5 novembre 2007
Immigrazione fra sicurezza e solidarietà: il commento di Carlo Cardia
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L’ITALIA A UN BIVIO
SE NON COMPORREMO SICUREZZA E SOLIDARIETÀ
CARLO CARDIA
L’ Italia ha pianto, si è indignata, ha sofferto, per l’efferato delitto compiuto a Roma da un immigrato. Il pianto, la sofferenza, l’indignazione sono sentimenti giusti e comprensibili per l’enormità di quanto è accaduto. Così come è giusto ricordare che delitti e fatti egualmente gravi avvengono anche in altre città, passando a volte inosservati.
Per l’Italia, ora, è il momento della riflessione sui due grandi temi che sono all’ordine del giorno per il prossimo futuro: quello della sicurezza e quello della solidarietà. Senza la sicurezza la nostra società regredisce, si riempie di istinti negativi al limite del razzismo, si colora di paura. Senza la solidarietà l’Italia si inaridisce, perde quel senso dell’accoglienza che ha coltivato da sempre, svilisce quello spirito cristiano che è alla base di tante iniziative per l’integrazione di genti e popoli che vengono da lontano.
Unire solidarietà e sicurezza può sembrare difficile, ma è l’impresa per la quale dobbiamo tutti impegnarci. Per realizzarla sarebbe auspicabile, e possibile, un accordo tra le principali forze politiche perché da essa dipende il futuro del nostro Paese, quello che consegneremo alle nuove generazioni. Rendere sicura la vita quotidiana delle persone vuol dire rispettare il contratto sociale minimo che è alla base della convivenza civile, vuol dire evitare quella guerra di tutti contro tutti che ricorda il Leviatano di Hobbes, nella quale si corre davvero il rischio che l’uomo diventi un nemico per l’altro uomo. Infine, sicurezza e solidarietà o crescono insieme o insieme naufragano.
Assicurare la convivenza allontanando chi delinque e chi opera fuori della legge risponde ad un principio etico basilare, perché consente agli altri di costruire una comunità che coltiva e pratica la reciproca accettazione. Far aumentare indiscriminatamente l’immigrazione vuol dire porre le basi per divisioni tra la gente, conflitti etnici, contrasti religiosi. Ricordarsi di questo ammonimento quando si determina una grande emozione sociale è positivo, ma sarebbe da irresponsabili dimenticarsene quando l’emozione è passata. Lo scivolamento verso il razzismo e la xenofobia si è determinato in altri Paesi proprio per questa sciagurata dimenticanza, e sarebbe uno scivolamento che pagheremmo tutti molto amaramente.
La sicurezza, però, può diventare una realtà stabile soltanto se accompagnata da un’opera di integrazione che chiede a tutti, cittadini e immigrati, il rispetto di quei doveri di solidarietà che rendono coesa una compagine sociale. Su questo punto spesso si avverte in giro un forte scetticismo. L’integrazione è quasi impossibile, occorrono anni, c’è chi non si integra veramente, i conflitti ideologici e religiosi sono inevitabili, e via di seguito.
Bisogna avere il coraggio di dire che non è vero. Non è vero che è impossibile realizzare l’integrazione, perché moltissimi immigrati già si sono integrati e trovano in Italia una accoglienza che non ricevono in altri Paesi. Non è vero che i conflitti ideologici e religiosi sono inevitabili, perché la nostra identità storica e spirituale è stata tante volte il presupposto dell’accoglienza degli altri, e di una positiva convivenza. Non è vero che esistono persone che per definizione non possono integrarsi nella società, perché la nostra Costituzione e le nostre leggi prevedono gli strumenti idonei a fermare chi delinque e favorire chi agisce nel rispetto degli altri.
A seconda delle situazioni che si presentano, alcune di queste affermazioni possono apparire ottimistiche o pessimistiche. Eppure occorre tener fermi la nostra ragione e i nostri sentimenti, senza cedere alle tentazioni del momento, se necessario anche andando controcorrente. Bisogna avere due volte coraggio; il coraggio di tutelare sempre la vita e la sicurezza di tutti e non solo quando sentiamo che esse sono in grave pericolo, e il coraggio di praticare la solidarietà in ogni momento e non solo quando avvertiamo di averla dimenticata. Le nostre radici cristiane, e i principi democratici della Costituzione, sono oggi chiamati in causa e costituiscono la fonte più sicura per scelte coraggiose che affrontino le sfide delle società multiculturali.
© Copyright Avvenire, 4 novembre 2007
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4 commenti:
ecco, alle stranezze di Sansonetti, ti aggiungo le stranezze di Bertinotti, una notizia dell'AGI di poco fa:
SICUREZZA: BERTINOTTI, SINISTRA DEVE FARE AUTOCRITICA
"Penso che la sinistra debba fare un'autocritica" sul tema della sicurezza. E' quanto afferma il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, durante la registrazione di 'Otto e mezzo', che andra' in onda questa sera su La7. "La nostra autocritica deve essere nel senso di riconoscere di aver sottovalutato il carattere devastante della violenza e aver pensato che ci fosse una qualche violenza 'buona'". Bertinotti, inoltre, rifiuta l'idea di temi che non sono ne' di sinistra ne' di destra, "sento ormai troppe cose che vengono indicate come non di sinistra ne' di destra. Credo invece che sia necessario documentare il proprio essere di destra o di sinistra in tutti i campi" (che due zebedei, ndr) .
In particolare, per Bertinotti l'errore della politica e' stato quello di non "trovare una sua consistenza" sulle grandi questioni, cosi' come invece fa la Chiesa: "Sento un interrogarsi sulle questioni di fondo nelle parole del Papa".
Adesso tu dimmi come mai adesso compare questo tono così ragionevole dopo tanti anatemi proletari (a parte la fissa sul dividere tutto in destra e sinistra, una monomania da cui non guariranno mai). Potrebbe essere un buon segno se non fosse che alla prossima occasione in cui papa Benedetto toccherà qualche argomento "sensibile" , noi sappiamo già che si tireranno fuori i soliti improperi, il medioevo, il rifiuto della modernità, le ricchezze della Chiesa ecc, ecc.
Ma si può?
Certo che non c'e' limite alla faccia tosta!
Per carita': fa piacere a tutti constatare che le parole del Papa fanno breccia nella mente di tutti, pero' sarebbe bello se esse non venissero commentate favorevolmente a corrente alternata.
E questo vale sia per la destra che per la sinistra...
Il tema della sicurezza non deve avere bandiere o colori!
forse dovremmo citare anche il commento di Calderoli che dice che: "sull'immigrazione il Papa sbaglia"
Vivaddio, il Papa dice quello che ritiene giusto dire, guardando nè a destra nè a sinistra ma quaggiù e lassù
hai ragione gemma, c'è anche Calderoli, ma, ehm ,ammetto di non seguirlo con tanta assiduità...
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