24 novembre 2007

Concistoro 2007: il commento di Corriere e Stampa


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Ecumenismo Il Papa al cardinale O'Connor: resistenze da altri. Oggi il Concistoro

«Chiese cristiane, ostacoli all'incontro»

Luigi Accattoli

CITTA' DEL VATICANO — Tutti i cardinali del mondo riuniti con il Papa, a dargli consigli sull'ecumenismo. Tra i 32 che prendono la parola c'è il cardinale di Londra Cormac Murphy- O'Connor: invita Benedetto XVI a compiere «un gesto nuovo e coraggioso», quello di «invitare tutte le Chiese cristiane a un incontro mondiale». Il papa ascolta attento, prende appunti e a fine mattinata gli risponde.
Dice che è «una bella idea» ma «forse al momento non praticabile e le difficoltà non vengono da noi». Argomenta anche che quell' «idea» gli era stata proposta «all'inizio del pontificato» dallo stesso cardinale O' Connor e dal cardinale Carlo Maria Martini (ieri assente perché indisposto), ma che «poi» si era visto che «c'erano delle resistenze da parte di altre Chiese».
Il progetto caldeggiato nel 2005 — come proposta al nuovo papa — dai cardinali Murphy- O'Connor e Martini ha una storia ormai lunga. Già papa Wojtyla fin dal 1994 aveva progettato — in vista del Grande Giubileo — un «incontro pancristiano» che poi non si potè fare.
Oggi si tiene il Concistoro per la nomina dei 23 nuovi cardinali annunciati dal Papa un mese fa. Tra essi c'è l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei Angelo Bagnasco e altri cinque italiani: Angelo Comastri, Giovanni Lajolo, Raffaele Farina, Giovanni Coppa, Umberto Betti.
La riunione di ieri aveva lo scopo di raccogliere «informazioni, riflessioni e valutazioni sul momento attuale del dialogo ecumenico». Il dibattito è stato aperto dal cardinale Walter Kasper, responsabile vaticano per l'unione dei cristiani, che ha tracciato un panorama della situazione, invitando a «rafforzare la ricerca ecumenica a tutti i livelli». «Saranno ancora necessarie — ha detto con riferimento alle Chiese dell'Ortodossia — una continua purificazione della memoria storica e molte preghiere affinché sulla base comune del primo millennio riusciamo a colmare la frattura tra Oriente e Occidente e a ripristinare la piena comunione ecclesiale».

© Copyright Corriere della sera, 24 novembre 2007


«PURIFICAZIONE DELLA MEMORIA» PER RILANCIARE IL DIALOGO ECUMENICO

Ratzinger sulla strada di Wojtyla
Nuovo “mea culpa” della Chiesa


MARCO TOSATTI

CITTÀ DEL VATICANO
La Chiesa continui la purificazione della memoria, perché per lei l’ecumenismo «non è una scelta opzionale, è un obbligo sacro. È il mandato di Nostro Signore». Benedetto XVI ha voluto riaffermare oggi una delle priorità del suo pontificato, aprendo «l’incontro di preghiera e di riflessione» con i cardinali riuniti a Roma alla vigilia del Concistoro di oggi, durante il quale imporrà la «berretta rossa» a 23 nuovi porporati. Ieri erano in 143 a discutere con papa Ratzinger il tema della giornata, il dialogo ecumenico, alla luce «del mandato del Signore: Ut unum sint» (che siano una cosa sola, ndr). La relazione iniziale, ovviamente letta e approvata dal Pontefice, è stata preparata e letta dal cardinale Walter Kasper; e in essa si parlava dell’impegno a proseguire la «purificazione della memoria», al fine di favorire il cammino ecumenico, e «di usare forme di comunicazione attente a non ferire la sensibilità degli altri cristiani».
E’ la strada dei «mea culpa» indicata da Giovanni Paolo II nell’anno del Giubileo, proprio per sgomberare il campo dagli ostacoli che duemila anni di storia hanno accumulato nei rapporti con le altre religioni, e fra le confessioni cristiane. All’epoca il cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, pur accompagnando papa Wojtyla su questa strada nutriva alcune perplessità. E’ significativo il fatto - una svolta? - che oggi sia proprio lui a guidare la Chiesa su questa strada. Che, secondo il cardinale Kasper, responsabile del dialogo con i cristiani, porta soprattutto a ricucire con l’ortodossia: «Riassumendo possiamo affermare che saranno ancora necessarie una continua purificazione della memoria storica e molte preghiere affinché, sulla base comune del primo millennio, riusciamo a colmare la frattura fra oriente e occidente e a ripristinare la piena comunione ecclesiale». E ha aggiunto che le relazioni fra la Chiesa ortodossa russa e la Santa Sede «negli ultimi anni si sono sensibilmente appianate e un incontro fra Benedetto XVI e il Patriarca Alessio II dal nostro punto di vista sarebbe utile. Il Patriarcato di Mosca - ha aggiunto Kasper - non ha mai escluso tale incontro categoricamente, ma ritiene opportuno risolvere prima i problemi che esistono a suo parere in Russia e soprattutto in Ucraina. Possiamo dire che non c’è più gelo ma disgelo».
E a margine dell’incontro è stato annunciato che fra una settimana esatta, il 30 novembre, uscirà la seconda enciclica di Benedetto XVI, la «Spe salvi» (Salvi grazie alla speranza). Un documento che cercherà di proporre la mondo la speranza cristiana contro il vuoto prodotto dal tramonto delle ideologie, per ridare un orizzonte di senso a una umanità disorientata.

© Copyright La Stampa, 24 novembre 2007

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