6 novembre 2007

Ancora sulla visita del Re saudita in Vaticano...


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LA VISITA DEL SOVRANO Proveniente da Londra il leader di Riad è stato ricevuto ieri sera da Napolitano. È atteso anche dal premier Prodi

In Italia il re saudita Oggi udienza dal Papa

Il re Abdullah II al-Saud, giunto ieri a Roma in visita ufficiale. Sarà la prima volta che un sovrano saudita verrà ricevuto in udienza dal Pontefice. Già ieri c’è stato l’incontro col presidente Napolitano a cui seguirà, oggi, quello col capo del governo Prodi

DI LUCA GERONICO

Accompagnato da quattro ministri, è atterrato ieri a Ciampino il sovrano saudita Abdullah II al-Saud, salutato durante una cena ufficiale al Quirinale dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano.
Una importante missione diplomatica quella del sovrano saudita provenente da Londra e atteso nei prossimi giorni in Germania e in Turchia. Il «custode delle due sacre moschee» – come viene formalmente chiamato il re dell’Arabia Saudita – incontrerà oggi a Villa Madama il premier Romano Prodi e per la prima volta Benedetto XVI.
Quest’ultima una visita senza precedenti perché fra Riad e Vaticano non vi sono relazioni ufficiali: l’anziano monarca (84 anni) in realtà aveva già varcato la soglia dei sacri palazzi nel maggio del ’99 per incontrare Giovanni Paolo II.
Ma allora era principe ereditario, mentre il regno era retto dal fratellastro Fahd. Questi, e prima di lui re Feisal, non avevano mai incontrato un Pontefice. La dinastia saudita, inscindibilmente connessa al wahabismo, una rigida interpretazione del sunnismo, sin dal suo sorgere nel ’700 si autoproclamò unica custode dei luoghi santi e protettrice dei pellegrini. Come noto i luoghi santi della Mecca e di Medina sono in Arabia Saudita, il cui territorio è considerato interamente sacro dai sunniti.
Inoltre il pellegrinaggio alla Mecca, uno dei cinque doveri di ogni musulmano, è di fatto regolato dalle autorità saudite sunnite. L’incontro odierno necessariamente segnerà una tappa nei rapporti fra islam sunnita e cristianesimo dopo essere stato preparato dalla visita del 6 settembre scorso a Castel Gandolfo del ministro degli Esteri al-Faisal. Il principe saudita aveva avuto con Benedetto XVI quello che la sala stampa vaticana definì un «cordiale colloquio». Re Abdullah II, secondo molti analisti non ostile all’Occidente con cui sta cercando di costruire una politica di cooperazione economica, si è più volte proposto nel ruolo di mediatore con le altre nazioni arabe. È infatti suo il piano di pace del 2002, con cui i Paesi arabi si dicono disposti a riconoscere Gerusalemme in cambio del ritorno di Israele ai confini del 1967.
L’incontro fra re Abdullah e Joseph Ratzinger assume un particolare rilievo dopo che lo scorso 12 ottobre 138 leader religiosi musulmani hanno scritto una lettera aperta a Benedetto XVI con l’intento di arrivare, dopo le polemiche di Ratisbona del settembre 2006, a una «mutua comprensione».
Un documento definito «molto interessante e nuovo» dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del pontificio consiglio per il dialogo tra le religioni. Ieri l’Osservatore romano definiva necessario il dialogo anche per la «presenza di milioni di musulmani nei Paesi occidentali» e la «crescente presenza di cristiani in alcuni Paesi musulmani». In Arabia Saudita i cristiani sono stimati altre un milione e mezzo, mentre negli Emirati arabi uniti sono il 35%, in larghissima parte provenienti dalle Filippine. Un tema quello della reciprocità e della libertà religiosa di queste minoranze che sarà certamente affrontato nei colloqui odierni.

© Copyright Avvenire, 6 novembre 2007

Anche per Geronico: senza Ratisbona non saremmo qui a parlare di un incontro storico!
R.

1 commento:

euge ha detto...

Ma pensa che scoperta hanno fatto........ quella dell'acqua calda!!!!!! se non ci fosse stato il discorso di Ratisbona questa cosa non sarebbe successa...... ma, pensa un pò che acuta osservazione!!! Quando sono stati proprio i giornalisti o certi giornalisti ad affossare in malo modo ed a distorcere il discorso di Ratisbona ...... cari signori senza quel discorso, non ci sarebbe stato neanche il viaggio in Turchia e forse neanche l'ormai più che probabile incontro con Alessio II......................
Quanti danni fa la carta stampata e soprattutto quanti danni fa la cecità e l'odio costante e giornaliero verso una persona che ha come Papa Benedetto a cuore la pace quella vera fondata sul rispetto reciproco, e l'unità della chiesa!
Meditate sig.ri giornalisti e meditate ancora perchè di questa persona non avete ancora compreso tutto il suo valore.
Eugenia