22 aprile 2008
A Saint Patrick come nel Seminario di Saint Joseph, il Papa entusiasma la «Grande Mela»
Vedi anche:
Il Papa, l’America e i non nati (Il Foglio)
Il viaggio di Benedetto XVI ha ridato vigore alla Chiesa statunitense
Un trionfo in America per il Papa (John Voice)
Attivista per i diritti umani: il Papa all’Onu mostra la strada verso la pace (Asianews)
PAPA IN USA - Il silenzio, la preghiera, il ricordo: A Ground Zero “la sintesi” del viaggio apostolico (Zavattaro)
Il Papa negli Usa: l'America applaude Benedetto e ora riflette (Bardazzi)
Le giornate del Papa negli Stati Uniti: il "diario" di Sandro Magister
Benedetto XVI: «La Chiesa statunitense si purifichi» (Marroni)
Le vetrate di Ratzinger e “Il fauno di marmo” di Nathaniel Hawthorne (Magister)
Il Papa negli Usa: il bilancio nel commento di Salvatore Izzo (Agi)
Audio e traduzione dell'intervento del Santo Padre al canale radiofonico "The catholic channel" di New York
Messaggi del Papa ai Capi di Stato di USA, Canada, Irlanda, Francia e Italia. La risposta del Presidente Napolitano
Tempo di bilanci per il viaggio del Papa: il servizio di Stefano Maria Paci (Skytg24)
La riconoscenza e l'augurio nel terzo anniversario di pontificato (Osservatore Romano)
Gli auguri del cardinale Bertone e la risposta "a braccio" del Papa: "Grazie perché donate il vostro amore anche al povero Successore di San Pietro"
VISITA DEL PAPA NEGLI USA: RACCOLTA DI VIDEO
Giovanni Maria Vian: il Papa negli Usa, "Viaggio storico" (Osservatore Romano)
A Ground Zero “Mai più tanto odio e dolore” (Galeazzi)
Le sorprese di Benedetto (Angelo Scelzo per "Il Mattino")
Un’America entusiasta di Papa Ratzinger
Viaggio del Santo Padre negli Usa: il commento di padre Federico Lombardi (Radio Vaticana)
La prima volta del rabbino Neusner col vecchio amico Joseph (Magister)
L’ America impazzisce per Papa Benedetto. La folla nelle vie di Manhattan ha lasciato stupiti anche i media
IL PAPA INCONTRA ALCUNE VITTIME DEGLI ABUSI SESSUALI DI PRETI
DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE NEGLI USA
VIAGGIO APOSTOLICO DEL PAPA NEGLI USA (15-21 APRILE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG (rassegna stampa, notizie, avvenimenti)
PIETRO E IL MONDO
L’abbraccio di New York «grande famiglia»
A Saint Patrick come nel Seminario di Saint Joseph, il Papa entusiasma la «Grande Mela»
«Le punte delle torri della Cattedrale sono di gran lunga superate dai grattacieli di Manhattan ma restano un segno vivo della nostalgia di elevarsi verso Dio»
DAL NOSTRO INVIATO A NEW YORK
SALVATORE MAZZA
Scrosciano gli applausi sotto l’alta volta di San Patrizio. «Vi ringrazio per il vostro amore». «Farò quanto è in mio potere per essere un vero successore del grande San Pietro, un uomo che aveva i suoi difetti e i suoi peccati, ma che è stato la roccia della Chiesa. Anche io, con tutta la mia povertà spirituale, ma con la grazia di Dio, posso essere in questi tempi il successore di Pietro ».
È commosso, Benedetto XVI. Al termine della Messa, in inglese, risponde così agli auguri che il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone gli ha porto a nome di tutti, in spagnolo, per il terzo anniversario della sua elezione al Pontificato. Un nuovo anniversario a tre giorni dal suo ottantunesimo compleanno, e ancora happy birthday, in tedesco, risuonerà al pomeriggio nell’incontro coi giovani e i seminaristi.
«Vi sono tante intenzioni e tanta gente per cui potete pregare – dirà Benedetto XVI salutando in particolare un gruppo di giovani handicappati nella cappella del Seminario, dove un coro di non udenti gli ha appena dedicato alcuni canti – compresi coloro che devono ancora arrivare a conoscere Gesù. E vi chiedo di pregare anche per me. Come sapete, ho appena compiuto un altro anno. Il tempo vola».
La giornata newyorkese di Papa Ratzinger trascorre così, come un momento di famiglia. Giornata che inizia nella Cattedrale della Grande Mela, piena da scoppiare per la Messa celebrata dal Papa (in prima fila l’ex sindaco Rudolph Giuliani, divorziato e risposato, che si accosterà più tardi alla comunione), con Ratzinger accolto da canti e da un lunghissimo applauso, mentre la processione verso l’altare quasi fende la folla che preme per farsi il più vicino possibile al Papa.
