14 ottobre 2007
Caso Stenico-Exit: lo speciale del Giornale
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Incontro a "luci rosse" del prelato in Vaticano: sospeso
di Andrea Tornielli
Lo avevano riconosciuti in molti, dentro e fuori le mura vaticane, la sera di lunedì 1° ottobre, quando la trasmissione Exit di La7 ha mandato in onda un servizio sull’omosessualità dei preti. Ora Tommaso Stenico, 60 anni, capo ufficio della Congregazione del clero, sospettato di aver organizzato un incontro a «luci rosse» all’interno del suo ufficio in Vaticano, è stato identificato e sospeso in via cautelare dal suo posto.
Un giovane collaboratore di La7 aveva realizzato delle riprese nascoste con una telecamera sistemata nello zainetto, filmando i suoi incontri con quattro preti da lui «agganciati» attraverso i siti Web dedicati agli scambi omosex. Uno soltanto di questi risultava riconoscibile ed era proprio Stenico, che dopo aver «chattato» con il ragazzo aveva combinato un appuntamento finalizzato a un’esperienza sessuale. Dal filmato si evinceva che i contatti erano avvenuti alla fine dello scorso luglio. Il prelato aveva dato appuntamento al giovane in Piazza San Pietro, era andato a prenderlo in macchina ed era rientrato in Congregazione passando per il garage. Nel filmato si riconoscono gli ambienti del dicastero e soprattutto l’ufficio personale del prelato. In più, chi conosce il dinamico monsignore ne ha riconosciuto il gesticolare, il timbro della voce (nonostante il camuffamento audio e la schermatura del volto). Nella ripresa, carpita e mandata in onda all’insaputa dell’interessato – e con mezzi del tutto insufficienti per renderla anonima, visti gli esiti – si vede e si sente il giovane che continua a far domande sull’atteggiamento della Chiesa nei confronti dei gay, mentre il sacerdote appare più interessato a passare all’azione. Tutto si interrompe perché le domande dell’intervistatore occulto sono troppo insistenti e il prelato lo congeda.
Il Prefetto della Congregazione del clero, il cardinale brasiliano Claudio Hummes, di concerto con la Segreteria di Stato, dopo aver valutato il filmato e aver riconosciuto la persona, ha convocato Stenico chiedendogli di lasciare l’ufficio. Si tratta però soltanto di una sospensione cautelativa, in attesa dell’inchiesta interna, non certo di un giudizio di condanna. La Santa Sede, pur intervenendo immediatamente per cautelarsi, non intende trarre conclusioni affrettate prima che siano provate le accuse e chiarita ogni circostanza. Al monsignore non viene imputato di essersi dichiarato gay ma di aver organizzato un incontro finalizzato – stando a quanto si percepisce dal filmato – a un rapporto sessuale, e di averlo fatto nel palazzo della Congregazione. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha confermato la vicenda (della quale ha parlato ieri La Repubblica): «Non posso smentire il fatto, la Santa Sede ha agito con severità e decisione e tuttavia i superiori affrontano il caso con la dovuta riservatezza e rispetto».
© Copyright Il Giornale, 14 ottobre 2007
"Ecco la mia verità: non sono gay. Voglio solo studiare gli uomini"
di Andrea Tornielli
Il suo è un volto noto, perché da tempo celebra messa in diretta per una Tv cattolica, ha un suo sito Web dedicato alla pastorale, è autore di numerosi libri. Da meno di una settimana la sua vita è cambiata: monsignor Tommaso Stenico è uno dei prelati che compare con il volto e la voce camuffata nel filmato di La7 dedicato all’omosessualità dei preti. Ora si difende e contrattacca, dando una versione dei fatti completamente diversa rispetto a quella apparsa in video.
Monsignore, innanzitutto è lei il sacerdote del video?
«Sì, sono io. Non ho visto il filmato, ma ricordo perfettamente quell’incontro».
Quello che si vede è il suo ufficio alla Congregazione del clero?
«Sì, è il mio ufficio. In molti mi hanno detto che era riconoscibile».
Posso chiederle perché ha portato quel giovane proprio lì?
«Non sono uno stupido. Pensi che io, a poche centinaia di metri dall’ufficio, ho il mio appartamento, dove vivo da solo. Se si fosse trattato davvero di un incontro a sfondo sessuale sarei andato lì, non crede?».
E che altro era quell’incontro combinato via Internet?
