14 luglio 2007

Il Papa in Cadore: cronaca della quinta giornata


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Cari amici, iniziamo questa rassegna stampa con il resoconto della quinta giornata di vacanza del Papa a Lorenzago. Seguiranno gli ennesimi commenti alla liberalizzazione della Messa tridentina ed un gradito ritorno: la lectio magistralis di Ratisbona.
Raffaella


Per nuova meta la chiesa di Sant’Antonio Abate

«Sono molto soddisfatto di questa vacanza tra le vostre montagne»

LORENZAGO. «Sono molto soddisfatto di questa vacanza». E’ il papa stesso a farlo sapere. Tanto che ieri sera è uscito di nuovo, per recarsi a pregare alla chiesa di sant’Antonio Abate, poco distante da casa.
La cappella alpina, con caratteristico campanile, è stata edificata nel 1775, anno giubilare, e restaurata dal parroco don Sesto Da Pra nel 1981. Benedetto XVI ha sostato in preghiera, davanti all’ingresso (chiusa la cancellata), dopo essere salito per una strada scoscesa, con bosco di larici e vista sulla valle del monte Cridola. «Stavamo tranquillamente salendo per la strada della colonia di Venezia, quando siamo stati pregati di fermarci», raccontano i veneziani Ledda Perini, Giorgio Fossali, Renato Menante e Maria Favaro. «Abbiamo visto a 50 metri il papa pregare davanti alla chiesetta. Poi l’abbiamo visto riprendere la strada a piedi e ritornarsene indietro, poco dopo, probabilmente per non affaticarsi. Quando è passato il corteo delle macchine, lo abbiamo salutato e lui ci ha risposto da dietro il finestrino». La stessa cosa è capitata ai crocchi di persone che aspettavano in paese.
Il papa non si è fermato presso la colonia «Stella Matutina» dei gesuiti di Gorizia, che si trova poco avanti, vicino a villa Clarenza, rasa al suolo dai tedeschi durante la ritirata.
Sulla facciata della chiesa di Sant’Antonio Abate è stata appesa la bandiera vaticana; pochi istanti dopo che Benedetto XVI era rientrato, sono arrivati i primi “pellegrini” per accendere i primi lumini. «Questo è un richiamo di fede per generazioni di valligiani», si legge nella targa sulla facciata. «E’ stato bivacco di soldatesche erranti francesi ed austriache».
Papa soddisfatto. «Sono molto soddisfatto». Così Benedetto XVI della sua vacanza a Lorenzago di Cadore e in particolare «per gli incontri estemporanei». «Dall’appartamento papale», ha riferito don Giuseppe Bratti, portavoce della diocesi di Belluno, nel quotidiano breefing quotidiano «fuoriesce soddisfazione per questa vacanza, in particolare per la possibilità di pregare, di leggere, di studiare, di suonare il pianoforte, insomma di seguire il programma iniziale. Soddisfazione», ha aggiunto don Bratti, «sia per la possibilità delle passeggiate quotidiane, come anche per quella di “incontrare la gente. In particolare il santo padre esprime molto soddisfazione per gli incontri estemporanei che gli permettano di mettersi in relazione con la gente», ha aggiunto don Bratti, precisando che al momento non sono in programma escursioni di una giornata o altre visite.
Auronzo. Ad Auronzo è in villeggiatura il cardinale Arinze; «Non so», ha riferito don Bratti, «se incontrerà il santo padre». Arinze terrà una conferenza questa sera, sempre ad Auronzo, sull’apostolato dei laici. (fdm)

© Copyright Corriere delle Alpi, 14 luglio 2007


Al ritorno dalla passeggiata in val di Stabie si è fermato a salutare due bambine

Quell’incontro con Francesco e Maria

LORENZAGO. Tornando dalla valle di Stabie che con i suoi 1336 metri di altitudine era una delle mete preferite da papa Wojtyla, Benedetto XVI giovedì si è fermato a salutare Mario e Francesca, i genitori di Camilla e Kendra, quest’ultima figlia affidataria della coppia. Il papa era sulla strada del ritorno, e di è fermato alla congiunzione della strada di Stabie con la provinciale. E qui ha trovato Camilla e Kendra ad attenderlo con mazzetti di fiori di campo. Il papa ha raccolto l’omaggio scambiando qualche parola con loro e poi anche con i genitori, che abitano a Udine e fanno parte della comunità Giovanni XXIII. Emozionati, oltre alle bambine, anche Francesco, disabile, e Maria sua moglie, che piangeva per la commozione.

