5 novembre 2007

IMMIGRAZIONE: NOTA SIR


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IMMIGRAZIONE: NOTA SIR

Pubblichiamo la nota SIR di questa settimana.

Non vorremmo che quello aperto dalla barbara uccisione della signora Giovanna Reggiani, così tragica nella sua orrenda banalità, fosse l’ennesimo dibattito politico all’italiana. Non vorremmo insomma che fosse l’ennesima occasione di un collettivo esercizio retorico sulla questione, pur così cruciale, dell’immigrazione e quella per tanti versi connessa delle politiche di sicurezza. Come se ognuno recitasse un copione già scritto, tra buonisti e rigoristi. E’ invece il momento di affrontare la questione nel suo complesso e secondo quel buon senso con cui la vedono milioni di italiani. Buon senso vuole infatti che non si possa mettere in discussione il dato dell’immigrazione come tale: la società e l’economia italiana ne hanno bisogno, oggi e in prospettiva. Questo presuppone forme di integrazione e di adattamento. Non si può nemmeno ipotizzare che per gli immigrati valga una interpretazione particolare del sistema delle leggi e dei regolamenti. Legalità dunque, per tutti e prima di tutto. Certo si tratta di una parola piuttosto ostica nel nostro lessico collettivo. Non a caso nel secolo scorso – correva l’anno 1992 – la Conferenza episcopale italiana pubblicò un documento dal titolo ancora attualissimo: Educare alla legalità. Le leggi ci sono e comunque non è difficile aggiornarle adeguatamente. Ma paradossalmente non è questo il punto: occorre che tutti le rispettino e chi ne ha il compito le faccia rispettare. Senza distinzione, tra uguali, più uguali e meno uguali. E’ questo il vero punto della questione e l’altro non meno rilevante è ad esso connesso: lo potremmo definire “il profilo morale della convivenza civile”, per usare le parole del Papa.

Insomma, chi sbaglia paghi, con la certezza del diritto e della pena. Ma non solo: la convivenza civile non può fare a meno di un sistema di valori, di principi, di norme morali, che vanno al di là del diritto positivo e rappresentano quel patrimonio di civiltà, quell’identità di una collettività, oggi più che mai da sviluppare, da fare crescere, da valorizzare.

C’è qui un campo sterminato ed urgente di impegno per tutti, dalle forze dell’ordine, alla magistratura, fino a tutti coloro che hanno a diverso titolo responsabilità educative nella società. E’ tempo per tutti di fare il proprio dovere. E’ questa la strada, sulla questione immigrazione, per tenere insieme accoglienza e sicurezza. Ma non solo in questo specifico campo. Se proviamo ad interrogare i giovani, i ventenni di oggi, a quarant’anni dal sessantotto, ne vedremmo delle belle. Coglieremmo una lontananza siderale dalle parole d’ordine di quella “rivoluzione”, scopriremmo una domanda di “riregolazione” espressa purtroppo con strumenti “poveri”, espressa nel disorientamento. Sì, c’è anche una vera e propria emergenza educativa, cui cercare di dare risposte urgenti e adeguate.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Dice un importante esponente politico e noto cattolico:

“… PARTE DEL CLERO, DEL MONDO CATTOLICO, IN NOME DI UN BUONISMO E DI UN MALINTESO CONCETTO DI ACCOGLIENZA, RISCHIA DI AUMENTARE I PROBLEMI ANZICHÉ DI RISOLVERLI”
(…)
“La verità è che, se la gente ritiene di non essere difesa dalla politica e dallo Stato, passa all'autodifesa. E LE PULSIONI BESTIALI DEGLI AUTORI DEI RAID RISCHIANO DI TROVARE GIUSTIFICAZIONE NELLA SENSAZIONE CHE LA POLITICA SI È ARRESA, rischiano di rappresentare l'estremo sos alla politica».”
(…)
“… sono d'accordo con Fini, il decreto va inasprito: le espulsioni devono essere effettive e non solo intimazioni ad andarsene, e DEVONO ESSERE ADOTTATE ANCHE PER CHI NON HA MEZZI DI SOSTENTAMENTO…”

Qualche commento flash:

1. fa davvero una certa impressione sentire un cattolico “in vista” prendersela con “parte del clero e del mondo cattolico” accusandoli di “buonismo e di un malinteso concetto di accoglienza” che “rischia di aumentare i problemi anziché di risolverli”;

2. condanna “le pulsioni bestiali degli autori dei raid…”; anche questo fa una certa impressione quando a pronunciare “cotanta reprimenda” è un signore che da anni è alleato con i rondaioli leghisti (alla Borghezio) e con i forcaioli fiammatricolorati; eh sì, fa proprio… impressione;

3. e per non perdere il passo… d’oca (nel senso di nazipalmato), afferma che le espulsioni “devono essere adottate anche per chi non ha mezzi di sostentamento…”; sei povero in canna? Non hai mezzi per sopravvivere? Fuori dalle… scatole! E prega che si avveri la profezia degli ultimi che saranno i primi. Anzi, poiché quella profezia non riguarda questo mondo, visto che già sei alla fame ti caccio a calcioni, così ti aiuto a raggiungere più in fretta… l’altro mondo; dove – finalmente – sarai primo. Anima pia!

E’ vero che nell’intervista il “nostro” cerca (con evidentissima difficoltà e magri risultati) anche di metterci una pezza ma, come dicono nel Veneto: “el tacon xe pezo del buso” (il rimedio è peggiore del danno); pare proprio che il dover conciliare l’essere cattolico con le esigenze della tattica politica non gli venga bene; e si avvita, faticosamente, nell’equilibrismo dialettico del perfetto politicante che parla in politichese. Uno sforzo inutile e “malcelabile”. Il re è nudo.

p.s. per chi fosse interessato a “stanare” lo stentoreo declamatore, suggerisco un click qui: http://www.corriere.it/politica/07_n...buonismo.shtml