«Chi mi conosce sa che lavoro svolgo da molto tempo. Sono sacerdote da 36 anni, da 25 lavoro nella Curia romana, da oltre 30 sono psicologo e psicoterapeuta iscritto all’Albo degli psicologi del Lazio. Mi sono dedicato specialmente alle problematiche dei sacerdoti: ho seguito tanti preti in difficoltà, con problemi di identità, con drammi di solitudine, con crisi di fede, cercando di aiutarli a ritrovare se stessi. Penso non sfugga a nessuno l’evidente attacco alla Chiesa che sta avvenendo in questo periodo proprio su queste vicende. Ho voluto fare qualcosa, ne ho parlato con il mio padre spirituale. È proprio nell’ambito di questa attività che ho fatto ciò che ho fatto…».
Vuol dire che quell’approccio è avvenuto per motivi di studio?
«Esatto. La verità non è affatto quella che sembra. Ci ho pregato sopra per molto tempo. È nata da qui l’idea di farmi “ladro” tra i “ladri”, ricorrendo al loro linguaggio, per carpire se vi fosse una regia, una strategia. Sono entrato nel doppio ruolo di prete e psicanalista e ho scoperto che è proprio così. C’è davvero un piano diabolico di gruppi satanisti che “puntano” ai preti».
Mi spieghi: stava cercando informazioni sui preti gay?
«No, non informazioni sui preti gay ma sul perché si punta ai preti che hanno questa debolezza. Cosa cercare, cosa volere, dove arrivare? E non ho dato importanza al luogo dove ricevere un possibile informatore contattato nella rete. Mi sono finto come lui, ho appurato le sue presunte esigenze e le ho usate per il mio fine. Per me era solo importante conoscere, non certo praticare. Il mio scopo era solo quello di investigare».
Dal filmato però appare che il ragazzo abbia voglia di parlare, mentre lei sembrava impaziente di passare ai fatti…
«Volevo spingerlo a rivelarsi per quello che era, a dirmi finalmente che cosa cercava in un rapporto di quel tipo da me come prete. Avevo preventivato qualche rischio ma il mio intento era proprio quello di trovare le risposte che cercavo. Non immaginavo certo di diventare io stesso un soggetto “puntato” per essere a mia volta strumentalizzato. Io volevo solo capire non certo praticare».
Che idea si è fatto sull’episodio?
«Non mi stupirei se tutto questo fosse il frutto di una denuncia che ho presentato al Comando dei carabinieri della Stazione di S.Pietro contro un ragazzo – alla luce di quanto accaduto non vorrei mi fosse stato inviato appositamente – il quale voleva ringraziare il mio interessamento per un posto di lavoro con una prestazione sessuale. Dopo aver rifiutato categoricamente, l’ho denunciato. Chi vuole può controllare».
Lei nega dunque di essere omosessuale?
«Rispetto tutte le persone, quali che siano le loro tendenze sessuali. Ma non sono mai stato e non sono gay. Le sofferenze che come prete ho dovuto sopportare sono state di ben altra natura. Sono persona che non ama lo scandalo, non lo crea, semmai lo contiene e lo smorza. Quello che sono e che penso sta scritto nei 42 volumi che ho pubblicato. Non ho mai avuto e non ho nulla da nascondere, o da temere».
© Copyright Il Giornale, 14 ottobre 2007
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7 commenti:
"Posso chiederle perché ha portato quel giovane proprio lì?
«Non sono uno stupido. Pensi che io, a poche centinaia di metri dall’ufficio, ho il mio appartamento, dove vivo da solo. Se si fosse trattato davvero di un incontro a sfondo sessuale sarei andato lì, non crede?».
No, Mons.S., nel suo appartamento ,sarebbe stato molto più delicato e forse più facili i sospetti, di chi l`avrebbe visto salire accompagnato.
In ogni caso, in tutte le interviste, non leggo una sola parola di rammarico e di scusa per essersi servito degli uffici vaticani, all`interno del Vaticano, per una sua faccenda personale, per una sua iniziativa privata.
Essersi servito di quegli uffici resta grave e inaccettabile, e direi anche inquietante per quello che rivela circa i pochi scrupoli di certi occupanti dei luoghi.
L`appartamento privato di Mons S. era il solo luogo adatto per quella che era un`iniziativa privata, di cui le autorità non erano a conoscenza, La verità quanto alle finalità di questa iniziativa...solo Mons. S. le conosce.
Constato che Mons. S. adotta la vecchia tattica che consiste nell`attacco come migliore difesa,e forse finirà anche per erigersi in vittima di non so quale complotto.
Quello che è certo è che se non è vero è ben trovato, e che se anche fosse vero se l`è cercato.
Posso chiederle perché ha portato quel giovane proprio lì?
"Non sono uno stupido..."
mi sembra tanto un messaggio "in codice" ai superiori... della serie "se l'ho fatto vuol dire che sapevo di poterlo fare... non sono io il solo... siamo tutti nella stessa barca, signori miei...".