E che terminerà nel Seminario di St. Joseph dove, tra i giovani, ricorda come i suoi «anni da teenager sono stati rovinati da un regime infausto che pensava di possedere tutte le risposte», che «mise Dio al bando, e così diventò inaccessibile per tutto ciò che era vero e buono». Ma, dice, se «il potere distruttivo, tuttavia, rimane», e se «sostenere il contrario significherebbe ingannare se stessi», quel potere «non trionferà mai», perché «è stato sconfitto». «Colui che ci indica la via oltre la morte è Colui che ci indica come superare distruzione e angoscia».
Davanti al Papa ci sono bianchi, neri, ispanici, asiatici. Tutte le etnie sembrano essere rappresentate. Un segno, dice nell’omelia in San Patrizio citando gli Atti degli Apostoli, che ricorda come «in questo Paese la missione della Chiesa ha sempre comportato un attrarre la gente «di ogni nazione che è sotto il cielo» entro un’unità spirituale, arricchendo il corpo di Cristo con la molteplicità dei loro doni». E così «mentre ringraziamo per le benedizioni del passato e consideriamo le sfide del futuro, vogliamo implorare da Dio la grazia di una nuova Pentecoste per la Chiesa in America. Possano discendere su tutti i presenti lingue come di fuoco, fondendo l’amore ardente per Dio e il prossimo con lo zelo per la propagazione del Regno di Dio!».
È la missione il centro del messaggio che Benedetto XVI affida alla chiesa di New York in questo assolato sabato di primavera. Nell’omelia prima, e più tardi nel discorso del pomeriggio, Papa Ratzinger dipana il filo di un ragionamento che parte dall’architettura di San Patrizio, le cui torri gotiche «vengono di gran lunga superate dai grattacieli del profilo di Manhattan», ma che «nel cuore di questa metropoli indaffarata esse sono un segno vivo che ricorda la costante nostalgia dello spirito umano di elevarsi verso Dio». E nel «ringraziare il Signore perché ci permette di riconoscerlo nella comunione della Chiesa», tutti i credenti sono perciò chiamati a diventare «araldi della speranza in mezzo a questa città e in tutti quei luoghi dove la grazia di Dio ci ha posto».
Cuore della nuova evangelizzazione è «la proclamazione della vita, della vita in abbondanza», poiché «la vera vita può essere trovata solo nella riconciliazione, nella libertà e nell’amore che sono doni gratuiti di Dio». È questo «il messaggio di speranza che siamo chiamati ad annunziare e ad incarnare in un mondo in cui egocentrismo, avidità, violenza e cinismo così spesso sembrano soffocare la fragile crescita della grazia nel cuore della gente». «Forse – aggiunge – abbiamo perso di vista che in una società in cui la Chiesa a molti sembra essere legalista ed 'istituzionale', la nostra sfida più urgente è di comunicare la gioia che nasce dalla fede e l’esperienza dell’amore di Dio». Ma questo, sottolinea il Papa, richiede unità. «Una delle grandi delusioni – ricorda – che seguirono il Concilio Vaticano II... penso, sia stata per tutti noi l’esperienza di divisione tra gruppi diversi, generazioni diverse e membri diversi della stessa famiglia religiosa. Possiamo andare avanti solo se insieme fissiamo il nostro sguardo su Cristo! Nella luce della fede scopriremo allora la sapienza e la forza necessarie per aprirci verso punti di vista che eventualmente non coincidono del tutto con le nostre idee o i nostri presupposti ». È così, dirà più tardi ai giovani, che si può anche rispondere alle tenebre dell’oggi. Quelle «del cuore», quando «i sogni... che i giovani perseguono» possono essere «frantumati e distrutti » dalla «droga... dalla mancanza di una casa e dalla povertà, dal razzismo, dalla violenza e dalla degradazione » che colpisce «particolarmente ragazze e donne». E quelle «dello Spirito», quando «la manipolazione della verità distorce la nostra percezione della realtà ed intorbida la nostra immaginazione e le nostre aspirazioni», e dove il «valore delicato » della libertà può essere frainteso o usato male «così da non condurre alla felicità che tutti da essa ci aspettiamo, ma verso uno scenario buio di manipolazione». Ma «la verità non è un’imposizione. Né è semplicemente un insieme di regole. È la scoperta di Uno che non ci tradisce mai».
© Copyright Avvenire, 20 aprile 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento