantenere riser­vatezza non perché ne avessi sottovalu­tato la gravità, ma perché ho voluto ri­spettare la discrezione richiesta da un ca­so così doloroso, sostenendo il delicato lavoro di discernimento che ha impe­gnato prima il cardinale Antonelli poi la Santa Sede».
La decisione del Papa, che mette la pa­rola fine al procedimento canonico, con­tribuisce senz’altro ad attenuare quelle 'difficoltà' e a diradare quelle 'ombre' a cui aveva fatto riferimento lo stesso mon­signor Giuseppe Betori nel messaggio in­viato alla diocesi nel giorno dell’annun­cio della sua nomina ad arcivescovo di Firenze. L’intera comunità ecclesiale, con molta più serenità, si concentra ora sul­l’appuntamento di domenica 26 ottobre, quando Betori si insedierà sulla Cattedra che fu di Antonino Pierozzi, un santo al quale il nuovo arcivescovo si dice molto legato sin dall’infanzia.

© Copyright Avvenire, 14 ottobre 2008

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