Che ne pensi, Raffa? E' un'interpretazione tanto fantasiosa e lontana dal vero???
Chissa'...
Evidentemente pero' i superiori (cardinale Hummes e segreteria di stato) stanno affrontando la situazione di petto,decisi ad andare fino in fondo...
No, io non ci vedi proprio nessun messaggio in codice solo un tentativo che può apparire penoso di fornire giustificazioni. Che c'è di misterioso o pruriginoso nel portare degli esseri umani , maschi o femmine, dentro gli uffici vaticani?
Perdonate l'ingenuità.
Di che genere animale bisogna essere per entrare senza sospetti?
Ma dove andremo a finire se su ogni questione dobbiamo cercare il perverso, il messaggio in codice, lo scandalo?
Io non ci sto.
Insomma
E se quel giovane non avesse fatto tante domande e avesse accosentito a...passare ai fatti infretta il monsignore deimiei stivali cosa avrebbe fatto? Visto che non sapeva di essere ripreso? Avrebbe detto: scusa ma ci ho ripensato, in realtà devo solo scrivere unlibro? E inoltre non ho capitouna cosa: quel ragazzo come sapeva di aver trovato proprioil monsignore "giusto"? Non è che "nell'ambiente" fosse arcinoto per la sua disponibilità? Altrimenti perchè proprio da lui? Spero nessuno delle autorità ecclesiastiche creda alla sua versione perchè davvero sarebbe uno scandalo su scandalo. Pensare che a sentirlo da Telepace sembrava un prete modello!!! Che schifo!
Alby
Sempre il vecchio saggio cieco grande invalido di guerra - a cui ho avuto l’onore di fare da accompagnatore durante il servizio di leva - in un caso come questo mi avrebbe ripetuto: “caro Gianpaolo, credi a niente di quello che senti e metà a quello che vedi” portandomi questo esempio:
Se un giorno la tua bella e avvenente segretaria dovesse sentirsi male e tu l’accompagnassi a casa con la tua macchina, chi dovesse vederti potrebbe giustamente pensare «ma guarda il signor Gianpaolo, sposato e con prole…, gira in auto con l’amante…» e d’altro canto come negare l’evidenza…, tu effettivamente eri in macchina con una donna…, la tua segretaria dirai tu non la tua amante…; ma vallo a spiegare alle male lingue…, nessuno mai ti crederà!!!
Spero tanto che il caso in questione, rientri tra quello in “esempio”!
Io abito nella zona del Trentino orientale da cui proviene monsignor Stenico. Non l'ho mai conosciuto, perché sono giovane e lui è a Roma da un quarto di secolo e si fa vedere raramente dalle sue parti.
La notizia è stata comunque sconvolgente, perché tanti lo ammiravano sinceramente e questa notizia, se vera, è per loro un colpo durissimo.
Io non so, sinceramente, quale sia la verità. Non voglio giudicare il monsignore, ma nemmeno mi sembra giusto ignorare quello che è successo. Posso dire, e che Dio mi perdoni se sbaglio, che, dopo aver visto il filmato, mi sono fatto l'idea che qualcosa di poco limpido vi sia. Non sembrava proprio un "investigatore privato"... piuttosto, mi sembra non fosse così sprovveduto come lui stesso sembra suggerire nelle interviste rilasciate. Ma mi fermo qui e non oso andare oltre.
Piuttosto sottolineo di essere rammaricato per il comportamento tenuto dall'interessato dopo lo scoppio dello scandalo. Dichiarazioni rilasciate a numerosissimi giornali e poi il tenore di queste interviste... speravo in un poco più di umiltà, da qualunque parte stia la verità. Capisco la necessità di difendersi, ma penso un'intervista semplice e sobria ad un paio di giornali sarebbe bastata. Invece continuo a leggere sue dichiarazioni, in special modo sui quotidiani locali, sulle agenzie di stampa, etc. E che dire del giuramento fatto di essere estraneo, giuramento sul Crocifisso e sui Vangeli? Mi sembra che la Chiesa stessa abbia sempre suggerito di evitare giuramenti affrettati...
Comunque, solo monsignore, tra gli esseri umani, conosce la verità. Io spero che quanto ha dichiarato sia vero. Perché se risultasse infine colpevole di quanto viene accusato, allora ci troveremmo di fronte ad un monsignore, che adesca su Internet, si porta giovani nel proprio ufficio affacciato su San Pietro, nel cuore della cristianità, desidera consumare (e forse consuma) rapporti con loro (e da anni), e poi, una volta scoperto, spergiura di non aver fatto nulla, si inventa un castello di carte, mente a ripetizione e spudoratamente... no, è uno scenario terribile, spero proprio che non sia la realtà.
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