© Copyright Corriere delle Alpi, 14 luglio 2007


Le vacanze di Benedetto XVI «Qui sono come in paradiso»

di Andrea Tornielli

«Qui è un paradiso». Benedetto XVI è sorridente, disteso, riposato. Davanti alla baita «El me Tabià», nella valle dello Stabie, a pochi chilometri da Lorenzago, commenta la bellezza del paesaggio con alcuni residenti incontrati durante l’ormai abituale passeggiata serale per la recita del rosario.

Il Papa la mattina si alza poco prima delle sette, alle 7.30 celebra la messa alla quale assistono il segretario, le quattro laiche consacrate che accudiscono la casa, l’«aiutante di camera» Angelo Gugel. Al termine della funzione, Benedetto XVI rimane per mezz’ora da solo in preghiera nella cappella della villetta che sorge nella tenuta del castello di Mirabello, immersa nel verde degli abeti del «parco dei sogni». Alle 8.30 viene servita la prima colazione. Ratzinger dedica quindi qualche ora alla lettura e alla scrittura del nuovo libro dedicato alla seconda parte della vita di Gesù. Alle 13 il pranzo, subito dopo il Papa fa una passeggiata prima di ritirarsi per riposare. Dopo le 16 ricomincia il lavoro e verso le 18 Benedetto XVI esce per andare a recitare il rosario nei boschi. Il Papa siede sul sedile posteriore di un fuoristrada nero con i vetri oscurati ed è preceduto e seguito da altre due vetture simili nelle quali viaggiano gli agenti della gendarmeria vaticana.

L’altra sera Lino Fontanive e Celestina De Zordo si sono visti arrivare il Papa davanti al loro «tabià» - classica baita di montagna – in valle di Stabie, sopra il passo della Mauria. «Ho visto il Papa avanzare a piedi lungo il sentiero – racconta Lino – e non credevo ai miei occhi. Lui stesso mi ha fatto cenno con le mani di andargli incontro. Mi ha preso la commozione, ma mi è venuto spontaneo abbracciarlo». Benedetto XVI si è informato sul significato della parola «tabià», quindi è andato davanti al crocifisso di montagna, nel giardino, dove è rimasto in preghiera qualche istante. Quindi si è seduto sulla stessa sedia su cui aveva sostato Papa Wojtyla, nel 1998, e ha chiacchierato con il pensionato. «Quando gli ho detto che lui aveva portato finalmente il bel tempo lui ha ripetuto: “Qui è molto bello, è un paradiso”». Di ritorno, Benedetto XVI è rimasto molto sorpreso nello scorgere i cronisti che erano riusciti a individuare la sua meta: «Sono stato qui a pregare. Ma come avete fatto a trovarmi?», ha scherzato. Quindi è sceso dall’auto per salutare una famiglia che si trovava lì per caso. Ieri pomeriggio nuova uscita nei pressi di Villa Clarenza e si è fermato a pregare di fronte a una chiesetta del Settecento.

Ma la vita del piccolo comune di Lorenzago si è movimentata nelle ultime ore anche per un piccolo caso politico. L’attuale sindaco Mario Tremonti, che era in carica anche nel 1987, quando Giovanni Paolo II venne qui per la prima volta, insieme alla sua giunta ha abbandonato la sala dove si svolgeva la presentazione del libro fotografico: «Lorenzago, paese del Papa», protestando perché nel libro non c’era neppure una sua foto, né il suo nome.

© Copyright Il Giornale, 14 luglio 2007


PAPA/ DALLA VALLE D'AOSTA ARRIVA UN PACCO GASTRONOMICO
Sindaco Naudin: "ricordo della sua presenza è vivo tra noi"

Introd (AO), 13 lug. (Apcom) - "Penso che ricevere alcuni omaggi dalla Valle d'Aosta gli faccia piacere, e che il ricordo della sua presenza qui a Les Combes, è costante in tutta la popolazione".

Con queste parole, Osvaldo Naudin, sindaco di Introd, motiva la scelta dell'Amministrazione comunale del piccolo paese della Valle d'Aosta, di inviare al Santo Padre, in occasione del suo onomastico, un pacco regalo: "dentro ci sono sei bottiglie di vino, bianchi e rossi - aggiunge Naudin - il nostro miele, che sappiamo essere apprezzato e le tipiche tegole. Ci auguriamo che papa Benedetto XVI possa ricordare, in questo modo, le belle giornate passate da noi negli scorsi anni".

La villetta dei salesiani di Les Combes è stata infatti per dieci volte sede delle vacanze estive del papa, accogliendo sia Karol Woytila, sia Joseph Ratzinger.

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